CRONACA DELLA VALDEMONE: UNO SGAURDO AL CENTRO

FRANCO CANNAROZZO NEI RICORDI DI ANDREA CAMILLERI NELL’ENNA DEL 1945 Nell’ultimo volume di Andrea Camilleri dal titolo “Certi momenti”, uscito lo scorso mese di novembre, ben cinque pagine

(dalla 97 alla 101), sono dedicate all’incontro, avvenuto ad Enna nel lontano 1945, tra lo stesso Camilleri e Franco Cannarozzo, entrambi ventenni, diventati poi tutti e due scrittori. Cannarozzo, con lo pseudonimo di Franco Enna, è stato un grande della letteratura poliziesca e di fantascienza, un “giallista” affermato, dotato di una vena narrativa straordinariamente feconda, tanto da essere definito il “Simenon italiano”. Lo scorso anno, nel 25esimo della morte, nella sua città natale, la ricorrenza è passata inosservata. Dei suoi centocinquanta romanzi polizieschi pubblicati è quasi impossibile oggi trovare tracce nelle librerie, anche perché il nostro autore usò altri trentadue pseudonimi con nomi stranieri, per rendere i thriller più aderenti alle ambientazioni, quali i paesi americani e del medio oriente. Così avvenne per caso, l’incontro al Belvedere nel racconto di Camilleri: “spaesato e infreddolito”, da poco catapultato nel capoluogo più alto d’Italia, “mi fermai a guardare il panorama stupendo: ero solo, appoggiato alla balaustra, quando un giovane della mia età alto, magrissimo, occhialuto, venne a fermarsi vicino a me. Sentii il rumore di un aereo e alzai la testa per scrutare il cielo. Fu allora che il giovane al mio fianco, senza aprire bocca, mi diede un colpetto sulle spalle e col dito indice mi indicò di guardare non in alto, ma in giù. E infatti vidi l’aereo in volo, ma al di sotto di noi. Si presentò: mi chiamo Franco Cannarozzo”. Ma mentre questo “fatto” è noto, perché più volte raccontato dallo scrittore empedoclino in occasione d’interviste giornalistiche e televisive, il racconto è arricchito – sfogliando le pagine del libro – di altri avvenimenti e circostanze che rasentano l’inverosimile. “Mi riuscì subito simpatico”, ricorda Camilleri dopo quel primo incontro. “Ci demmo appuntamento nel pomeriggio al Caffè Centrale. [forse il Caffe Marro o il Caffè Rosso (n.d.a.)]. Quando arrivai, Franco era in compagnia di altri due giovani che mi presentò, Arnoldo Farina e Salvatore Pasqua. Da quel momento diventammo un quartetto inseparabile. I tre miei nuovi amici erano anche loro dei buoni lettori e quindi gli argomenti di conversazione non mancavano”. Una volta Salvatore propose all’amico Andrea di fargli da “guardaspalle”. Doveva andare ad “amoreggiare a distanza” con una ragazza in zona periferica, dove lei abitava. Da lì passò, con sulle spalle un sacco colmo di verdura, un vecchietto, che prima di allontanarsi, su una lamiera scrisse cinque numeri: 18, 27, 35, 72, 85. Di solito erano numeri fortunati, che se giocati subito al lotto potevano anche uscire. “Però – dice Camilleri nel suo racconto – c’era una difficoltà: a quel tempo non esisteva ad Enna un botteghino per il gioco del lotto, bisognava andare a Palermo entro il venerdì”. “Mentre discutevamo con Salvatore arrivarono Arnoldo e Franco. Avevamo raggiunto in quattro la somma di cinquecento lire, che erano allora tante”. Franco, dovendosi recare a Palermo, si fece carico di puntare i numeri, che uscirono, solo che lui non aveva fatto la giocata perché aveva perso i soldi a poker. Successe il finimondo: volarono schiaffi e pugni. “Mi ricordo – aggiunge Camilleri – che Arnoldo addirittura prese una sedia e quasi gliela spaccò addosso”. Poi la ragione ebbe il sopravvento e mentre Franco ripeteva a voce bassissima per le botte ricevute: “avete ragione, avete ragione, avete ragione”, l’amicizia ebbe il sopravvento. “Fu così che Franco restò nostro amico”. “Io me ne andai da Enna e non ebbi più notizie di lui. Finché un giorno non mi capitò in mano un romanzo della collezione di fantascienza ‘Urania’ firmato da un tale Franco Enna. Nella nota dell’autore era scritto che quello era lo pseudonimo dello scrittore ennese Franco Cannarozzo”. “Nel giro di pochi anni il nome di Franco Enna divenne notissimo ai cultori della fantascienza. Scrisse decine di romanzi, tanto che alcuni dovette firmarli con pseudonimi diversi, generalmente di stampo americano. Una ventina di anni appresso mi arrivò una lettera dalla Svizzera. Il mittente era Franco Enna. Come aveva fatto a conoscere il mio indirizzo romano? Non l’ho mai saputo. L’aprii: c’era una lettera di poche righe: Caro Andrea, ti rimetto una parte del mio debito. Un abbraccio affettuoso, Franco. Assieme alla lettera c’era un assegno di ventimila lire”. “Il libro intende raccogliere disordinatamente, ma prestando una maggiore attenzione ai miei anni giovanili – scrive Camilleri (nella foto) nella prima pagina – alcuni incontri durati un momento oppure quasi una vita e che hanno determinato in me una sorta di cortocircuito […] Si tratta di incontri con nomi noti, ma assai più spesso con persone diciamo comuni, che hanno comunque avuto la stessa valenza […] Ma gli uomini, le donne e i libri che racconto hanno rappresentato per me delle scintille, dei lampi, dei momenti di maggiore nitidezza…”. Nelle pagine del libro, oltre a quello con Cannarozzo, troviamo incontri, quasi per caso, con personaggi noti quali: Antonio Tabucchi, Pier Paolo Pasolini, Salvo Randone, Stefano D’Arrigo, Carlo Emilio Gadda, l’editore Livio Garzanti, e inoltre ‘Un pomeriggio con Vittorini”, ‘Un breve incontro con Primo Levi’ e la conoscenza, in trattoria a Roma, nel maggio del 1945, con Benedetto Croce. Interessanti anche tutti gli altri personaggi del libro, cosiddetti minori, intramezzati gli uni con gli altri. Il volume, edito da “Chiarelettere, nella collana narrazioni, Milano, euro 15 per 164 pag., è in distribuzione nelle librerie di tutta Italia. (fonte: vivienna)

