castelli, antichi riti e feste, sia tesori moderni anche qui monumenti celebrativi, nuove opere di grande interesse degne di essere ricordare.
Lo scopo è quello di fare conoscere la Sicilia attraverso i propri paesi, a queli emigrati, specialmente le giovani generazioni, che non hanno avuto la fortuna di visita la nostra bella Isola e quindi di conoscere le proprie radici.
Nel contempo vogliamo riocnhiamare alle moria dei più aniziani i luoghi dove ebbero i loro natali e tanti altri che prima di partire non hanno potuto visitare ,agari per mancanza di tempo o per mancanza di risorse finanziarie.
Il nostro giro, non poteva non cominciare dai comuni della capitale siciliana ed è per questo, che per riprendere questa rubrica, oggi partiamo dal comune di Caccamo nella città metropolitana di Palermo (ex provincia).
Càccamo (Càccamu in siciliano) è un comune che attualmente conta una popolazione di 8.154 abitanti
Geografia fisica
Il paese fa parte dell'Unione dei Comuni della Bassa Valle del Fiume Torto. La regione agraria del paese è la numero 7.* Le colline interne sono quelle di San Leonardo. Particolare importanza ha il vicino Monte San Calogero. Caccamo si trova a circa 10 km dal mare del golfo di Termini Merese.
Disponendo di pochissimi documenti storici da cui attingere notizie certe, le origini di Cacciamo rimangono abbastanza incerte.
Sulla base di reperti rinvenuti, si presume che i primi ad insediarsi in quel sito siano stati i cartaginesi, che si sono rifugiati in quel posto, dopo la sconfitta di Himera e la sua distruzione ad opera del tiranno di Siracusa Gelone. Contemporaneamente però, sono state rinvenute anche tracce del passaggio dei bizantini, mentre a giudicare dal nome di alcuni quartieri e di alcune contrade, fanno pensare all’insedfiamento di un nucleo di saraceni. Il termine cacciamo, infatti, potrebbe essere di origine araba.
Nel 1904 Caccamo passò ai normanni, poiché venne concessa in “feudo” a Goffredo di Sapevo
Nella parte antica del paese denominata “il castello”, si può ammirare in cima alla collina un enorme castello.
NOTE: * regione agraria è la suddivise delle varie zone agricole. Una commissione preposta allo scopo, fissa periodicamente il valore per ettaro dei terreni a seconda delle varie colture che insistono sui terreni. A questo valore, si fa riferimento in caso di espropria, ma anche come riferimento di massima in caro di compravendita tra privati.
Società
Tra alti e bassi, il comune nel 1861, al primo censimento dopo l’unità d’Italia, contava 7.188 abitanti. Raggiunse la punta massima nel censimento del 1901, per poi tornare a ascendere, presumibilmente a causa della prima ondata migratoria verso le americhe a 8.959 nel censimento del 1911. Ebbe di nuovo una impennata nel censimento del 1921 (11.368) seguita da due casi significativi nel censimento del 1931 (8.606) e del 1936 (8.897). Una nuova impennata venne registra nel censimento del 1951 (10.166), per poi continuare a decrescere per effetto della seconda ondata di emigrazione nell’immediato dopo la seconda guerra mondiale. Oggi, come sopra riportato, Cacciamo ha una popolazione di 8.154, come rilevato dai dati statici al 31 dicembre del 2016.
Cosa visitare a Cacciamo: Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture civili
- Castello medievale: è uno dei più imponenti in Sicilia e in Italia; risale al XII secolo e viene considerato un tipico castello da difesa. All'interno, di pregevole fattura il Salone della Congiura, così chiamata, perché nel 1160, alcuni baroni normanni ordirono una congiura ai danni del re Guglielmo I di Sicilia. Congiura che venne sventata in tempo e subito stroncata.
Architetture religiose
- Parrocchia di San Giorgio martire risalente al 1090;
- Parrocchia della Santissima Annunziata (1643): conserva un Tesoro e varie opere pittoriche e stucchi del XVII secolo;
- Chiesa di San Benedetto alla Badia (1615): all'interno, oltre al pavimento maiolicato del XVII secolo, sono conservati stucchi di Giacomo e Procopio Serpotta;;
- Chiesa di Santa Maria degl Angeli
- Chiesa dei Cappuccini;
- Chiesa dei Santi Michele e Biagio (1650);
- Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo;
- Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio.
Economia
Le principali risorse economiche di Caccamo sono l'agricoltura e la zootecnia. I prodotti della terra sono cereali, mandorli e ulivi. Di notevole rilevanza sono le carni prodotte a Caccamo, i prodotti caseari, proenienti dagli allevamenti di bovini, caprini e ovini e l'olio extra vergine di oliva ottenuto principalmente dalla cultivar “biancolilla” ". Tra le attività più tradizionali vi sono quelle artigianali, che si distinguono per la lavorazione del ferro battuto e della terracotta, per l'arte del merletto, del ricamo e dei vimini.
Ricorrenze e feste
- a scalunata di San Giuseppe, allestita nella parrocchia della Santissima Annunziata per la festa di San Giuseppe: una gradinata di ceri accesi.
- 'a retina, raccolta di offerte dei fedeli per San Giuseppe, praticata la domenica prima della festa, accompagnata per le vie del paese con una fila di muli bardati a festa e la banda musicale.
- 'u Signuruzzu a cavaddu, per ricordare l'entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme. Avviene la domenica delle palme con la rappresentazione di un bambino vestito da chierichetto che entra in paese su un asino bardato a festa, accompagnato dalla banda musicale e da tanta gente e bambini con palme e ramoscelli d'ulivo.
- Il beato Giovanni Liccio, domenicano del 1400, si festeggia nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, l'ultima domenica di maggio, il lunedì successivo e il 14 novembre. Dal 24 maggio 1754 principale patrono e protettore della città, viene onorato con una processione immensa.
- festa di San Nicasio Camuto de Bugio (eletto dal sindaco e dai giurati della città primario e principale patrono e protettore con atto notarile presso il notaio Pietro Ciuffo datato 31 maggio 1625) o Fiera d'agosto, tenuta l'ultima domenica di agosto e lunedì successivo.
- festa di San Giovanni Battista, l'ultima domenica di giugno, celebrata in contrada San Giovanni Li Greci, a circa 6 chilometri dal centro abitato
- festa dell'Assunta, l'ultima domenica di luglio, celebrata in contrada Sambuchi, a dieci chilometri dal paese.