Regalbuto dal 1500 al 1690 All'inizio del XVI secolo l'economia siciliana non mostrava, almeno apparentemente, segni di crisi: la produzione cerealicola dell'isola aveva ancora, per esempio, la stessa importanza che aveva avuto nel

passato; eppure la Sicilia si trovava in una situazione politico-sociale quanto mai instabile e caotica. A provocarla concorsero senza dubbio le epidemie del 152231 e del 1575-76, il terremoto e l'alluvione del 1542, le ricorrenti rivolte ed insurrezioni quali le sommosse antispagnole e le con giure baronali del 1516, l'ammutinamento di soldati spagnoli in Valdemone del 1439-43, l'insurrezione di Palermo per la carestia del 1560.

Tali eventi, aggiunti al dissesto dell'economia siciliana causato anche dall'espulsione nel 1492 degli Ebrei, che formavano allora una ragguardevole forza politica, e dalla profonda crisi del latifondo, crearono gravi squilibri sociali e nuovi problemi che accompagneranno la vita siciliana sino ai giorni nostri. Infatti tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento dilaga in tutta l'isola il banditismo, che avra' la sua permanente codificazione nella mafia.

I briganti, battendosi contro i grandi proprietari terrieri, nonostante i proclami e le punizioni esemplari comminate dai vicere' ai favoreggiatori, riuscivano ad ottenere l'appoggio dei contadini, ormai stanchi delle angherie dei baroni. E', in sostanza, una grande rivolta sociale che dividera', sempre piu', la societa' siciliana in due: da una parte i piu' ricchi, i nobili e dall'altra i poveri con la loro infinita e disperata miseria. Nonostante tale situazione l'opinione pubblica guarda ancora con grande rispetto alla monarchia, e numerosi intellettuali e borghesi sperano in una sua iniziativa che limiti gli abusi del baronaggio, favorendo una maggiore connessione tra le classi. Cio' purtroppo non avviene dal momento che la monarchia spagnola, sempre piu' in crisi, e' costretta a vendere i Comuni della corona ai signori e a lasciare ad essi ed alla Chiesa mano libera, accrescendo i loro privilegi a danno delle altre classi sociali. La Chiesa subisce, in questo periodo, il turbamento spirituale provocato dalla scissione luterana.

Ma questo non influisce minimamente sul suo potere temporale. Essa infatti diviene, nel generale degrado e nelle carenze istituzionali, l'unica autorità stabile a cui poter far riferimento. Caratteristica di questo periodo e' la proliferazione di case religiose maschili e femminili sia nelle città che nei piccoli centri, dovuta anche alle leggi sul maggiorasco. Le famiglie aristocratiche e quelle borghesi in seguito, molto spesso, per non dividere il patrimonio, costringevano i figli piy giovani, o le figlie, ad entrare nei conventi o nei monasteri.

La vita religiosa non implicava oltretutto una perdita di rango e poteva anzi far sperare in una brillante carriera ecclesiastica. Ni la religione impediva ai cadetti dell'aristocrazia una vita in-dubbiamente mondana, se non addirittura licenziosa.

L'aumento di potere della Chiesa e le circostanze che la portarono a sostituirsi di fatto in molte funzioni all'autorità regia ci fanno comprendere, in parte, la tenace resistenza che essa ebbe in seguito di fronte a chiunque volesse limitarne i poteri, o riconsiderarne l'immunità. Nascono cosl le premesse che porteranno, in seguito, a molteplici e piy o meno famose controversie e liti giudiziarie in tutta la regione e a cui anche il Comune di Regalbuto non fu estraneo (vedi la controversia sulla chiesa di S. Calogero tra i Regalbutesi e i vescovi di Catania, o ancora la secolare lite giudiziaria tra gli abitanti di Regalbuto e i vescovi di Messina [AA.PP.]).

Tuttavia la chiesa, pur tenendo stretti legami con l'aristocrazia, tenta di ricostruire nuove relazioni con le classi subalterne e propone una nuova serie di interventi, codificati poi dal Concilio. di Trento, miranti a colpire la corruzione che in essa allignava da tempo e dando nuovo impulso a tutti gli ordini religiosi. Gli ordini monastici saranno in conseguenza la cinghia di trasmissione di questi nuovi fermenti, dato che essi assicureranno un indirizzo unitario ed una maggiore espansione ai progetti della Controriforma.

Assistiamo allora in tutta l'Isola, e quindi anche a Regalbuto, a un rifiorire dei vecchi monasteri e all'insediamento di nuovi. A Regalbuto, come d'altra parte in tutta la regione, furono gli ordini monastici gli esclusivi detentori della cultura; essi intuirono la rilevante valenza politica dell'istruzione e stabilirono usi e precetti innovatori, come ad esempio quello sulla gratuita dell'insegnamento, suggeriti dallo stesso vicere' Ferdinando Gonzaga.