MAFIA, TANO GRASSO E GIUFFRE': “ANTIMAFIA VERA NON DELLE CARRIERE, OLTRE 168 DENUNCE DALL’ASSOCIAZIONE DI GELA”

CALTANISSETTA – “L’associazione antiracket di Gela, con le sue 168 denunce da parte delle vittime del pizzo, e’ la piu’ grande della Sicilia. Attualmente conta 170 iscritti. Serve una battaglia vera e impedire che l’antimafia sia utilizzata per costruire carriere politiche”. Lo ha detto Tano Grasso (nella foto), presidente onorario della Federazione antiracket italiana, intervenendo all’inaugurazione della nuova sede dell’associazione antipizzo, Gaetano Giordano” di Gela. “Le associazioni antiracket – ha aggiunto – sono sottoposte ad un’ondata di critiche e stanno vivendo, oggettivamente una situazione di difficolta’. Chi ha una sua identita’ costruita sull’antimafia, acquista un credito nei confronti della societa’, un credito che va gestito con delicatezza. Se viene gestito per approfittarne, strumentalizzando per fare carriera politica, quel credito diventa un boomerang”. Sulla stessa scia il prefetto Santi Giuffre’, commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura: “Se prima, nelle fila del movimento antimafia, in Italia, avevamo bisogno di uomini e donne in quantita’ e con coraggio, oggi si deve guardare piu’ attentamente alla loro qualita’, perche’ non dobbiamo aspettare le notizie sui giornali per capire chi e’ frequentabile e chi no”. Giuffre’ ha anche annunciato, l’emissione di un “decreto in cui sono previsti criteri di valutazione piu’ restrittivi, che tengono conto non solo della avvenuta organizzazione di manifestazioni e convegni, ma soprattutto di azioni concrete di denuncia, testimonianza e costituzione di parte civile nei processi. Serve una antimafia vera”. Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il presidente Fai, Giuseppe Scandurra, il prefetto di Caltanissetta Maria Teresa Cucinotta e il presidente dell’associazione antiracket di Gela Renzo Caponetti.(fonte: ilfattonisseno.it)

SAN CATALDO. SOPRALLUOGO A VASSALLAGGI PER LA FRUIBILITÀ DEL SITO ARCHEOLOGICO.

SAN CATALDO. Dopo Gabara, ora anche Vassallaggi. E’ quanto sta facendo l’amministrazione comunale portando avanti il progetto per assicurare la fruibilità dell’area archeologica che si trova in territorio di San Cataldo. In questo senso, stamani c’è stato un primo importante momento di confronto tra l’amministrazione comunale da una parte e il Soprintendente ai Beni Culturali Dott. Lorenzo Guzzardi e il Dirigente Azienda Forestale Dott. Luciano Saporito dall’altra. Per l’amministrazione comunale oltre al sindaco, erano presenti il vice sindaco Aldo Riggi e l’assessore comunale al territorio e ambiente Angelo La Rosa. Nell’occasione è stata stabilita una concreta linea di azione per una fruibilità in tempi ristretti dell’area archeologica di Vassallaggi. Al termine dell’incontro, il sindaco Giampiero Modaffari ha rilevato: “I convincenti risultati del lavoro di scoperta/valorizzazione che stiamo ottenendo a Gabbara ci incoraggiano a fare altrettanto per un altro sito importante: Vassallaggi”. Un incontro che è seguito ad un preliminare tavolo tecnico con sovrintendenza, azienda foreste e amministrazione Modaffari al quale è seguito il primo sopralluogo congiunto a Vassallaggi per definire le azioni ritenute più adeguate per rendere fruibile l’area archeologica. Azioni che diverranno presto operative. Il vice sindaco Aldo Riggi ha poi concluso: “Siamo convinti che Vassallaggi sia uno dei centri più importanti del centro Sicilia dal punto di vista archeologico. Il Sovrintendente uomo di grande cultura e competenza ha incoraggiato tecnicamente questo convincimento. Speriamo di rilanciare con una azione sinergica il sito. Ma San Cataldo tutta deve credere nel proprio passato come elemento di svolta per il proprio .(fonte: ilfattonisseno.it)