In occasione delle feste Pasquali, a partire da oggi e fino a sabato prossimo, pensando di fare cosa gradita, ogni giorno pubblicheremo uno dei riti più conosciuti in Sicilia, che si celebrano nelle città dell’Isola. Riti che Affondano la loro origine nella notte dei tempi e che si muovono con immutata passione, tra il sacro ed il profano. Il primo servizio, lo facciamo sui riti di Enna.

 Ogni anno per la Settimana Santa si rinnovano ad Enna tradizioni e costumanze che trovano le loro radici profonde in ritualità risalenti a diversi secoli fa. Sicuramente è il momento più suggestivo per visitare Enna. Le confraternite convergono da ogni punto della città, le strade accolgono la toccante e suggestiva rappresentazione della Passione di Cristo. Suggestive sono le sfilate variopinte dei confrati che dalla Domenica delle Palme al Mercoledì Santo si recano al Duomo cittadino per la rituale ora di adorazione così sentita da connotare la vita delle confraternite nella stessa denominazione di "Ore" loro popolanamente attribuite. L'emozione che accompagna i cortei dei confrati, dalla variopinta divisa di spagnolesca memoria, raggiunge il culmine il Venerdì Santo in occasione della Processione del Cristo Morto e dell'Addolorata che avanzano nei loro fercoli dorati risplendenti dei riverberi di mille luci. Il silenzio raccolto e corale è sublimato dalle commoventi note di cadenzate marce mentre quasi tremila confrati ripercorrono mestamente antichi tragitti rischiarate dalle tremole fiammelle di migliaia di candele. Anche se sono cadute in disuso l'accorato canto delle "lamentanze", la "Discesa della Croce", l'allestimento delle luminose "piramidi" e la mostra di scene evangeliche legate alla Passione artisticamente delineate, la Processione del Venerdì Santo ennese mantiene intatto il suo fascino di totale adesione, mistica e coinvolgente, a cerimonie ispirate da una fede profonda e devozione sincera. Essa rappresenta il momento culminante delle celebrazioni pasquali, nel primo pomeriggio, tutte le confraternite giungono al Duomo e lì cominciano a comporsi per la solenne processione. Sono oltre duemila i confrati incappucciati che, in ordine e in assoluto silenzio, precedono le Vare del Cristo Morto e dell’Addolorata, dando inizio al lungo corteo funebre che percorrerà tutta la città. Ad aprire la sfilata è la Compagnia della Passione, i cui confrati portano sui vassoi i 24 simboli del Martirio di Cristo detti i Misteri: la croce, la borsa con i trenta denari, la corona, la lanterna, il gallo, i chiodi e gli arnesi per la flagellazione. La processione raggiunge solennemente la chiesa del cimitero, ex Convento dei Cappuccini, dove viene impartita ai fedeli la benediazione con la Croce reliquario contenente la spina della Corona di Cristo. La processione ritorna dunque verso il Duomo. Le processioni della Settimana Santa a Enna con le confraternite degli incappucciati che sfilano in un'atmosfera di pietà popolare e suggestione spirituale, crea momenti di grande religiosità che puntuale annualmente si ripete. I confrati, tutti incappucciati creano una particolare atmosfera. Il corteo passa attraverso la gente, cala un silenzio attonito, i passi lenti, esaltano una scenografia di dolore. Collettivamente viene vissuto un profondo senso del sacro, solo il lamento doloroso delle musiche processionali, scritte da musicisti locali, rompe il raggelante silenzio. Delle 34 confraternite che esistevano fino al 1740 ne sopravvivono, oggi, solo 15 che animano la Settimana Santa. I confrati odierni non sono più i minatori e gli agricoltori di una volta: l’unica preclusione che è rimasta riguarda il sesso, sono ammessi solo gli uomini. Dalla Domenica delle Palme al Mercoledì Santo le 15 Confraternite si recano in processione al Duomo, ognuna nel giorno e nell'ora stabilita, secondo le tradizioni che si tramandano ormai da oltre quattro secoli, per compiere il momento di adorazione Eucaristica. E' impossibile risalire con esattezza all'anno in cui ebbe inizio la prima processione. , quello che si sa è che questi riti risalgono al tempo della dominazione spagnola (XV-XVII secolo), quando le Confraternite che già esistevano come corporazioni di arti e mestieri, vennero autorizzate a costituirsi liberamente come organizzazioni religiose per promuovere il culto, ricevendo dai sovrani norme precise e privilegi. La confraternita, intesa quindi, come istituzione civile e religiosa. Ognuna era un organo di potere che partecipava all'amministrazione dei beni pubblici con specifici compiti e determinati privilegi. Alcune di esse si fregiavano dei titoli di Venerabile, Regale, Nobile, che Papi e Sovrani elargivano con munificenza regale. Nel 1860 furono emanate dal regno d'Italia delle leggi con le quali venivano sciolte le confraternite; furono in seguito trasformate in associazioni esclusivamente religiose.