SCONTRO MUSUMECI-CONTE DOPO MANCATO INCONTRO «STAFF PREMIER HA IMPEDITO ACCESSO AL POLICLINICO»

Il presidente della Regione in una nota attacca Palazzo Chigi. Si tratta del secondo scontro negli ultimi cinquanta giorni. In precedenza, a settembre,

il governatore non era stato invitato per l'inaugurazione dell'anno scolastico Simone Olivelli 4 Novembre 2018 Le tragedie della scorsa notte potrebbero portare anche a una coda polemica tra il governo nazionale e quello regionale. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha infatti reso noto di non avere potuto accedere al policlinico di Palermo, per accogliere il presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, e con lui rendere omaggio alle vittime delle piogge torrenziali che si sono abbattute sulla Sicilia. Dieci i morti soltanto in provincia di Palermo, tra Casteldaccia e Vicari. «Ho appreso dalla viva voce del prefetto di Palermo e dai funzionari della Digos che il cerimoniale del presidente Conte non mi avrebbe consentito di accedere al Policlinico», si legge in una nota di palazzo d'Orleans. All'origine dell'episodio ci sarebbe dunque un ennesimo cortocircuito nei rapporti con i collaboratori di palazzo Chigi. Al punto che Musumeci ha deciso di tornare nella sede del governo dove si svolgerà una seduta di giunta per riflettere sulle prime misure da mettere in campo per affrontare la nuova emergenza, dopo quella della settimana scorsa seguita all'alluvione nella piana di Catania. «Sia chiaro, questa inaudita vicenda, che non ha precedenti nella storia della Regione Siciliana, allarma e suscita indignazione. Non cerco il rispetto per la mia persona, ma lo pretendo per l'Istituzione che rappresento e per il popolo siciliano», è l'attacco di Musumeci nei confronti di Conte. «Questo vale per tutte le istituzioni, anche per il presidente del Consiglio». La vicenda ricorda a grandi linee quella che si è verificata, sempre a Palermo, lo scorso 14 settembre. In ballo c'era l'inaugurazione dell'anno scolastico in un istituto dedicato a don Pino Puglisi. Anche in quell'occasione Musumeci non incrociò Conte, dopo avere ricevuto l'invito soltanto dal dirigente della scuola in cui si sarebbe tenuto l'incontro. Dall'entourage del governatore si parlò ufficialmente di un altro impegno istituzionale, ma in realtà pare che pure in quella circostanza dall'ufficio per il cerimoniale di Palazzo Chigi non fosse partita alcuna comunicazione ufficiale a Musumeci. Due fatti che aprono di fatto la porta a speculazioni sui rapporti tra i vertici regionali e l'esecutivo nazionale - tensione che peraltro Musumeci non ha provato a mascherare -, ma che per il momento scivolano sullo sfondo di una vicenda più grande, con dodici morti e una serie di danni che hanno messo in ginocchio l'Isola. Fatti per i quali difficilmente non potranno essere rintracciate responsabilità nell'operato delle istituzioni. Non solo di oggi. Alcune ore dopo la circolazione della notizia di quanto accaduto a Musumeci, palazzo Chigi ha fatto sapere che Conte ha telefonato al governatore siciliano. Nella versione diffusa da Roma, Conte avrebbe detto a Musumeci di incontrarsi in prefettura e non in ospedale per rispettare la richiesta di riserbo da parte dei familiari delle vittime, aggiungendo di essere disponibile a un colloquio a Roma. La giustificazione, tuttavia, non ha convinto Musumeci che in serata, parlando con i giornalisti, ha detto di non pensare che Conte menta ma che una responsabilità vada cercata nel capo del cerimoniale di Palazzo Chigi o nella prefetta di Palermo Antonella De Miro. «Se il premier Conte dice di non avere dato disposizione in questo senso come mi ha detto al telefono, se il capo del cerimoniale dice alla mia struttura di non averne dato disposizione, allora la condotta del capo della Prefettura mi sembra inadeguata al ruolo - ha detto il presidente della Regione -. Sono portato a pensare che il capo del governo non stia mentendo, quindi o mente il capo del cerimoniale o il Prefetto di Palermo, e allora se così è spero che il prefetto venga allontanato». (da www.mediterraneonews.it edizione Sicilia - Simone Olivelli)

