Cgil Enna su lavoro, occupazione e sviluppo Enna. La Cgil ha chiesto al Governo nazionale un cambiamento tangibile e del tutto evidente che possa concretamente porre al centro la questione dell’occupazione e del sostegno della crescita economica, aspetti fondamentali e di primaria importanza per riuscire a dare slancio ai redditi netti da lavoro dipendente e da pensione. La salvaguardia dei redditi da lavoro dipendente e di pensione rappresenta una questione di vitale importanza di fronte alla sempre più difficile fase congiunturale, caratterizzata anche da gravi crisi aziendali e di interi settori produttivi. Per la Cgil, l’occupazione, il lavoro, le sue condizioni, la sua qualità o ancora la sua sicurezza in una fase di persistente crisi economica devono tornare a diventare temi centrali dell’agenda politica. Servono sin da subito scelte concrete in grado di invertire la tendenza per cui va subito abbandonata la strada dell’impoverimento generale che attraversa tutte le categorie, nessuna esclusa, cercando di restituire quanto più potere di acquisto a lavoratori e pensionati. Ad oggi, purtroppo, il Governo, di centro-destra, non è stato in grado di mettere in campo scelte adeguate assumendo, anzi, politiche che inaspriscono le condizioni occupazionali che vanno nella direzione di un indebolimento delle condizioni di lavoro e di una ulteriore erosione del potere di acquisto che non può essere accettata da nessuno. Il rischio che si corre, ancora una volta, è quello di compromettere la coesione sociale e di allargare ulteriormente lo stato di povertà, che a nostro avviso, giorno dopo giorno, coinvolge sempre più cittadini e le loro famiglie. Come O.S. ribadiamo che con urgenza dev’essere cambiata la direzione di marcia e ci impegniamo, sin dai prossimi giorni, a costruire tra i nostri iscritti e simpatizzanti e fra quanti più possibili disoccupati, lavoratori, precari e pensionati, una coscienza verso il problema che possa contribuire anche attraverso la mobilitazione a cambiare, nel più breve tempo possibile, le scelte sbagliate e i tagli indiscriminati dei servizi che il Governo Berlusconi ha compiuto