EX CHIESA DI SANT'ANTONINO(costruita nel 1645)La chiesa di S Antonino di Padova (oggi sconsacrata) venne edificata nel 1645. Lo stile adottato era di tipo ionico, sul lato destro si erge il bellissimo campanile, che è di stile toscano in basso e Corinzio in alto. La parte superiore del campanile, sormontato da un pinnacolo piramidale, si erge nella piazza principale di CastelterminiLa Sagra del TataratàLa festa di Santa Croce, più comunemente conosciuta come “Sagra del Tataratà”, è una festa unica nel suo genere e, certamente, una delle più antiche manifestazioni folkloristiche siciliane che si inserisce nella festa religiosa della “Santa Croce”, in virtù di una tradizione secolare che trova le sue origini nell’esistenza di popolazioni arabe abitanti i casali di questo Comune al tempo in cui, nel 1629, il Principe Gian Vincenzo Maria Termini e Ferreri, con licentia populandi del Re Filippo II° di Spagna, fondò il Comune di Casteltermini.
La Sagra del Tataratà nasce da un avvenimento storico: il ritrovamento di una grande Croce di legno, nel territorio di questo Comune. La Croce, che si conserva ancora nella omonima Chiesetta di Santa Croce, si pensa sia servita per il martirio dei cristiani al tempo delle persecuzioni avvenute sotto l’Imperatore Romano Decio. Tale ritrovamento avvenne in epoca imprecisata e comunque prima che sorgesse il Comune di Casteltermini e perciò anteriore al 1629. Da una recente analisi al Carbonio 14 eseguita, su di un pezzo di legno della Croce, da parte dell’Istituto Internazionale per le ricerche geotermiche di Pisa è emerso che essa è vecchia di 1972 anni con un margine di errore in più o in meno di 70 anni. Senza dubbio è la più antica Croce lignea esistente al mondo.
Per solennizzare questo avvenimento, le popolazioni arabe residue, convertite al Cristianesimo, con gli indigeni di quel tempo, abitati nel territorio di “CHIUDDIA” dove sorse poi Casteltermini, parteciparono con i loro pittoreschi costumi ed i loro caratteristici riti e tradizioni che, al ritmo di un grande tamburo, si estrinsecano con originali ed ancora genuine danze coreografiche alle manifestazioni per il ritrovamento della “Croce”.
Detta Sagra ha sempre destato grande interesse culturale di importanza e rilevanza eccezionale, come lo prova il fatto che di essa si sono occupati studiosi di grande rinomanza del folklore siciliano, come il Pitrè, il Di Giovanni ed il Toschi, solo per citare i maggiori, e ad essa continuano ad interessarsi docenti di tradizioni popolari di varie Università italiane ed estere. La Sagra, inconfutabilmente assurta a dignità di manifestazione di rinomanza nazionale, è una manifestazione che mantiene ancora vivo il ricordo di una tradizione di origine araba inserita nel meraviglioso folklore isolano e tramandata per secoli fino ad oggi in tutta la sua genuina tradizione, nella sua tipica danza guerresca e con i suoi originali e fantasmagorici costumi. Ne è prova la partecipazione del gruppo del tataratà a svariati festival folkloristici anche a carattere internazionale, quali la Sagra del Mandorlo in fiore, la festa dell’Etna, il Columbus Day ecc., per l’interesse mostrato dal regista Folco Quilici che la ha inserita nei documentari trasmessi a puntate dalla Rai – TV nazionale.
La Sagra, che si svolge la IV^ settimana di Maggio, si articola nel modo seguente:
Venerdì iniziano i festeggiamenti con l’ingresso nella cittadina delle quattro bande musicali, una per ogni Ceto e cioè: Maestranza, Celibi, Borgesi e Pecorai che rappresentano le quattro maggiori antiche corporazioni del paese. I ceti, preceduti dalle Bande Musicali, sfilano per le vie del paese con i loro splendidi costumi del 600. La sera hanno luogo le aste pubbliche per aggiudicarsi i posti migliori e più prestigiosi all’interno della Cavalcata.
Il giorno successivo, sabato, hanno luogo per le vie del paese le processioni. Il Ceto della Maestranza, con in testa il Capitano di Giustizia, l’Alfiere e il Sergente vestiti con costumi del 600, sfilano a cavallo preceduti dalla propria banda e dal Gruppo Folkloristico del Tataratà, mentre gli altri tre ceti con le loro bande seguono a piedi.
La domenica, giorno conclusivo della festa, hanno luogo le manifestazioni più solenni che si protrarranno fino a notte fonda.