Alcuni di questi ordini religiosi sono sicuramente presenti nel nostro Comune sin dall'inizio del XV secolo (A(Tostiniani, Carmelitani, Domenicani, ad esempio); ma solo dopo la seconda meta del Cinquecento, in seguito al moltiplicarsi delle loro iniziative e ad una loro maggiore "specializzazione", essi acquisteranno impulso e vigore. Tra di essi il piu' intraprendente e di gran lunga il piu' importante, nella storia della nostra comunita, fu l'ordine degli Agostiniani.

Confraternite e Congregazioni

Oltre agli Ordini religiosi un contributo sicuramente efficace al cambiamento del clima religioso regalbutese negli anni successivi alla chiusura del Concilio tridentino venne dalle confraternite e dalle varie associazioni laicali. I dati fornitici dalla nostra ricerca sono purtroppo incompleti ma sufficienti per esprimere alcune indicazioni e opinioni. La crescita e l'affermarsi di numerose confraternite denotano in questo periodo, la vitalita del fenomeno associativo nel nostro paese. A Regalbuto le diverse forme di associazionismo laicale erano suddivise in confraternite e congregazioni. Le confraternite erano quelle di S. Vito, Santa Maria della Croce, S. Antonio da Padova e di S. Sebastiano.

Il liceo di Regalbuto

Durante il periodo del dominio dei Borboni, per iniziativa generosa di alcuni privati, furono fondate in Sicilia diverse istituzioni scolastiche che assolsero una funzione storica importante quale quella del risveglio di una regione, la siciliana, che per tanti secoli e per varie cause, era rimasta isolata e in ritardo rispetto alle altre d'Italia. Fra questi istituti va menzionato il Collegio degli Studi di Regalbuto, un liceo che dovette affrontare "molte difficolta ed eventi incresciosi" nel corso della sua esistenza. A quei tempi Regalbuto, che faceva parte della provincia di Catania, contava qualcosa in piu di 8000 abitanti. Come afferma A. Narbone, nella sua Bibliografia Sicula sistematica, il Colle gio ebbe i suoi inizi nel 1740, quando i padri Gesuiti aprirono una scuola pubblica di Grammatica in un edificio donato dalla famiglia Taschetta. Alla scuola, che contava sette allievi nel suo primo anno di attivita, ne fu affiancata un'altra per l'insegnamento dell'Umanita e della Retorica.

Chiuse nel 1768, per l'espulsione dei Gesuiti, vennero riaperte dal Governo come Regie Scuole. Verso la fine del secolo furono affidate alla vigilanza del sacerdote A. Citelli che ne fu anche nominato sovrintendente: Ma l'effettiva costituzione del "Real Liceo laico" di Regalbuto ebbe luogo nel 1815 con l'aggregazione alle suddette scuole di altre quattro. L'istituto con sede nel vecchio edificio gesuitico fu ordinato in sei cattedre "bastanti a formare un uomo di lettere", e venne affidato alle cure di due deputati: il primo era nominato, dietro proposta dell'Amministrazione Comunale, dalla Deputazione generale agli studi di Palermo; mentre l'altro con funzioni di direttore, veniva eletto dall'amministrazione dell'Abbazia Garagozziana, che provvedeva anche al suo parziale mantenimento. Nel 1824 annoverava sei sacerdoti come insegnanti, tutti del luogo, e circa ottanta allievi. Nel 1840 gli studenti iscritti erano centodieci.

Direttore della scuola per circa ventidue anni, fino al 1837, fu don Salvatore Cardaci che vi insegnava anche Teologia. Il Collegio degli Studi nella sua esistenza fu influenzato pesantemente dai raggruppamenti di persone e di famiglie che si battevano per la conquista del potere locale, e dai contrasti e le vertenze che opposero il Decurionato con l'amministrazione dell'Abbazia Garagozziana e che duro' per molti decenni. I sindaci, sfruttando le incerte procedure della legislazione borbonica, si ingerirono negli affari scolastici. I contrasti sorsero sulle prerogative nella nomina di nuovi insegnanti e sull'istituzione di nuove cattedre come quella Teorico-Pratica di Agraria e di Fisica. Questi nuovi insegnamenti erano sostenuti dai rappresentanti del Decurionato. Verso queste nuove istanze l'Abbazia Garagozziana fu insensibile e la vertenza divenne sempre piu lotta di potere per circa quaranta anni, senza che si tenesse in conto il miglioramento culturale, morale e civile del paese. I conflitti perdurarono anche sotto la direzione del laico Placido Citelli che si scontro' con gli amministratori comunali e con alcuni insegnanti. Nel 1851 la direzione fu assunta da Ignazio Compagnini. Con il raggiungimento dell'unita d'Italia nel 1860, il comune di Regalbuto perse il suo liceo. In cambio furono create le scuole elementari.

