MIGRANTI, MINNITI: TUTELARE I DIRITTI DI TUTTI, MA PIU’ DURI SU RIMPATRI Roma – Un nuovo piano, un cambio di paradigma totale sulla gestione dell'immigrazione. Torna a proporlo il ministro dell'Interno Marco Minniti, chiedendo anche l'aiuto del Parlamento: cambiare senso, tempi e organizzazione dell'accoglienza, essere puntuali e rigorosi sui rimpatri, è questa la sintesi della linea che dovrà seguire d'ora in poi l'Italia. Perché, spiega Minniti, "considero sbagliata e fuorviante dal punto di vista analitico l'equazione immigrazione-terrorismo" ma comunque "l'immigrazione non va né subita né inseguita, ma governata, tenendo conto dei diritti di chi fugge e del sentimento del nostro popolo". Minniti parte da un dato certo: "Nel 2015 furono promesse 40mila ricollocazioni entro settembre 20107, oggi siamo a 3200 perché c'è un'evidente indisponibilità ad accogliere i migranti. Noi dobbiamo da una parte chiedere che ci sia un cambiamento di approccio dall'Unione Europea, ma abbiamo anche bisogno di una forte iniziativa nazionale". Iniziativa partita con l'accordo con la Libia, che il ministro definisce "un passo, senza aggettivi, che ha fatto l'Italia ma ora la sfida è l'applicazione: le linee da seguire sono il sostegno a una coast guard libica, azione sul terreno soprattutto verso le piazze di partenza, controllo delle frontiere del Sud e politiche di rimpatrio". Passando alle politiche da mettere in campo internamente, Minniti premette che "in linea di principio sono convinto che l'accoglienza è più eticamente sostenibile a piccoli numeri" e dunque "lavorerò per la progressiva eliminazione dei grandi centri di accoglienza, e lavorerò insieme alle associazioni. E' evidente che l'accoglienza non può avere tempi indefiniti: oggi è mediamente di 2 anni, un tempo troppo lungo per i diritti dei richiedenti asilo e per le comunità. La mia idea è togliere un grado di giudizio nei ricorsi e rimpolpare le commissioni". Inoltre "bisogna evitare ai richiedenti asilo il vuoto dell'attesa: la mia proposta è quella di impegnarli in lavori finanziati dall'Unione Europea, che non andranno a interferire col mercato del lavoro perché non saranno retribuiti". Insomma: "Dobbiamo accogliere e integrare chi ha diritto, e rimpatriare chi non ha diritto e delinque. Lo dice la giurisdizione italiana. Proporrò che i Cie vengano cancellati e che siano sostituiti dai Centri permanenti di rimpatrio". (NoveColonne ATG)
 
ITALIA-AMERICA LATINA, ALFANO: UNITI DAL MARE DELLA STORIA
 
Roma - "Italia e America Latina: in mezzo non c’è il mare che separa; in mezzo c’è il mare della Storia, della cultura, delle tradizioni e delle vicende umane comuni: in mezzo c’è questo splendido mare che unisce!”. Queste le parole che il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, ha scritto sul Libro d’Onore dell’Istituto Italo-Latino Americano (IILA), dove si è recato in visita il 2 febbraio in occasione della prima riunione del Consiglio dei Delegati, presieduta dal nuovo segretario generale Donato Di Santo. “L’IILA - ha detto Alfano - è uno strumento prezioso e unico nel suo genere, insieme al Vertice ibero americano della Spagna, nell’ambito delle relazioni fra Paesi europei e latino-americani. Questo Istituto testimonia la lungimiranza con cui l’Italia, cinquanta anni fa, aveva inquadrato la specificità ed il potenziale delle sue relazioni diplomatiche con una parte di mondo geograficamente distante, ma molto vicina sul piano culturale e dei valori condivisi”. “Sono convintissimo – ha aggiunto il titolare della Farnesina - che esiste una ‘latinità’ che ci unisce in una visione comune del mondo, che ci avvicina e ci aiuta ad affrontare insieme le sfide globali”. “Anche sulla base di questo terreno di intesa comune contiamo sulla straordinaria partnership con l’America Latina per le grandi sfide, in Europa, nel Mediterraneo e nel mondo, e sugli importanti impegni internazionali, dalla presenza nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU alla presidenza del G7, su cui quest’anno l’Italia è in prima linea” ha ribadito Alfano. A proposito dell’ottava Conferenza Italia-America Latina e Caraibi, che si terrà a Roma entro la fine del 2017, il ministro ha sottolineato che “sarà un’occasione per dare nuovo slancio alle tre linee direttrici principali della politica estera italiana verso l’America Latina: il rafforzamento del partenariato politico e dei legami speciali con la regione; la cooperazione economica e industriale; il ruolo delle comunità italiane in ogni settore”. “In questo momento – ha concluso il ministro – la nostra attenzione è rivolta in particolare alla comunità in Venezuela, dove 150.000 italiani stanno vivendo, insieme ad altri cittadini, un periodo molto difficile. Stiamo lavorando intensamente con la Farnesina e con la rete diplomatico-consolare nel Paese per contribuire ad alleviare il peso della loro difficile situazione”. (NoveColonne ATG)
 
