Nel Museo Archeologico della Badia, sono presenti numerosi reperti che documentano l'antica storia della città di Licata. Fra gli episodi storici avvenuti nel territorio di Licata, si ricordano:
• la battaglia dell'Imera, avvenuta nel 310 a.C., durante la quale Agatocle venne battuto dai Cartaginesi;
-Â la battaglia navale di Capo Ecnomo (256 a.C.), svoltasi nel corso della prima guerra punica, nella quale la flotta romana di Marco Attilio Regolo, sconfisse quella cartaginese.
• durante la seconda guerra mondiale, sulle coste di Licata ha avuto luogo lo sbarco degli Alleati.
ORIGINI DEL NOME
Il nome della città ha subito nei vari secoli molteplici variazioni. Ci si riferisce infatti all'attuale Licata con molti diversi nomi: "Alukatos", Limpiadum, Limpiados, Lecatam, Cathal, Katta, Licatam, Leocata, Alicata. Il documento più antico che cita il nome di Licata è un atto di donazione da parte di Ruggiero d'Altavilla a Gerlando, vescovo di Agrigento, dove la città viene indicata con l'appellativo di Limpiadum. In un documento dello stesso anno, proveniente dall'archivio della cattedrale di Agrigento, figura invece con l'appellativo di Lecatam. Sul significato del nome nel corso dei secoli sono state formulate molte ipotesi; per alcuni deriverebbe dal greco Leucada (Λευκάδα), per altri deriverebbe dal saraceno al-Kalata (rupe fortificata, castello, luogo forte); altre ipotesi meno accreditate farebbero risalire il toponimo da tale Alì, signore del castello della città ; da alikis (salsedine); da alik (sale) ed ata (presso) nell'idioma musulmano, con allusione al fatto che la città sorgeva presso il mare e il fiume salato; da alica, da intendersi come un cereale, simile al frumento che abbondava nelle campagne licatesi o come alga, ancora oggi in dialetto chiamata "à lica", di cui il mare di Licata è ricchissimo; da Lica, madre di Dafne, una delle divinità ctonie adorate anche nel territorio di Licata; da Halycon, nome greco del Salso; da Alico, altro appellativo geografico del Salso; da Aluca, città sorta sulle rovine di Finziade; da leon (leone) e cata (presso), con allusione forse a quel leone di grande altezza e di bella fattura, che anticamente era scolpito nella dura pietra della località Stretto, a 9 km dalla città e che secondo il Serrovira fu distrutto nel 1600 dallo spagnolo Emanuele Filiguerra. Secondo Benedetto Rocco, infine, Alicata deriva dall'accusativo del nome greco Halykada (città posta sul Salso).
SIMBOLI
Di argento all'aquila, di nero al volo abbassato caricata in petto d'uno scudo d'azzurro al castello torricellato di quattro pezzi d'oro e finestrato di nero sorgente dalla campagna di azzurro,ondata di nero e di argento. Corna murale della città ." Lo stemma è una scultura lignea raffigurante l'“aquila sveva†(da alcuni erroneamente confusa con l'“aquila aragoneseâ€). Essa rappresentava l'emblema della potenza imperiale e veniva riconosciuta come distintivo d'onore delle città demaniali fedeli a Federico II di Svevia. La rocca merlata, circondata dal mare, dalla quale si alzano quattro torri dorate di diversa fattura e altezza (il regio castello a mare di San Giacomo, il Castel Nuovo, il bastione armato di Mangiacasale e la torre Gioietta), rappresenta la città stessa delimitata da due distinti rami del fiume Salso che le conferivano la forma di un'isola.
ONORIFICENZE TITOLO DELLA CITTA’
Federico II, imperatore svevo, annoverò Licata tra le 42 città demaniali della Sicilia, concedendole nel 1234 il titolo di "Dilectissima", al quale nel 1447 il re Alfonso I unì quello di "Fidelissima". (continua/1)