LETTERA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN MERITO AL DISEGNO DI LEGGE DI BILANCIO

In riferimento ad alcune indiscrezioni apparse sui media questa mattina, l'Ufficio Stampa del Quirinale rende noto il testo della lettera inviata ieri dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte: «In data odierna ho autorizzato, ai sensi dell’articolo 87, quarto comma, della Costituzione, la presentazione alle Camere del disegno di legge di bilancio per il 2019, approvato dal Consiglio dei ministri il 15 ottobre 2018. Nel procedere a tale adempimento desidero rivolgermi al Governo, nel comune intento di tutelare gli interessi fondamentali dell’Italia, con l’obiettivo di una legge di bilancio che difenda il risparmio degli italiani, rafforzi la fiducia delle famiglie, delle imprese e degli operatori economici e ponga l’Italia al riparo dall’instabilità finanziaria. A questo scopo, sulla base di quanto disposto dalla Costituzione agli articoli 81, 97 e 117, delle valutazioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio, previsto dalla legge costituzionale n. 1 del 2012, delle osservazioni e della richiesta avanzate dalla Commissione europea, è mio dovere sollecitare il Governo a sviluppare – anche nel corso dell’esame parlamentare - il confronto e un dialogo costruttivo con le istituzioni europee».Roma, 01/11/2018(dal sito istituzionale - USEF)

DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE FICO PER LA FESTA DELL'UNITÀ NAZIONALE E LA GIORNATA DELLE FORZE ARMATE

Con la Festa dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, commemoriamo oggi la fine della Prima guerra mondiale nel nostro Paese, di cui quest'anno ricorre il centenario. Il primo pensiero è rivolto a tutti coloro - civili e militari - che persero la vita o rimasero menomati in modo permanente a causa di quel devastante conflitto; è un omaggio non rituale, che deve servire anche a ribadire che, in nessun caso, la guerra può portare a soluzioni giuste e indolori e che non scatenino, a loro volta, nuovi contrasti e più profonde lacerazioni. La memoria delle distruzioni morali e materiali provocate su scala globale deve richiamare tutti a questa consapevolezza, quale monito, soprattutto, a non ripetere errori che hanno segnato nel profondo la storia dell'umanità. È questo lo spirito dell'articolo 11 della nostra Costituzione, dove si afferma che l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. In questa prospettiva, va sottolineato il contributo di uomini e donne delle Forze Armate alla stabilizzazione internazionale attraverso le delicate missioni svolte sotto l'egida della NATO, dell'ONU e dell'Unione europea,. Così come il loro impegno decisivo, talora complementare con quello di altre istituzioni nazionali, sul piano della pubblica utilità e della risposta tempestiva a situazioni emergenziali. Si pensi, al riguardo, alle attività di contrasto e di prevenzione dei reati ambientali nell'operazione "Terra dei Fuochi", o alle provvidenziali operazioni di soccorso nei confronti delle popolazioni colpite dalle alluvioni di questi giorni e dal recente terremoto del Centro Italia. Sono convinto che sia anche in queste missioni speciali, portate a compimento con passione e professionalità dalle nostre Forze armate, che si rispecchi l'immagine più autentica dell'Italia: quella di un Paese che ha conosciuto gli orrori della guerra e che, facendo tesoro degli insegnamenti della storia, ha fatto dei principi di solidarietà, di democrazia, di cooperazione e pacificazione tra i popoli la sua cifra identitaria e, al tempo stesso, la sua irrinunciabile stella polare(dal sito istituzionale - USEF)

MISSIONE A MADRID DEL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE ENZO MOAVERO MILANESI

Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, è in missione a Madrid. Domenica 4 novembre, incontra il Ministro dell’Agricoltura spagnolo, Luis Planas, per discutere del prossimo Quadro finanziario pluriennale del bilancio dell’Unione Europea. Lunedì 5 novembre partecipa, con il Ministro degli Affari Esteri, dell’Unione Europea e della Cooperazione spagnolo, Josep Borrell, alla XVI edizione del “Foro di dialogo Italia - Spagna”, il tradizionale momento di confronto fra Governi ed esponenti del mondo politico, imprenditoriale, accademico e della comunicazione dei due Paesi. Il Foro si riunisce, ogni anno, alternativamente in Spagna e in Italia, e in questa occasione vedrà i due Ministri animare il dibattito dedicato all’innovazione: “Sfide e sinergie dell’innovazione. Italia e Spagna”. Sempre con il Ministro Borrell, il Ministro Moavero interviene anche al convegno organizzato, presso la Fundaciòn Botin, dal Real Instituto Elcano e dal Ministero degli Esteri spagnolo, sul tema: “Situazione e prospettive dell’Unione Europea”. Infine, i due Ministri avranno una strutturata riunione bilaterale presso il Palacio de Santa Cruz, sede del Ministero degli Affari Esteri spagnolo. I temi al centro del colloquio saranno le relazioni fra Italia e Spagna, i principali temi europei di comune interesse, nonché le questioni mediterranee.(dal sito istituzionale - USEF)