GIORNO DEL RICORDO: DOMANI A TRIESTE UN CONVEGNO SUI 70 ANNI DEL TRATTATO DI PARIGI
 
TRIESTE - Oggi venerdì 10 febbraio, alle 15:00 nel Salone di rappresentanza del Palazzo della Regione Friuli Venezia Giulia a Trieste, in occasione del Giorno del Ricordo, la Regione, in collaborazione con l'Unione degli Istriani e il Segretariato esecutivo del Central European Initiative (CEI), organizza il primo convegno del ciclo di conferenze intitolato “Il Trattato di Pace, settant'anni dopo. Aspetti giuridici, politici e diplomatici di un diktat”. Oltre alla presidente della Regione Debora Serracchiani che interverrà per un indirizzo di saluto unitamente al segretario generale del CEI Giovanni Caracciolo di Vietri, parteciperanno ai lavori della prima parte del convegno, a cui farà da moderatore l'ex sottosegretario di Stato Roberto Antonione, il ministro plenipotenziario Francesco Saverio De Luigi, il presidente dell'Unione degli Istriani Massimiliano Lacota e, per una riflessione finale, la giornalista de La Repubblica Alessandra Longo. Nella seconda parte della conferenza è prevista un'illustrazione del quadro storico giuridico svolta da Maurizio Maresca del Dipartimento di Scienze giuridiche e Diritto dell'Unione Europea dell'Università di Udine, a cui faranno seguito gli interventi dell'ex ministro degli Affari esteri Gianfranco Fini e degli ex sottosegretari di Stato Roberto Menia e Milos Budin. Il convegno prende spunto dalla data del 10 febbraio del 1947, allorché venne firmato a Parigi il Trattato di Pace fra lo Stato italiano e le potenze alleate vincitrici della Seconda Guerra Mondiale, che mise formalmente fine alle ostilità e i cui contenuti erano stati definiti a seguito dei lavori della Conferenza di Pace svoltasi sempre nella capitale francese tra il 29 luglio e il 15 ottobre 1946. Il Trattato di Pace attribuiva all'Italia, che aveva sottoscritto il Patto tripartito con la Germania e il Giappone, la responsabilità della guerra di aggressione con le potenze alleate e le altre Nazioni Unite. L'Accordo non si limitò soltanto a regolare le questioni pendenti a seguito degli avvenimenti bellici, ma impose anche la cessione di territori sui quali la sovranità dell'Italia era stata riconosciuta in epoca antecedente all'avvento del regime fascista. Assisterà ai lavori anche un gruppo di studenti siciliani in visita in questi giorni sui luoghi storici del Confine Orientale. L'accesso in sala al pubblico è consentito entro le 14:45 e comunque fino a esaurimento dei posti disponibili. L'evento sarà trasmesso in diretta streaming sul sito istituzionale della Regione Friuli Venezia Giulia. (aise)
 
MATTARELLA ALLE CELEBRAZIONI DEL 150 ANNI DE "LA STAMPA"
 
