Architetture civili
- Palazzo Gaetani
- Palazzo Malfitano
- Palazzo Morillo
- Palazzo Destro (PND
Architetture militari
- Castello chiaramontano: costruito nel Trecento dalla famiglia dei Chiaramonte. Il complesso, in tufo e dalla forma irregolare, comprende un muro di cinta con cammino di ronda, una torre quadrata, voluta da Federico II d'Aragona nel 1330, e l'imponente mole massiccia del maschio, a cui si accede da un portale dalla ricca incorniciatura. Gli ambienti interni, coperti da volte a botte, comprendono un salone, a cui si accede da una porta trecentesca, e un'ampia cisterna aperta che veniva usata talvolta come prigione. Dichiarato nel 1912 monumento nazionale, è stato oggetto d'interventi di restauro mirati sia alla conservazione che ad una destinazione a museo.
- Reggia di Cocalo, meglio conosciuta come "Castellaccio".
- Resti delle mura cittadine.
- Porta d'Oro (o Porta Vecchia).
Siti archeologici
Limitrofe al centro urbano, in contrada paradiso, si trovano delle catacombe paleocristiane, sono sepolture rurali a nicchia e arcosolio. La maggiore delle catacombe prende il nome di Grotta delle Meraviglie ed è lunga circa 20 metri.[8]
Etnie e minoranze straniere
Nei primi mesi del 2013, così come riportato dai telegiornali nazionali in occasione di alcuni fatti di cronaca, nel vasto territorio comunale di Naro, sarebbero stabilmente residenti circa 500 rumeni, dei quali circa la metà non risulterebbero legalmente residenti in Italia.
Tradizioni e folclore
La sagra del mandorlo in fiore trova origine a Naro, dove venne celebrata per la prima volta nel 1934.[10] In ricordo di ciò ogni anno si tiene in città, il lunedì successivo al termine della sagra ormai spostatasi ad Agrigento, la festa della primavera narese, che vede l'esibirsi di diversi gruppi folkloristici locali ed internazionali e l'assegnazione del titolo di miss primavera alla ragazza più bella e del trofeo aurea fenice al miglior gruppo.
La festa di San Calogero
Il patrono è San Calogero, la cui festa si tiene il 18 giugno, con una tradizionale processione durante la quale la statua del santo nero, posta su una enorme slitta detta "straula", viene trascinata dai fedeli con delle funi lunghe circa 200 metri, lungo le vie della città per circa un chilometro, dal Santuario di San Calogero fino alla chiesa madre. Il periodo dei festeggiamenti ha inizio il 15 giugno con "l'acchianata" del simulacro dalla grotta al Santuario e termina il 25 giugno con la cosiddetta ottava di San Calogero. Durante questi dieci giorni in città si svolgono diverse processioni con il simulacro del Santo oltre a manifestazioni artistiche e culturali, le vie principali inoltre sono allestite a fiera e mercato.
La cappella dove è conservato il simulacro di San Calogero all'interno del Santuario di Naro.
Durante tutto l'anno il Santuario è meta di molti fedeli che vengono a ringraziare il Santo per le molteplici grazie ricevute, uno dei modi più caratteristici di ringraziare il Santo consiste nel portare al Santuario delle forme di pane modellate come le parti del corpo guarite per intercessione del patrono, San Calogero è infatti venerato come Santo taumaturgo (che guarisce dalle malattie). Queste forme di pane vengono benedette dai padri guanelliani e poi distribuite ai fedeli. Il flusso di persone devote al Santo nero si fa più copioso a partire dal 18 maggio, inizio del mese di San Calogero, e culmina con la festa del 18 giugno.
Secondo la tradizione l’eremita sarebbe apparso, durante la grave pestilenza dell’anno 1626, a suor Serafina Pulcella Lucchesi, bizzoca cappuccina, sepolta nella grotta del Santuario di San Calogero, vissuta e morta in odore di santità. Nella su apparizione il Santo annunciò che Dio si era placato per le sue preghiere e che la peste sarebbe presto cessata. Le cronache inoltre narrano che nel 1693 Naro, sempre per intercessione del Santo, sarebbe stata preservata dal terribile terremoto dell’11 gennaio, il fatto viene ricordato ogni anno con una processione del simulacro per le vie cittadine. Ai tradizionali festeggiamenti del 18 giugno e dell'11 gennaio da qualche anno si è aggiunto un terzo appuntamento: la festa di "San Calò per gli emigrati" che si svolge durante una delle domeniche di agosto con lo scopo di permettere ai tanti emigrati che tornano durante le ferie estive di poter festeggiare il Santo patrono.