Storia
La fondazione avvenne intorno al 1612 a seguito di una licentia populandi (così allora veniva chiamato il permesso di costruire un insediamento abitativo) ottenuta da Blasco Isfar et Corillas dal Re di Spagna ed il nome attribuito all'insediamento fu quello di Cattolica proprio in ossequio a Sua cattolicissima Maestà, il re Filippo III. La nuova città venne presto elevata al rango di baronia e poi di ducato. La denominazione attuale di Cattolica Eraclea venne stabilita da un Regio decreto del 1874, che aggiunse al nome originario quello dell'antica colonia greca Eraclea
Dalla fine del VI secolo a.C., Eraclea Minoa passò sotto il dominio di Akragas e successivamente alla invasione punica del 409 a.C. passò nella zona sotto il controllo cartaginese: durante le guerre greco-puniche il vicino fiume Platani ha segnato per secoli la linea di confine naturale tra la epicrazia cartaginese in Sicilia ed i territori sotto l'influenza siracusana. Contesa tra greci e cartaginesi cadde, ora in una, ora nell'altra mano, finché nel III secolo a.C. non divenne colonia romana. Dal I secolo a.C. in poi venne abbandonata.
Simboli
Ecco la descrizione dello stemma del Comune di Cattolica Eraclea:
« D'azzurro, a tre vulcani d'argento vampanti di rosso, cimati da una stella d'oro »
Monumenti e luoghi d'interesse
Toponimo
Venne chiamata Eraclea in onore di Eracle[1] mentre Minoa sembra collegarsi alla leggenda secondo cui il re cretese Minosse avrebbe inseguito Dedalo fino in Sicilia per punirlo del suo aiuto dato ad Arianna e Teseo alle prese con il labirinto. Minosse avrebbe poi trovato la morte proprio in questi luoghi per mano dello stesso re sicano presso cui Dedalo si era rifugiato. Il regno di Kocalos era in effetti situato lungo le rive del fiume Platani con capitale Kamikos.
Heraclea: età romana
La città viene riportata nelle Verrine di Cicerone tra le civitates decumanae della Sicilia romana[2]. Nel 131 a.C. il pretore Publio Rupilio vi dedusse una colonia[3], da cui si suppone che la città si spopolò quasi del tutto durante la prima guerra servile.
Narra lo stesso Cicerone il suo arrivo notturno a Eraclea:
« Se Lucio Metello lo avesse consentito, o giudici, erano pronte a presentarsi qui le madri e le sorelle di quegli infelici. Una di queste, mentre io mi stavo avvicinando a Eraclea, mi venne incontro con tutte le donne sposate di quella città alla luce di molte fiaccole, e rivolgendosi a me con l'appellativo di salvatore, chiamando te suo carnefice, invocando fra le lacrime il nome del figlio, l'infelice si prostrò ai miei piedi, quasi che io potessi risuscitare suo figlio dai morti. »
Area archeologica
Gli scavi archeologici sulle rovine vennero intrapresi in maniera sistematica a partire dal 1950.
La città viene considerata tipica per comprendere l'urbanistica delle città ellenistiche e romane. Di grande interesse sono: il Teatro, costruito alla fine del V secolo a.C., che si apre con la cavea, divisa in nove settori a dieci gradoni, verso il Mare Mediterraneo; il quartiere delle abitazioni ellenistiche e romane con impianto urbanistico ad "insulae", separate da strade parallele; l'Antiquarium, che raccoglie una selezione di reperti ceramici e statuette votive provenienti dall'abitato e dalla necropoli.
Sono in parte visibili anche i resti della cinta muraria della città costruita tra la fine del VI e la fine del IV secolo a.C., della lunghezza stimata di circa 6 chilometri. A nord-est delle mura si riconoscono ancora otto torri quadrate.
Ubicazione
Eraclea Minoa è posta nel territorio del comune di Cattolica Eraclea in prossimità del fiume Platani (antico Alico); la zona oggi prende il nome di Capobianco per via di una candida collina marnosa che si protende sul mare nelle vicinanze. È facilmente raggiungibile, provenendo da Agrigento per mezzo della Strada statale 115, dopo il bivio per Montallegro, svoltando sulla destra seguendo poi la relativa segnaletica.
Monetazione
A Eraclea Minoa è attribuibile una rara emissione dedicata al culto di Eracle[