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto, all'Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto di Torino, alle celebrazioni per il 150° anniversario del quotidiano "La Stampa". L'incontro è stato aperto dall'esecuzione dell'Inno nazionale da parte del coro del Cottolengo di Torino e dalla proiezione del video "La Stampa, 150 anni". Dopo il saluto del Presidente dell'Editrice La Stampa, John Elkann, si è svolta la tavola rotonda sul tema "I 150 anni del giornale", moderata dal vicedirettore vicario Luca Ubaldeschi, con gli ex direttori della testata Paolo Mieli, Ezio Mauro, Carlo Rossella, Marcello Sorgi, Guido Anselmi, Mario Calabresi e l'attuale direttore, Maurizio Molinari. Hanno partecipato alla cerimonia il Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, il Sindaco di Torino, Chiara Appendino e altre autorità locali. Il Capo dello Stato, al suo arrivo al Lingotto, ha visitato la mostra realizzata dagli studenti degli istituti scolastici di secondo grado vincitori del concorso promosso dal quotidiano con l'Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte. (Ufficio Stampa)
 
RESPINTE LE NORME SU TRATTATI INTERNAZIONALI, BASI E SERVITÙ MILITARI
 
Nella seduta odierna la Camera ha respinto la proposta di legge: D'INIZIATIVA POPOLARE: Trattati internazionali, basi e servitù militari (C. 2-A). Successivamente l'Assemblea ha approvato le mozioni Vezzali, Valiante, Calabrò, Fitzgerald Nissoli ed altri n. 1-01412, nel testo riformulato, Rondini ed altri n. 1-01495, Palese ed altri n. 1-01496, nel testo riformulato, Binetti ed altri n. 1-01497, nel testo riformulato, Amato ed altri n. 1-01498, nel testo riformulato, Brignone ed altri n. 1-01499, nel testo riformulato, Gullo ed altri n. 1-01500, nel testo riformulato, Vargiu ed altri n. 1-01501, nel testo riformulato, e Nicchi ed altri n. 1-01502, nel testo riformulato, concernenti iniziative volte a prevenire e contrastare la diffusione del citomegalovirus. La Presidente Laura Boldrini ha commemorato quindi la ricorrenza del giorno del ricordo prevista dalla legge n. 92 del 2004, in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati. L'Assemblea ha osservato un minuto di silenzio. E' seguito un dibattito cui ha preso parte un rappresentante per gruppo (Ufficio Stampa)
 
GIORNO DEL RICORDO, INTERVENTO BOLDRINI IN AULA
 
Intervento della Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini: "Care colleghe, cari colleghi, come sapete domani, 10 febbraio, si commemora il Giorno del Ricordo, istituito dalla legge n. 92 del 2004 "al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale". Questa legge - approvata dal Parlamento con decisione pressoché unanime - rappresenta un atto di giustizia rispetto a quella che è stata definita "la congiura del silenzio" su una tragedia che ha riguardato migliaia di vittime delle autorità comuniste jugoslave e tutti coloro che, vivi ma sradicati dalle proprie terre, dovettero affrontare il dramma dell'esodo, in un contesto storico in cui agli orrori della guerra e dei totalitarismi si unirono anche il radicalismo ideologico e l'intolleranza etnica. La scelta del Parlamento di non dimenticare non deve avere un valore astrattamente celebrativo, ma deve piuttosto tradursi nell'impegno concreto a tramandare, contro ogni negazionismo, in particolare alle giovani generazioni, la verità su quei terribili eventi della nostra storia recente. Per queste ragioni domani alle 11, in quest'aula, terremo una solenne celebrazione del Giorno del Ricordo con la partecipazione, tra gli altri, di rappresentanti del Governo e della Fondazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati. Mi auguro che anche i deputati e le deputate non faranno mancare la loro presenza. Nel corso della celebrazione, che sarà trasmessa in diretta televisiva su Rai 2, premieremo anche le scuole vincitrici del concorso "10 Febbraio. Nasce la Repubblica Italiana senza un confine". Auspico pertanto che il Giorno del ricordo contribuisca a rafforzare quei principi di democrazia, libertà e solidarietà che, anche grazie al contributo intellettuale e produttivo degli esuli, fu possibile riaffermare nel nostro Paese. Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio". (Ufficio Stampa)