BARRAFRANCA (EN) LA STORIA
Barrafranca risale probabilmente all'antica Hibla Heraia (o Galeota o Galatina), poi romanizzata con il nome di Callonania. In epoca normanna l'abitato si chiamò Convicino e divenne feudo della famiglia Barresi, intorno al 1330.
Duecento anni dopo, nel 1529, Convicino assunse l'attuale nome di Barrafranca. Il nome del comune, molto probabilmente, deriva da Francesco Barresi che, nel XIII secolo, propiziò la costruzione delle prime case del comune. Secondo altri, invece, da "barriera franca" in quanto, per far incrementare la popolazione e i commerci, Matteo III Barresi, marchese di Barrafranca, aveva esentato dalle franchigie che si dovevano pagare per attraversare il paese ai nuovi arrivati e ai commercianti di passaggio. In seguito, grazie a un clima di pace e di libertà garantita ai cittadini, Barrafranca incominciò un periodo di costante aumento della popolazione residente, sia per l'ottima accessibilità del paese, sia per l'ampia possibilità di trovare un lavoro nelle miniere di sale. Il paese cominciò a espandersi attorno al castello dei Barresi, estendendosi prima a ovest verso il quartiere Sopra Canale poi verso le terre del monastero a est e successivamente a nord.
ONORIFICENZE MEDAGLIA DI BRONZO AL MERITO CIVILE
La cittadina durante il secondo conflitto mondiale subì i bombardamenti aerei, prima americani e poi tedeschi, che provocarono numerosi morti e feriti e la distruzione quasi totale delle abitazioni. La popolazione sopportò gli avvenimenti bellici con coraggiosa determinazione e generosa solidarietà, prodigandosi in aiuto dei superstiti. Chiaro esempio di spirito di sacrificio ed elette virtù civiche. Luglio 1943 - Barrafranca (EN)
MONUMENTI E LUOGHI D'INTERESSE ARCHITETTURE RELIGIOSE
La Chiesa Madre di Barrafranca
• Chiesa madre del 1728. Edificata sulla preesistente chiesa di San Sebasttiano, ha stucchi dei fratelli Signorelli. Importante la statuetta del Santissimo Crocefisso, una acquasantiera con lo stemma dei Barresi. Tele: la Madonna della Purificazione di Filippo Paladini, la Mercede e la Consolata.
• Chiesa di Santa Maria dell'Itria del XV secolo. All'interno è custodita l'Annunziata di Mattia Preti.
• Chiesa Sacro Cuore, in stile moderno.
• Chiesa San Giovanni
• Chiesa madre della Divina Grazia. Costruita intorno al 1650, vanta un portale in pietra intagliata e un quadro di vaste proporzioni raffigurante Maria Santissima delle Grazie.
• Monastero delle Benedettine e chiesa di San Benedetto del tardo barocco siciliano. Ha un altare ligneo scolpito, incorniciato da colonne a tortiglione.
• Chiesa di Maria SS. della Stella. Antecedente al 1598, è la chiesa più antica di Barrafranca. All'interno sono custoditi i quadri raffiguranti San Isidoro agricola di Pietro D’Asaro e Sant'Alessandro di Francesco Vaccaro. Bello anche il Cristo Deposto ovvero il "Signore dell'Urna", realizzato in cartapesta. La figura di Cristo è in scala naturale, con il collo e gli arti inferiori piegati, di lunghezza pari a 1,40 m. Il corpo è posto in posizione tale da essere facilmente adagiato all'interno dell'urna per un allestimento in Chiesa, e per essere trasportato in processione.
• Chiesa di San Francesco. Anteriore al 1694, all'interno ospita le statue dell'Immacolata e di San Pasquale Baylon. L'altare maggiore è realizzato in legno scolpito e intarsiato.
• Chiesa Santa Famiglia di Nazareth, in stile moderno, edificata nei primi anni ottanta e ristrutturata nel 2007.
MUSEI
• Museo Bellico;
• Museo della Passione.
CULTURA E TRADIZIONI
• Domenica prima del Martedì Grasso - I Pignatuna. Un re, una regina e 12 cavalieri (rappresentanti i 12 mesi dell'anno), recitano le loro parti a cavallo. La recita è seguita dalla rottura dei Pignatuna, vasi in terracotta riempiti con caramelle e monete.
• 19 marzo - Festa del PatriarcaSan Giuseppe, celebrata con la sacra rappresentazione della "fuga in Egistto" dell'abate Giuseppe Nicolò Baldassare Russo.
• 1º maggio - Festa dellaSanta Famiglia di Nazaret, processione per la tradizionale " Via dei Santi" e giochi pirotecnici.
• dall'1 al 3 maggio - Fiera del Bestiame, dell'Artigianato e dell'Agricoltura.
