La festa del Mandorlo in Fiore tra mito, tradizione e polemiche di Maria Cacioppo
La città di Luigi Pirandello e la suggestiva Valle dei Templi, già imbiancata di fiori di mandorlo, sono pronte per ospitare l’edizione 2018 del 73° Festival Internazionale del Folklore del Mandorlo in Fiore che si terrà dal 3 all’11 marzo.
La sagra del Mandorlo, la “festa più amata dagli agrigentini” nata a Naro per volere del conte Alfonso Gaetani, con lo scopo di fare conoscere i prodotti tipici siciliani diventa Sagra del Mandorlo in Fiore solo a partire dal 1937 quando si trasferisce ad Agrigento. Dal 1954 inizia a svolgersi in concomitanza il “Festival Internazionale del Folklore”, spettacolo a cui prendono parte numerosi gruppi folkloristici locali e del mondo, traducendosi in un'occasione di incontro tra i popoli che senza confini, si uniscono per ballare e cantare in nome della pace e della fratellanza. La manifestazione centrale di questa festa è, infatti, il Festival in cui la storia, la cultura e tradizione di tutti i popoli della terra si incontrano stringendosi attorno al millenario tempio della Concordia pronto per accogliere la primavera e accendono insieme il Tripode dell'Amicizia, con un tripudio di colori, musica, danze e sapori tipici locali, ma anche multietnici, che coinvolgono non solo i siciliani che giungono da ogni parte dell’isola ma anche i turisti italiani e stranieri che hanno così la possibilità di assistere a un evento di straordinaria bellezza col quale si celebra il miracolo della vita che si rinnova con la fioritura degli alberi di mandorlo. E’ uno spettacolo che incanta, sbalordisce in una atmosfera da favola che si ricollega al mito della Fioritura del mandorlo, cantato da Omero, che narra la vicenda amorosa tra Acamante e Fillide, giovane principessa Tracia. Dopo la fine della guerra di Troia, durata 10 anni e combattuta anche dal giovane Acamante, la flotta ateniese fece a poco a poco ritorno in patria. Fillide aspettò invano il ritorno del giovane amato e, temendo che fosse caduto fra le vittime dalla guerra, morì di disperazione. La dea Atena impietosita trasformò Fillide in un albero di Mandorlo. Acamante ancora in vita quando seppe della morte di Fillide e della sua trasformazione, andò verso l’albero di Mandorlo e lo abbracciò; fu così, che all'improvviso, i nudi rami del mandorlo si ricoprirono di fiori anzichè di foglie, quasi a voler ricambiare il tenero abbraccio di Acamante. Ancora oggi, nella Valle dei Templi, questo miracolo si rinnova ricordando a tutti i popoli il valore dell’amore e della pace. Tutto sembrerebbe proprio come in una favola eppure non mancano le polemiche; infatti quest’anno, per la prima volta nella storia, i gruppi agrigentini non parteciperanno: lo hanno reso noto i gruppi folk Val d'Akragas, Città di Agrigento, Gergent, Kerkent, Sicilia antica, Picciotti da Purteddra, Akragas folk dance, Città dei Templi e Fiori del mandorlo perché non è più la sagra, né il festival internazionale del passato che dava centralità e visibilità al folclore internazionale e, soprattutto, al folclore dei gruppi agrigentini". Parteciperanno però i gruppi di: Armenia, Belgio, Bulgaria, Cina, Colombia, Croazia, Etiopia, Georgia, Gran Bretagna, India, Kenya, Messico, Russia, Serbia, Spagna, Turchia. Tra gli eventi più attesi ci sono anche i concerti di Eugenio Bennato con la Taranta Power, lo spettacolo di Antonella Ruggiero e di Elio (del gruppo Elio e le Storie Tese). Oltre al Festival, la festa è un'occasione per fare conoscere l'arte, la natura, la buona cucina ed il buon vino di una delle città più belle del mondo. Agrigento, infatti, propone numeros allestimenti per mostre, musei, opere d'arte e monumenti.Tra questi vi segnaliamo, in quanto tipici, il museo del mandorlo, vale a dire una distesa immensa di alberi che racchiude più di cento specie differenti di mandorlo e gli espositori museali della civiltà contadina che, insieme alle raffigurazioni di vita campestre, mostra gli antichi attrezzi che si usavano per coltivare la terra. Come ogni buona festa che si rispetti, il lato mangereccio non viene trascurato. Così si allestiscono le "giornate dell'assaggiatore" in cui accanto ai tradizionali dolci di mandorla, si degustano i vini siciliani e tutte le buone pietanze che la tradizione della cucina siciliana tramanda. Insomma, questa festa, ha tutti gli ingredienti per riuscire, ed ogni anno, pur evolvendosi nella organizzazione, mantiene la tradizione dei tempi andati, aiutata, in cio' da tutti i popoli del mondo che, in nome della pace, si riuniscono nel tempio della "Concordia".