Diceva Macchiavelli, che il fine giustifica i mezzi. Non c’è dubbio, che ligio a questa massima, adoperata con spregiudicatezza, Berlusconi, assieme allo stuolo di consulenti, avvocati difensori e quant’altro ritenuto opportuno, passa il proprio tempo a studiare i mezzi, il fine è fin troppo cognito. Il suo pallino fisso è quello della riforma della giustizia, in modo da sconvolgere tutto il sistema giudiziario e ricavarne uno nuovo fatto a misura delle sue esigenze, una sorta di canera stagna dentro la quale stare al sicuro da qualsiasi preoccupazione giudiziaria o processuale. Per raggiungere questo obiettivo primario, il Cavalieri utilizza una serie di vassalli che agiscono e lavorano in suo favore, quali ad esempio: - il Ministro Angelino Alfano, che ha messo a punto ip così detto “lodo Alfano”, che rende immuni le quattro cariche istituzionali dello stato più importanti; - Cicchetto, promosso capo gruppo alla Camera del PDL, che si affanna a dimostrare che il governo lavora per il bene di tutti i cittadini e non solo per quello del cavaliere; - Il sottosegretario Bonaiuti, che interpreta il belusconi – pensiero, per farlo capire a che non capisce ed a suo dire stravolge la volontà. E potremo continuare con una lunga lista di nomi, ma non volgiamo essere monotoni, chiarendo cose, che per altro, agli occhi di un normale osservatore risultano già chiare. Quello che vogliamo sottolineare è, che esiste oggi in parlamento un partito : La Lega, che in maniera anche abbastanza forte, cerca di frenare sulla riforma della giustizia, per mettere in primo piano il f3eralismo fiscale, pronta a realizzarlo a qualsiasi costo con chi ci sta,maggioranza o opposizione poco importa, richiamando nello stesso tempo Belusconi al rispetto degli accordi stipulati. Berlusconi, dal canto suo, pur di raggiungere il suo obiettivo sulla riforma della giustizia, a questo punto, mette in atto la più antica forma di mercato: il baratto. Fa capire a chiare note a Bossi, che federalismo fiscale e riforma della giustizia, se non camminano uno dietro l’altro, naturalmente con la giustizia al primo posto, debbono camminare appaiati, oppure si fermano tutti e due. Tutto il resto, passa in seconda linea, senza dire che poi ci sono gli altri ministri, che si occupano delle altre cose. Giulio Tremonti, si occupa di illustrare la gravità della crisi economica dovuta alla globalizzazioneed approfitta per fare due affermazioni : la prima, la impossibilità di abbassare le tasse, anche se le antrate aumentano a vista d’occhio; la seconda, la necessità di aumentare i tagli alla spesa, a partire3 da quella relativa alle forze dell’ordine. Una posizione, questa, che mette d’accordo oltre venti sigle sindacali delle forze dell’ordine, che unanimemente dimostrano contro la politica del Governo. Tra i probabili tagli, oltre a quelli già annunciati, sono da aggiungere quelli per gli italiani all’estero, che mettono in forse l’assistenza, l’insegnamento della lingua e della cultura italiana, il funzionamento stesso degli Istituti Italianai di Cultura. Ultima chicca, il taglio dell’assegno sociale agli immigrati ultra sessanticiquenni, con orientamento ad allargare il taglio anche agli italiani che sono in condizioni di reddito insufficienti. Niente male per un governo, che era partito in quarta dicendo di volere migliorare le condizioni di vita degli italiani e che oggi, quale risultato raggiunge un aumento delle fasce di povertà, una inflazione che supera il 3,5% 8quello programmato di riferimento resta all’1,7%) e, dulcin i fundo, fa registrare un calo di 10 punti dell’indice di gradimento che la popolazione ha nei confronti del governo. Salvatore Augello