• 3 maggio - Festa di Snt’Alessandro, Patrono di Barrafranca. L'ultima domenica d'Agosto è la festa di Maria Madre della Divina Grazia, i festeggiamenti iniziano tre giorni prima con la sfilata di cavalli e stendardi, che dalla piazza principale, sfilano verso la chiesa della Grazia dove, all'arrivo tra il clamore e l'emozione dei fedeli, si assiste alla "scinnuta" della Vergine dal suo altare in mezzo alla gente. Il sabato dopo, i solenni vespri viene rappresentata la sacra rappresentazione di Maria di Nazareth, opera teatrale recitata in dialetto barrese. La domenica verso le 9, inizia la processione della Vergine per le vie cittadine, che rientrerà in chiesa dopo 4 ore circa. Durante il tragitto, si susseguono degli eventi scenici come, il saluto dei tre arcangeli alla Vergine, e il canto del Magnificat in piazza Regina Margherita.
• 8 settembre - Festa di Maria Santissima della Stella, compatrona di Barrafranca. Assumono particolare interesse i ritini: il trasporto delle offerte in grano con carri e muli riccamente bardati.
• Settimana Santa - Presepe della Passione, Il Presepe esaminato come insieme unitario di statuine, si narra la passione, morte, resurrezione e ascensione di Gesù.
• 4 ottobre - I palloni di San Francesco. Piccole mongolfiere in carta velina che vengono realizzate dai soci dell'Associazione Turistica Pro Loco di Barrafranca in occasione della festa del Santo Patrono d'Italia. Al termine della messa vengono benedetti tutti gli animali presenti in piazza Regina Margherita.
• 13 dicembre - Festa diSanta Lucia con degustazione della "Cuccìa" in Piazza Regina Margherita, (la sera prima ossia il 12, si accendono i falò in vari quartieri del paese che ricordano la tragica fine della Santa).
• 25 dicembre- Il Presepe Vivente - Natale tra fiaba e realtà, rappresentazione in vernacolo barrese della nascita di Gesù Cristo.
• dal 16 al 25 dicembre - Le Novene. A Natale in tutto il paese vengono realizzate le tradizionali novene: sono delle edicole, musicate dalla banda cittadina, nelle quali si rappresenta con molti attori il presepe.
RITI DELLA SETTIMANA SANTA
MERCOLEDÌ SANTO A VASACRA,
passione, morte e resurrezione di Cristo, rappresentazione in vernacolo barrese della cattura, del processo di Cristo e della Via Crucis sotto forma di teatro itinerante.
VENERDÌ SANTO
Il Venerdì Santo è il giorno in cui si commemora la morte di Gesù sulla Croce. La mattina c'è la "Processione della Addolorata": dalla chiesa della Madonna delle Grazie esce la processione dell'Addolorata, tutta vestita di nero in segno di lutto, che percorre le principali vie cittadine in cerca del Figlio, accompagnata per tutto l'itinerario dall'apostolo S. Giovanni. Il simulacro della Addolorata è collocato su un fercolo portato a spalla da ragazze, mentre S. Giovanni è rappresentato da un gigantesco pupazzo in cartapesta, rivestito di raso celeste, trasportato da un portatore. L'uomo all'interno di questo "santone" regge tutta la sovrastruttura lignea (chiamata "siggitedda", piccola sedia), che ben si adatta alle spalle dello stesso portatore, e lo fa muovere andando incontro alla Madonna, disperata per il figlio condannato a morte, per confortarla. Partecipano alla processione le "monachelle", bambine vestite con abito di raso nero e mantello trapuntato di stelle argentate che rappresentano l'Addolorata. La processione è seguita dalla banda musicale "Corpo bandistico Città di Barrafranca" che suona marce funebri, e da un gruppo di cantori locali che intonano caratteristici e lugubri "lamenti". La sera la "Processione del Crocifisso" ("U Trunu", il Trono) è il momento più atteso del Venerdì Santo. Si tramanda che il Crocifisso sia stato rinvenuto in contrada Rastrello, in circostanze ritenute miracolose, da un contadino mentre arava il podere; questi si accorse che il vomero dell'aratro non riusciva ad andare avanti, poiché aveva incontrato un ostacolo. Volendo liberarlo, scoprì che si trattava di una lastra di pietra con un grosso anello di ferro al centro. Con stupore, dopo averla rimossa, si trovò davanti un Crocifisso al centro di una raggiera con lucerne incredibilmente accese. È difficile stabilire in quale data collocare tale ritrovamento; le prime notizie si riferiscono ad un atto del 1662 e quindi si ipotizza che il ritrovamento sia avvenuto in data antecedente. Offrire oggetti d'oro in segno di ringraziamento per una grazia ricevuta è una caratteristica diffusa nel Meridione, e in particolar modo in Sicilia. Tra gli ex-voto, particolare attenzione merita una pallottola: si narra infatti che durante una delle processioni, sia avvenuta una sparatoria ma che miracolosamente