Storia:Origini del nome Le origini di Licata risalgono alla Preistoria. II nome di Licata appare, quasi nella forma attuale, già in età normanna. Nei secoli XI e XII, infatti, si ritrova Leocata, o Licata, assieme alla denominazione colta

di Olimpiada, nome di evidente origine greca. Nel Museo archeologico della Badia  , sono presenti numerosi reperti che documentano l'antica storia della città di Licata.

Fra gli episodi storici avvenuti nel territorio di Licata, si ricordano:

  • la battaglia dell’Imera, avvenuta nel 310 a.C., durante la quale Agatocle venne battuto dai Cartaginesi;
  • la battaglia navale di Capo Ecnomo (256 a.C.), svoltasi nel corso della prima guerra punica, nella quale la flotta romana di Marco Attilio Regolo, sconfisse quella cartaginese.
  • gli attacchi franco-turchi/ottomani
  • durante la seconda guerra mondiale, sulle coste di Licata ha avuto luogo lo sbarco degli alleati.

ll'aquila, di nero al volo abbassato caricata in petto d'uno scudo d'azzurro al castello torricellato di quattro pezzi d'oro e finestrato di nero sorgente dalla campagna di azzurro,ondata di nero e di argento.

Lo stemma è una scultura lignea raffigurante l'“aquila sveva” (da alcuni erroneamente confusa con l'“aquila aragonese”). Essa rappresentava l'emblema della potenza imperiale e veniva riconosciuta come distintivo d'onore delle città demaniali fedeli a Federico II di Svevia.

La rocca merlata, circondata dal mare, dalla quale si alzano quattro torri dorate di diversa fattura e altezza (il regio castello a mare di San Giacomo, il Castel Nuovo, il bastione armato di Mangiacasale e la torre Gioietta), rappresenta la città stessa delimitata da due distinti rami del fiume Salso che le conferivano la forma di un'isola.

Onorificenze

Titolo di Città

Federico II, imperatore svevo, annoverò Licata tra le 42 città demaniali della Sicilia, concedendole nel 1234 il titolo di "Dilectissima", al quale nel 1447 il re Alfonso I unì quello di "Fidelissima".

Monumenti e luoghi d'interesse

Le dominazioni succedutesi in Sicilia nel corso dei millenni hanno lasciato una presenza tangibile oltre che nei ritrovamenti archeologici anche nell'architettura civile e religiosa e nella struttura urbanistica della città: ne sono testimonianza l'impianto arabo del quartiere della Marina, la struttura del quartiere Maltese di S. Paolo e la tipologia barocca dei corsi principali.

Numerosi sono i ritrovamenti archeologici risalenti al Paleolitico, il Mesolitico e il Neolitico. Particolarmente degni di nota sono l'ipogeo Stagnone Pontillo, la monumentale necropoli a grotte artificiali di monte Petrulla, la Grangela (opera idraulica di epoca preellenistica), il phrourion di Falaride (fortezza di epoca greca), nonché i resti della città greca di Monte Sant'Angelo.

Molti dei reperti ritrovati presso questi ed altri siti di rilevanza archeologica ritrovati nel territorio comunale sono conservati ed esposti presso il Museo archeologico cittadino, nei locali del chiostro della Badia.

Tra i beni monumentali di maggior pregio si citano:

  • il faro, uno dei più alti d'Europa;
  • il Castel Sant’Angelo: Forte di avvistamento spagnolo risalente alla fine del XVI secolo dal quale è visibile gran parte del litorale e della Piana di Licata;
  • il Palazzo di Città, tipica espressione del liberty siciliano, realizzato su progetto di Ernesto Basile;
  • la chiesa di Santa Maria la Nuova (Matrice): di impianto quattrocentesco e con rifacimenti di epoca barocca, ospita la Cappella del Cristo Nero;
  • la chiesa di Sant’Agostino, di stile ricocò, conserva la celebre statua lignea dell'Addolorata Santa  Santa Maria La Vetere: nel quartiere di Santa Maria, è la chiesa più antica e prima matrice di Licata, di origini due-trecentesche;
  • il Carmine: il complesso duecentesco, formato dalla chiesa e dal convento, ha subito una riedificazione nel 1700, su disegno di Giovanni Biagio Amico;
  • la chiesa di Sant’Angelo, ove sono custodite le reliquie del santo che porta il suo nome;
  • le chiese barocche: chiesa di San Francesco, chiesa del Purgatorio, chiesa del SS. Salvatore, e chiesa di San Domenico; in quest'ultima sono ospitate due opere di Filippo Paladini Sant'Antonio Abate in cattedra (1603) e Santissima Trinità e i Santi (1611);
  • i palazzi nobiliari barocchi, Palazzo Bosio e i palazzi Frangipane;
  • le ville liberty: costruite sulla collina che si erge sulla città, costituivano le residenze delle famiglie nobili e borghesi degli inizi del Novecento;

Di notevole interesse naturalistico è l'osservatorio avifaunistico della foce del Salso.

Tradizioni e folclore

Il Venerdì santo

 Particolare del Cristo Morto.

Le funzioni della Settimana Santa trovano il culmine nella processione del Venerdì Santo, che si sviluppano in diverse fasi per tutto l'arco della giornata.

La prima processione, che si svolge di notte, parte dalla chiesa di San Girolamo, nel cuore della Marina. Il simulacro del Cristo che l'indomani sarà posto sulla croce, posizionato su una lettiga e accompagnato dalla Madonna Addolorata, viene trasportato in una cappella appositamente allestita. Nella tarda mattinata e nel primo pomeriggio, la processione di un'altra statua, rappresentativa del Cristo portatore della croce, percorre i corsi principali e, sostituita da quella collocata nella cappelletta durante la notte, prosegue fino alla crocifissione.

Sant'Angelo

 Fercolo con l'urna contenente le reliquie di Sant'Angelo, durante la processione del 5 maggio.

Il 5 maggio è la festa del patrono, Sant’Angelo Martire, centro della festa è la seicentesca chiesa di Sant'Angelo, nel cuore barocco del centro storico.

Le giornate sono movimentate soprattutto dalla lunga fiera che si apre un paio di giorni prima della festa e si conclude il 6 maggio. La fase più coinvolgente è la processione della pregevole urna argentea seicentesca che custodisce i resti del Santo accompagnata da quattro ceri, macchine lignee seicentesche portate da diverse categorie di lavoratori.(1/continua)