Piano Juncker: rischio taglio per investimenti in infrastrutture Il piano Juncker rischia di togliere risorse agli investimenti in infrastrutture e ai progetti dedicati al trasporto pubblico locale. La denuncia arriva dalla commissione Trasporti del Parlamento europeo.

Pericolo taglio per gli investimenti in infrastrutture. Le risorse destinate alle opere pubbliche e ai progetti di mobilità rischiano di finire nel calderone del piano Juncker, andando a sostenere altre priorità. Il problema viene denunciato dalla commissione Trasporti del Parlamento europeo, in una risoluzione che sarà votata nelle prossime settimane:  il nuovo fondo Efsi potrebbe drenare risorse dal Connecting Europe Facility (Cef), penalizzando alcuni settori, come la mobilità urbana. Le aziende del settore, per questo, chiedono che l’architettura del piano di investimenti tenga conto delle loro esigenze, rispettando le priorità indicate dal Libro bianco dei trasporti.

La risoluzione del Parlamento

La delicata questione viene affrontata dalla risoluzione del Parlamento europeo sul Libro bianco dei trasporti, attualmente in commissione. Al centro del testo, la cui approvazione in Plenaria è prevista a settembre, c’è l’aggiornamento del provvedimento che indica le strategie di Bruxelles in materia di ferrovie, aviazione, Tpl, sostenibilità. Vengono, in sostanza, elencate le priorità che la Commissione dovrà seguire nei prossimi anni. Si parla di revisione dei metodi di tariffazione di strade e autostrade, di meccanismi regolatori nel campo delle ferrovie, di piena attuazione del Cielo unico europeo.

Come sarà composto l'Efsi

Ma non solo. La commissione Trasporti si concentra anche sul piano Juncker e sul fondo per gli investimenti strategici (Efsi). Secondo i parlamentari, il plafond “deve accordare la priorità ai progetti per l'infrastruttura dei trasporti che creano un elevato valore sociale ed economico e rivolgersi a interventi che promuovano la creazione di occupazione, la crescita e la competitività a lungo termine”. Un chiaro invito a mettere le infrastrutture al centro della strategia del piano gli investimenti.

Al momento, infatti, l’operazione che sta pianificando la Commissione punta in una direzione radicalmente differente. Il Fondo di garanzia del piano dovrà essere alimentato con risorse che arrivano da Horizon 2020 e, soprattutto, da Connecting Europe Facility, per un totale di 21 miliardi. Il Cef, nello specifico, è la parte del bilancio comunitario destinata allo sviluppo delle infrastrutture di rilevanza comunitaria. Di fatto, il timore del settore è che le risorse destinate alle opere infrastrutturali possano andare da altre parti.

I dubbi della Uitp

Un dubbio che, nei giorni scorsi, è stato esplicitato a Bruxelles dalla Uitp, l’Unione internazionale della società e aziende di trasporto pubblico locale, che include decine di soggetti italiani. Gli investimenti in infrastrutture, infatti, hanno un ritorno di lungo periodo e puntano a obiettivi che sono soltanto marginali nel quadro del piano Juncker. L’obiettivo dell’Efsi, invece, è mettere in moto investimenti dal ritorno immediato, per raggiungere l’impatto da 315 miliardi di euro ipotizzato dalla Commissione.

Target differenti

E’ evidente, allora, che una parte delle risorse destinate ai target del Libro bianco rischia di finire altrove. E non ci sono solo i motivi citati. Il perimetro dell’Efsi e del Cef non è esattamente sovrapponibile, per questo alcuni progetti finanziabili in base al secondo programma non rientreranno, salvo soprese, nel primo. E’ il caso degli investimenti nella mobilità sostenibile e nello sviluppo urbano, che non saranno tra le aree di interesse per il piano Juncker. (fonte: intopic)