La mattina viene celebrata una Santa Messa durante la quale vengono benedetti i Palii dei quattro Ceti. Il pomeriggio, i Ceti: Celibi, Pecorai e Borgesi, sfilano su cavalli riccamente bardati, molti dei quali di razza pregiata, preceduti dai propri Palii e Stendardi accompagnati dalle bande musicali, mentre il Ceto della Maestranza sfila a piedi e non più a cavallo. Chiude il Corteo il gruppo folkloristico del Tataratà che con i suoi costumi arabi, le sue danze caratteristiche eseguite al ritmo scandito da grossi tamburi entusiasma le migliaia di turisti che ogni anno accorrono da ogni parte d’Italia ed anche dall’estero per assistere all’originale Sagra.
La processione, così composta, eseguirà per due volte il giro del paese, e si recherà poi in pellegrinaggio all’eremo di Santa Croce, per riportare nella sua abituale dimora, la maestosa Croce lignea ritrovata, come vuole la tradizione, da alcuni contadini che aravano i campi.
Alla mezzanotte di domenica, tutti i Ceti, dopo il ritorno dall’eremo, e dopo avere effettuato l’ultimo giro delle vie del paese, si riuniscono in Piazza Duomo dove viene impartita la solenne benedizione con una teca che custodisce una preziosa reliquia proveniente dalla Croce usata per la morte di Gesù.
Il giorno seguente si svolgerà un raduno dei ceti nella Chiesetta di Santa Croce dove verrà celebrata una Santa Messa di ringraziamento al termine della quale i rappresentanti dei Ceti faranno rientro in paese per la consegna dei vessilli ai nuovi Comitati che l’anno successivo organizzeranno la festa.
Per meglio propagandare la Sagra, per renderla sempre più importante e per aumentare il flusso turistico facendo sì che detto flusso non si limiti ai soli tre giorni della manifestazione ma avvenga per tutto il mese di maggio con notevole beneficio per l’economia locale, questo Assessorato al Turismo e Spettacolo, ha deciso di organizzare una serie di manifestazioni collaterali. Dette manifestazioni dovranno riguardare veri e differenti campi di interessi come: sport, musica, teatro, pittura, poesia, moda, ecc., ed avere inizio il 1° Maggio per concludersi non oltre il giovedì precedente l’inizio della Sagra.
La Croce PaleocristianaSecondo la leggenda, il rinvenimento casuale della croce avvenne perché una mucca, pascolante con l’armento in una campagna di “Chiudia”, si era inginocchiata nello stesso posto per diversi giorni di seguito attirando l’attenzione dei pastori che, incuriositi, scavarono e trovarono la Croce.
Edificata in quel posto una chiesetta, lì la croce fu conservata e si conserva da secoli.
Fin da allora Essa fu festeggiata, il 3 maggio di ogni anno con un rito squisitamente campestre avente come momento centrale una danza armata, il Tataratà, mimata al ritmo di un tamburo…
La croce di Casteltermini ha un aspetto assai rustico e suggestivo. E’ alta 3,49 metri e ha un’apertura di bracci di 2,5 metri, è fatta di legno di quercia ridotto a sezione pressoché quadrata e i due tronchi sono uniti da tre chiodi di ferro ribattuti; Alla sommità della Croce c’è un incavo di forma rettangolare, profondo 3,5 cm, largo 3,5 cm e alto 11 cm, di cui non si conosce né la funzione né l’età. Al di sopra di esso stanno le lettere: I.N.R.I.; sul patibolo stà scritto: “Ecce crucem domini nostri Jesu Christi fugite partes adversae vicit leo de tribu Juda” - “Radix David Alleluia Alleluia”.E sullo stipite, sotto la scritta: I.N.R.I. intrecciata con i simboli della Passione, si legge: P. M. H. L. S. D. P. C. N. In anno Domini V ind 1667. Infine, sul retro: I. N. R. I. “Christus vincit Deus regnat Christus rex venit in pace Deus home factus est Et verbu… caro factum est”.Le iscrizioni sono datate e risalgono al 1667; esse, a parte le prime nove lettere di parola, sono tutte leggibili e constano di versetti biblici (Apocalisse 5,5; Giovanni 1,14) e di espressioni ricavate da inni della Chiesa…
Per quanto riguarda l’analisi della datazione assoluta della Croce col metodo del Carbonio 14 (C14), per iniziativa del Prof. Francesco Lo Verde, che conduce a risultati di totale affidamento, specialmente per il legno giacchè per esso è stato possibile correggere le curve di calibrazione del C 14 con quelle fornite dal più recente metodo della dendrocronologia.
Per questo, Il Prof. Lo Verde si è rivolto ad un famoso laboratorio, quello dell’Istituto Internazionale per le Ricerche Geofisiche di Pisa, il più rinomato d’Italia, fra i migliori d’Europa, che opera per conto del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Dalle analisi del campione di legno la quercia, materiale di cui è fatta la croce è stata recisa nell’anno 12 d.c. con una incertezza massima di appena settanta anni. (continua/3)