COME I BRAVI CITTADINI DI NEW ORLEANS AMMAZZARONO UNDICI ITALIANI
3 Marzo 2023 Undici vittime, linciate da una folla decisa a riparare un presunto errore giudiziario. È il triste esito del pregiudizio e della xenofobia con cui gli italiani erano talvolta “accolti” negli Stati Uniti di fine Ottocento.
È a New Orleans, il 14 marzo del 1891, che va in scena il delitto. Circa trentamila – soprattutto siciliani – gli italiani all’epoca residenti nella città della Louisiana. La gran parte impiegata nei campi di cotone. Il contesto è il seguente: undici italiani, accusati di aver assassinato il capo della polizia David C. Hennessy, vengono assolti in sede processuale. Un verdetto che lascia sgomenta la popolazione, convinta della colpevolezza degli italiani e altrettanto convinta che la giuria sia stata corrotta. Visto che su tutti gli imputati pende una seconda accusa, vengono comunque trasportati nella prigione della contea e rinchiusi in celle diverse. “Tutti i cittadini sono invitati a partecipare all’incontro fissato per sabato 14 marzo alle dieci del mattino, per porre rimedio al fallimento della giustizia nel caso Hennessy. Venite preparati all’azione”. «Nello stesso momento – scrive il settimanale di New York Harper’s Weekly (28 marzo 1891) in una ricostruzione della vicenda – un comitato di cittadini si stava riunendo nelle sale di un club privato. I componenti del comitato hanno contestato il verdetto e hanno dichiarato il loro sdegno, promettendo un’azione immediata per il giorno successivo. Dopo l’incontro, hanno invitato la cittadinanza a una riunione pubblica e inviato copie del documento alle redazioni dei vari giornali. Ecco il testo dell’appello: “Incontro di massa! Tutti i cittadini sono invitati a partecipare all’incontro fissato per sabato 14 marzo alle dieci del mattino, davanti alla statua di Clay, per porre rimedio al fallimento della giustizia nel caso Hennessy. Venite preparati all’azione. John C. Wickliffe, W.S. Parkerson, seguono quaranta firme”». È così che nel giorno convenuto, fin dal primo mattino, un gruppo di persone si raduna all’esterno del carcere. Il gruppo, diventato via via una folla, armi in pugno sfonda i cancelli del penitenziario, vince i tentativi di resistenza degli agenti, in netta inferiorità numerica, e inizia a dare la caccia ai presunti assassini. Una volta trovati, gli undici vengono massacrati e impiccati, nel delirio entusiasta di chi assiste alla scena. «Dopo l’impiccagione – riporta ancora Harper’s Weekly – la folla è tornata verso la statua di Henry Clay, “salutata dalle donne e dai bambini sui balconi”. Poi si è dispersa in silenzio. In questo modo, il 14 marzo del 1891, gli illustri cittadini di New Orleans hanno dimostrato di essere “autorizzati a fare ciò che la legge non aveva saputo fare”». Le citazioni da Harper’s Weekly sono tratte da In cerca di fortuna. L’emigrazione italiana dall’ottocento a oggi sulla stampa di tutto il mondo, a cura di Andrea Pipino, con Daniele Cassandro; Roma, Internazionale, 2020. Una rappresentazione del linciaggio. Immagine di E. Benjamin Andrews – Andrews, E. Benjamin. History of the United States, volume V. Charles Scribner’s Sons, New York. 1912., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1717057 linciaggio, New Orleans, stati uniti