(SA) - Auschiwitz, Birkenau, Monowitz, sono nomi rimasti scolpiti nella storia dell’umanità e prima ancora sui corpi dei sopravvissuti al genocidio perpetrato dal nazifascismo, che causò la morte di oltre 15 milioni di persone: ebrei, omosessuali, diversi in genere, nel nome della ricerca della razza pura. Oggi, una nuova ondata di follia investe il mondo, sancendo il fallimento delle così dette primavere arabe. Proprio oggi che ricorre il 70° anniversario di quel 27 gennaio 1945, quando l’Armata Rossa entrò nei campi di sterminio e liberò i sopravvissuti, portando a conoscenza del mondo intero le brutture che si erano consumate in quei campi, non è male fare mente locale e riflettere su quello che è successo quando un’altra ventata di follia, quella nazifascista, catapultò il mondo in una guerra distruttiva che fece parecchi milioni di morti. I giorni della memoria servono appunto per non dimenticare, ma anche per evitare che certe tragedie risorgano dalle macerie del passato, incuranti del danno che provocano al genere umano. Le strutture USEF, nel ricordare il giorno della memoria, facciano iniziative dove si parla di quel dramma del passato, ma anche di come fronteggiare il nuovo dramma pseudo religioso, che si sta diffondendo a pelle di leopardo. Le libertà democratiche conquistate al prezzo di tanto sangue versato, i diritti umani, il vivere civile, sono patrimonio indisponibile dell’umanità e vanno apprezzati e difesi nell’interesse di tutti.