che corrono dall'interno verso la linea della costa, ora piana e sabbiosa ora scogliera selvaggia e frastagliata, aperta sull'azzurro cupo del mare Africano.
In questo ambiente dalla vegetazione erbacea ed arbusta si estendono finissime dune sabbiose spazzate dal vento e disegnate dalle orme degli scarabei, dei gabbiani, degli aironi e delle tartarughe marine che grazie alla limpidezza delle acque ed alla lunga esposizione solare, depongono le loro uova sulla battigia.
La contrastante morfologia di questi terreni, ora aridi ora feraci, esalta la monotonia dei campi coltivati creando incantevoli paesaggi.
Un territorio partorito da una natura vigorosamente benigna che ha voluto mettere in contrasto inaspettati e splendidi scenari, mirabilmente descritti nel "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il personaggio più noto, che in questi luoghi visse:
"... riappare l'aspetto della vera Sicilia, quello nei cui riguardi città barocche e aranceti non sono che fronzoli trascurabili: l'aspetto di una aridità ondulante all'infinito, in groppe sconfortate e irrazionali, delle quali la mente non poteva afferrare le linee principali, concepite in un momento delirante della creazione ...".
Una terra che ha voluto elargire a questi centri, legati per storia, tradizioni e sostentamento, una ricca economia agraria fatta da prodotti di eccellente qualità: olivo, ficodindia, carciofi, agrumi e soprattutto la vite e l'industria vitivinicola dai notevoli livelli qualitativi.
Tuttavia questa stessa terra, geologicamente fragile, ha tradito i tanti paesi del Belice, paesi sbriciolati nel 1968 a causa di un disastroso terremoto;
una calamità naturale che ha insegnato alla gente quanto le testimonianze del passato sono insostituibili per la comunità storica.
La tranquillità di queste terre, la dolcezza del clima, le bellezze naturalistiche, le testimonianze archeologiche, insieme alle tradizioni folkloristiche ed alle produzioni artigianali ed enograstronomiche tipiche, fanno delle Terre Sicane uno dei posti più accoglienti ed interessanti della Sicilia.
Di questi comuni, nel nostro giro immaginario per la Sicilia sconosciuta, oggi vogliamo presentare il comune di Montevago.
Storia del comune
Montevago (Monte Vaghis)
Ridente cittadina, che racchiude giovinezza e sobrietà nel suo stesso nome, nacque dalla visione panoramica di un sogno:
"sopra un altipiano, in un mattino di primavera è sbocciata come un fiore nella vaghezza degli orizzonti circostanti".
Su un'ampia piattaforma che domina l'intera valle del Belice è situata Montevago (Comune della Sicilia occidentale in provincia di Agrigento).
L'altopiano si affaccia dal lato nord-est, sulla valle del torrente Senore e comprende anche l'abitato di Santa Margherita di Belice. Questa zona è stata, sin dal periodo più remoto, luogo di insediamenti umani, ipotesi questa (in mancanza di una sistematica esplorazione) che scaturisce dai ritrovamenti di materiale archeologico
Storia ed Arte
L'altopiano di Montevago, linea di demarcazione tra Sicilia occidentale e quella orientale, è divenuto teatro di avvenimenti bellici connessi alle lotte tra Greci e Punici.
La battaglia sul fiume Crimiso (339 a.C. - Approfondimento) - combattuta tra l'esercito greco guidato da Timoleonte e quello punico sotto la guida di Amilcare ed Asdrubale - narrata da Plutarco e Diodoro, sembra potersi localizzare sull'attuale ramo sinistro del Belice.
Infatti, l'ipotesi è supportata sia dalla configurazione della zona, nonchè dalla descrizione ricavata dalle fonti storiche.
Inoltre, dal pianoro di Montevago, dove probabilmente si era accampato Timoleonte, la valle del fiume poteva essere facilmente raggiunta; è da notare che in contrada Saccafena vi è un dosso collinare, chiamato "coddu di lu Grecu", da cui poter facilmente controllare la vallata, osservatorio di Timoleonte durante la battaglia del Crimiso.
Per localizzazione della battaglia è importante rilevare che nella contrada "serra di li fossa" sono state rinvenute numerose tombe con scheletri e relativo corredo funerario tipico dei guerrieri.
Nel 827 d.C. l'esercito musulmano, guidati da Asad, sbarcò in Sicilia e si scontrò con l'esercito bizantino, guidato dal generale Palata, sconfiggendolo.
Dopo i musulmani, nella zona sono sorti casali e villaggi, di cui rimangono citazioni nei documenti del periodo normanno con riferimenti a nuclei urbani;
tra questi si ricorda "Rabl Al-Balat" nei pressi della località Calatrasi, il casale Belich e Mazil Sindi detto successivamente Miserindino che darà il nome, sin dal XIV secolo, all'omonima baronia.
La storia di Montevago
La storia di Montevago nasce con il suo fondatore Don Rutilio Xirotta e vanta tra le sue figure di maggiore spicco, il Cardinale Pietro Gravina.
Lo stesso Cardinale volle la costruzione della monumentale Chiesa Madre, poi distruta dal terremoto nel gennaio 1968.
Di splendida fattura e di grande impatto artistico i doni donati dalla famiglia Gravina ed in particolare dal Cardinale Pietro Gravina.
Luoghi da visitare
Il nostro territorio offre ai suoi visitatori dei paesaggi rurali di incotaminata bellezza ed alcuni dei quali, a forte caratterizzazione archeologica come la Contrada Caliata dove è possibile ammirare i resti di un casale musulmano oppure in Contrada Mastroagostino, dove sono stati ritrovati i resti di una villa rustica romana.
A Montevago potete inoltre, beneficiare dei servizi offerti dal complesso termale "Terme Acqua Pia" e dall´area attrezzata del Bosco del Magaggiaro, dove passare giornate rilassanti immersi nella natura.
Con il termine "Terre Sicane" si suole indicare la parte di quel territorio siciliano abitato dai Sicani, una popolazione anellenica di origine Iberica migrata, sull'isola attraverso l'Italia, intorno al XII sec. a.C., e successivamente ellenizzata dai coloni greci a partire dall' VIII secolo a.C..