nessuno sia rimasto ferito e che una pallottola sia stata ritrovata nella tasca del "giubbino" di uno dei portatori. Gli ex-voto tipici di questa festa sono le cosiddette "scocche". Esse rappresentano grandi fiori rispettivamente la struttura ovale e sferica posta sul palo centrale del fercolo. La sera, al termine di tutte le celebrazioni liturgiche nelle chiese della città, inizia la processione del SS. Crocifisso, chiamato dalla gente del luogo "U Trunu", in virtù di una macchina detta appunto "U Trunu" (il trono) che incorpora i meccanismi che consentono il sollevamento dell'asta centrale subito dopo l'uscita dalla chiesa. Il fercolo è sorretto da due "baiarde", numerate da 1 a 100 in relazione al posto di ciascun portatore. La statua del Crocifisso viene ricoperta interamente di ori ex-voto donati dai fedeli nel corso degli anni, e viene sistemata al centro della "Sfera", una struttura lignea ovale che subito prima della processione viene incastonata sul "Mondo", una grande sfera che simboleggia il mondo posta in cima ad un tronco alto circa due metri. La Sfera e il Mondo sono interamente ricoperte da variopinte coccarde di stoffa e fiori chiamate "Scocche", le quali vengono donate ogni anno dai fedeli come voto al Crocifisso. La Madonna Addolorata e l'Urna del Cristo Morto escono dalle loro chiese di appartenenza e si avviano verso la Chiesa Madre per unirsi alla processione del Crocifisso. Una volta raggiunto "U Trunu" inizia la processione, con a capo l'Urna del Cristo Morto, seguita dai "lamentatori", dall'Addolorata con S. Giovanni, dalla banda musicale e infine dal Trunu. La processione del SS. Crocifisso non assume i caratteri di una processione funebre e silenziosa, come la giornata di grande lutto richiederebbe, ma è i molto movimentata e chiassosa, perché la gente a volte litiga per portare a spalla il SS. Crocifisso e la processione avanza per le strette viuzze mentre i portatori, attorniati da una grande calca, cantano e urlano il motto "Je Ammisiricordia" (e misericordia) per chiedere misericordia e perdono a Cristo per i peccati commessi. La benedizione con il simulacro del Crocifisso conclude la processione, poco prima del rientro in chiesa a notte inoltrata.
PASQUA - *L'INCONTRO TRA MARIA E GESÙ ("LA GIUNTA")
Il giorno di Pasqua, intorno a mezzogiorno, avviene il tradizionale Incontro tra Maria e Gesù Risorto, popolarmente detto "La Giunta" . La tradizione popolare vuole che la Madonna inviti gli apostoli alla ricerca del figlio; conseguentemente S. Pietro si muove correndo e S. Tommaso con passo strascicato, tutti gli altri portano la buona notizia a Maria che si spoglia del manto nero. Gli Apostoli, detti "Santuna" , sono undici giganteschi pupazzi in cartapesta, rivestiti con abiti di stoffa, all'interno di ognuno dei quali vi è una persona, come nel caso del S. Giovanni che due giorni prima accompagnava l'Addolorata in processione La loro identità di evince dal volto e da ciò che portano in mano; sono alti tre metri e vestiti a vesta con tuniche e ornati di fasce, "scocche" con ornamenti luccicanti e fiori, soprattutto violacciocche ("balacu"). Una anomalia rispetto ai testi evangelici è la presenza di S. Paolo, mentre mancano S. Filippo e S. Giacomo. Il Cristo Risorto, con alcuni apostoli, esce di mattina dalla Chiesa di S. Maria la Stella e gira per le vie della città. Dopo la S. Messa di mezzogiorno, sempre dalla Chiesa di S. Maria la Stella, esce la Madre con i rimanenti apostoli. I due gruppi di simulacri si ritrovano presso la piazza Fratelli Messina dove ha luogo la sacra rappresentazione del Sepolcro vuoto e dell'Incontro. I simulacri si portano in due parti opposte della piazza: da un lato Cristo Risorto e dall'altro Maria e gli apostoli. Al rullo dei tamburi Maria invia Pietro a cercare il Cristo, il quale correndo per tre volte tra la folla, lo cerca in direzioni diverse e non lo trova se non alla fine, quindi corre a dare l'annunzio a Maria che però lo rimanda altre due volte per accertarsi ulteriormente. Lo stesso si ripete per S. Giovanni che corre con passo svelto, secondo i riferimenti evangelici; poi è la volta di S. Tommaso che, al contrario, è lentissimo per via della sua incredulità. Quindi seguono tutti gli altri apostoli che fanno i tre viaggi rituali. Alla fine la Madre e il Figlio Risorto corrono l'una verso l'altro, per ben tre volte, fino ad incontrarsi; Maria a questo punto perde il manto nero in segno di gioia. La sera poi, in un clima di festa gioiosa, si svolge la processione per le vie del centro abitato con tutti i simulacri. (da vikipedia)
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