 Regalbuto distaccato dal circondario di Centorbi

Col real decreto firmato l'11 ottobre 1817 e con la legge del 16 aprile 1819 la Sicilia veniva divisa in sette valli o province: Palermo Messina, Catania, Girgenti, Siracusa, Trapani e Calta nissetta. Le prime tre costituivano le province maggiori, e in esse vi risiedeva la gran Corte Civile; mentre le altre erano denominate valli minori. Queste province furono divise in 23 distretti e questi, per quanto riguardava l'amministrazione della giustizia, in 150 circoscrizioni. Questi circondari erano a loro volta suddivisi in tre classi: la prima comprendeva le province; la seconda i capoluoghi di distretto con piy di 15000 abitanti e la terza i capoluoghi con meno di 15000 anime. In base a questa legge Regalbuto, facente parte del distretto di Nicosia e appartenente alla provincia di Catania, non fu elevato a capoluogo di circondario ma fu sottoposto alla giurisdizione di Centorbi insieme ai comuni di Catenanuova e Carcaci. L'intera popolazione del circondario era di 10728 abitanti di cui 3600 a Centorbi, 6363 a Regalbuto, 615 a Catenanuova e 150 a Carcaci. Costituiva un circondario di terza classe in quanto non si superava la cifra di 15000 abitanti.

La scelta del Governo era caduta su Centorbi in quanto il comune era situato al centro del circondario, mentre Regalbuto era posto nella punta estrema della circoscrizione circondariale e cir sarebbe stato pregiudizio ad un effettivo svolgimento dell'amministrazione giudiziaria. Tale decisione governativa fu avversata dai Regalbutesi che inviarono svariati reclami alle autorità superiori nei quali vi avanzavano la richiesta che la sede della giustizia circondariale fosse trasportata in Regalbuto o che, rimanendo Centorbi capoluogo, fosse il comune emancipato ed elevato circondario a si. Le motivazioni che vennero fatte valere erano:

  • Regalbuto aveva quasi il doppio della popolazione del comune di Centorbi;
  • che per il suo territorio passava una strada rotabile regia che lo rendeva punto di passaggio e di scambi commerciali;
  • la presenza di varie istituzioni morali e di vari "utili stabilimenti";
  • l'avere sufficienti rendite patrimoniali;
  • il carattere dei suoi abitanti, litigioso e inquieto, necessitava la presenza in loco del magistrato per reprimere e sorvegliarne meglio il loro comportamento;

Ma con la legge dell'aprile del 1819 era anche espressamente vietata la presentazione di qualsiasi reclamo tendente a modificare la designazione dei capoluoghi fino alla data del settembre 1822. Il Real Governo non voleva dare un voto favorevole a tali rimostranze in quanto preoccupato che le concessioni avrebbero spinto altri comuni a muoversi in tal senso, ed era mosso inoltre dalla preoccupazione di sconvolgere la già stabilita organizzazione dell'amministrazione giudiziaria. Intanto con il Real decreto del 17 ottobre 1821 fu istituita un'autorità giudiziaria in tutti i comuni non capoluoghi in qualità di supplente del regio giudice del circondario con le funzioni di ufficiale di polizia e giudiziaria, di giudice delle contravvenzioni di polizia e dei delitti commessi.

Tutto questo fu pensato e realizzato in quanto il giudice del circondario non sempre poteva trovarsi sul luogo dei delitti per assodarne le prove. Nel frattempo i reclami del Decurionato di Regalbuto continuarono ottenendo il voto favorevole del Consiglio Provinciale di Catania che per ben tre volte emanr delle deliberazioni in tal senso, specialmente in seguito alle sommosse scoppiate nel comune a causa dei contrasti tra le due fazioni in lotta per il potere comunale. Questa posizione favorevole presa dall'autorità governante la provincia di Catania richiamr l'attenzione del Real Governo. Con la considerazione che il comune di Regalbuto aveva una popola zione di 8000 abitanti, un vasto territorio, una rendita patrimoniale sufficiente ed era situato sulla regia strada che da Palermo conduceva a Messina, il Real Governo accolse finalmente il voto che gli era stato inviato dal Consiglio Provinciale e il 4 dicembre 1838 decretr che il comune di Regalbuto fosse distaccato dal circondario di Centorbi e dal 1 gennaio 1839 dovesse formarne uno a si.

Una voce popolare di quei tempi affermava che tale voto fu ottenuto grazie al pagamento di 100 onze al giudice regio affinchi redigesse un rapporto favorevole alle autorità superiori. Cosl Regalbuto dopo circa 20 anni di sottomissione a1 circondario di Centorbi ne formr uno proprio. Nel gennaio del 1839 si installr come primo giudice del nuovo circondario il signor Paolo Mazzone D'Aula.

Chiese e Monumenti

(fine)