CALASIBETTA LA STORIA
l nome di Calascibetta deriva probabilmente dall'arabo "qalʾat" (قَلْعَة) e "xibet o scibet" (/ˈʃibet/) parola che indica proprio il monte su cui si erge il centro abitato. Viene comunemente tradotto come "il castello sulla vetta",
proprio a tal riguardo può darsi che la parola xibet abbia legami con la parola araba jabal (جَبَل) che significa montagna (così come accade per la parola Mingibeddu. Si presume che Calascibetta sia nata nel IX secolo come accampamento militare musulmano, sulla rocca antistante Henna, per tentare l'assedio della roccaforte bizantina. Il territorio fu abitato già in epoca antichissima, come testimoniano le necropoli della Calcarella (XI-X secolo a.C.), di Realmese (con tombe dei secoli IX e VI secolo a.C.), di Valle Coniglio (sec. X-VII a.C.) e di Malpasso (età del rame). Frequentata in epoca bizantina come attestano documenti ottocenteschi relativi a grotte basiliane affrescate, si ritiene che una vera e propria fondazione di Calascibetta sia avvenuta con la conquista normanna dell'isola, dove appare menzionata nel 1062, quando fu fortificata da Ruggero I, che fece costruire il castello denominato “Marco”, la prima cinta muraria, il primo borgo, durante l'assedio di Castrogiovanni, e il grande duomo dedicandolo alla Vergine Maria e all'Apostolo San Pietro. In seguito rimasta città demaniale, conosce un periodo di ineguagliato splendore, favorita e preferita come fu dai re aragonesi, tra cui Pietro II che durante un soggiorno vi spirò, che la dotarono, sull'esempio dei normanni, di templi e monumenti. I suoi abitanti sono chiamati xibetani.
SITI ARCHEOLOGICI
La Necropoli di Realmese è un sito archeologico dell'Età del Ferro, a tre chilometri da Calascibetta. Questo sito è una necropoli di tipo pantalicano, costituita da 288 tombe a "grotticella" molto particolari, risalenti al periodo compreso tra il IX e il'VI secolo a.C. È facilmente raggiungibile dall'autostrada A19 uscita Enna. Per trovarlo ci sono molte indicazioni stradali a partire dall'uscita dell'autostrada in poi, è raggiungibile anche dai pullman, all'interno del parco archeologico vi è un ampio parcheggio. I reperti rinvenuti dall'archeologo Luigi Bernabò Brea tra il 1949 ed il 1951 sono esposti presso il Museo Paolo Orsi di Siracusa ed il museo Varisano di Enna.
CULTURA I MONUMENTI
• Chiesa Maria SS. del Monte Carmelo;
• Chiesa Madre dedicata a San Pietro e Santa Maria Maggiore, fondata nel 1340 dal re Pietro II d'Aragona che nel 1342 la elevò a Regia Cappella Palatina, la seconda della Sicilia dopo quella di Palermo. Il suo tesoro è conservato presso il museo diocesano di Caltanissetta. Ospita sculture in marmo di scuola gaginiana del XVI sec.;
• Chiesa di San Giovanni Evangelista, detta anche di Santa Lucia o Collegio di Maria;
• Chiesa Maria SS. dell'Itria;
• Chiesa del SS. Salvatore o di San Benedetto;
• Chiesa di San Giuseppe;
• Chiesa di San Vincenzo;
• Chiesa di Sant'Antonio Abate, edificata nel 1409, nel XVII sec. fu ristrutturata, in seguito all'annerimento delle pareti dovute ad un fulmine, oggi mostra numerosi stucchi di Barocco Siciliano;
• Cappella del SS. Crocifisso, detta Chiesa di Santa Barbara dall'antico ospedale annesso del 1347 già succursale dell'Ospedale di Santo Spirito di Roma in Saxia;
• Chiesa di San Francesco d'Assisi (Convento dei Cappuccini), che conserva l'adorazione dei magi, una pregevolissima tela del pittore manierista toscano Filippo Paladini del 1610;
• Santuario Maria SS. di Buonriposo;
• Chiesa Maria SS. della Catena;
• Chiesa di San Paolo;
• Parrocchia Ortodossa San Giovanni Battista, (già chiesa San Domenico);
• Chiesa di San Pietro;
• Torre Normanna;
• Villaggio bizantino di contrada Canalotto
• Necropoli di Realemse.
• Antico Quartiere Ebraico, Calascibetta fu una delle 57 città con comunità ebraica della Sicilia dal 1350 al 1492. Le vie: Giudea, Faranna, e Roma già via Borgo, costituiscono il cuore dell'antico quartiere ebraico della città. Il mikveh (vasca per la purificazione) è collocato nella via Giudea bassa . (da vikipedia)
NOTA: Le foto del portale sono prese in gran parte da Internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, basterà segnalarlo alla redazione che provvederà prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate.