NICOSIA LA STORIA

Nicosia (Italia) Nicosia (Nẹcọscia in galloitalico locale, Nicusìa in siciliano) è un comune italiano di 13 591 abitanti della provincia di Enna in Sicilia ed è sede di diocesi.

Nicosia sorge sui declivi di quattro rupi su cui spiccano i ruderi del castello medievale. Nicosia, “Città di S. Nicolò”, si suppone fu fondata dai Bizantini attorno al VII secolo. Tra le nevi e i boschi delle Madonie e dei Nebrodi, si insinua un territorio collinare che già affascinò gli Arabi (“Oppidum Sarracenorum”), il Normanno Conte Ruggero d’Altavilla e l'Imperatore svevo Federico II. Ruggero ripopolò Nicosia con genti lombarde che conferirono alla città un particolarissimo dialetto gallo-italico, tuttora parlato dagli adulti. Federico II arricchì la cultura e l'arte della città. Nicosia fu “Città Demaniale” fin dal XII secolo possedendo numerosi feudi e incrementando il proprio patrimonio architettonico ed artistico che, correndo attraverso il rinascimento e l'era barocca, giunge fino all'800 con i raffinati palazzi gentilizi della “città dei 24 Baroni”.

«Sotto questo Principe (Guglielmo II o il Buono) avvenne un notevole cambiamento nella nostra città (Nicosia). Era essa abitata promiscuamente da Greci, antichi suoi fondatori, e da Lombardi e Normanni, nuovi coloni. Or fosse che troppo venissero moltiplicandosi, o che nascessero tra loro discordie, qual che la cagione si fosse, fatto sta che i Greci, abbandonate le alture, si consigliarono di segregarsi dagli altri e discendere al piano che sta alle radici del monte. Quivi un nuovo quartiere si vennero fabbricando, diviso dall'antico per una porta, che dall'un canto serbasse la comunicazione tra' due popoli, ma ne mantenesse dall'altro la distinzione. Ciascuno di essi ebbe una chiesa madre: quei di sopra ritennero l'antica di Santa Maria, quei di sotto ne dirizzarono una ad onore di San Nicolò. Indi ne venne pei tempi appresso quel perpetuo rivaleggiare dei due quartieri, quel continuo contendere sul primato, quel vantare ciascuno la maggioranza della sua chiesa, onde non una, ma due rimasero le matrici per fino al secol nostro

L'origine antica di Nicosia è incerta; Engio, Erbita e Imachara sono le tre città dell'antichità con cui gli storici hanno cercato di identificare Nicosia, ma non esistono prove certe.

Il nome attuale della cittadina suggerisce origini greche: secondo alcuni significa "città di San Nicola" (Νίκου Οικος, Níkou Oikos), secondo altri sta a significare "città della Vittoria" (Νικες Οικος, Níkes Oikos), e secondo una terza ipotesi il toponimo Nicosia deriva da un'alterazione del greco Λευκωσία (traslitterato Leukosia), a sua volta generato da Λευκός (leukos), con il significato di "bianco" o "luminoso". Si può ipotizzare che i Bizantini attorno al VII secolo innalzassero una fortezza tra i Nebrodi e le Madonie per difendersi dai Musulmani.

Sotto la dominazione degli Arabi, Nicosia venne chiamata Niqusìn e fece parte di un sistema di città fortificate. Dopo la conquista da parte dei Normanni, durante il processo di latinizzazione della Sicilia, Nicosia venne ripopolata da una colonia di lombardi (in realtà nella maggioranza piemontesi provenienti dai territori Aleramici). Con l'arrivo dei lombardi, i quali si stanziarono nella parte alta del borgo nel quartiere di Santa Maria perché aveva come chiesa di riferimento Santa Maria Maggiore di rito latino, la popolazione greco-bizantina si spostò nella parte più bassa fondando un nuovo quartiere che gravitava intorno alla chiesa di rito greco di San Nicolò (o San Nicola), detta San Nicolò del Piano. La difficile convivenza tra i lombardi, detti anche Mariani, e i greco-bizantini, detti anche Nicoleti, degenerò, sin dall'inizio, in una vera e propria lotta etnica. Ma dal Quattrocento, questa rivalità tra Mariani e Nicoleti, da contrasto etnico si trasformò più in un antagonismo religioso, per imporre l'una o l'altra chiesa come chiesa madre.[6] Tracce dell'immigrazione lombarda rimangono ancora oggi nel dialetto parlato a Nicosia e che viene detto gallo-italico.

Nel Medioevo Nicosia divenne la quarta città demaniale della Sicilia, preceduta solo da Palermo, Messina, e Catania; sotto gli Svevi ebbe una grande ascesa e nel 1209 venne nominata Civitas Costantissima da Federico II.

Durante la dominazione degli Spagnoli, ricevette nel 1535 la visita dell'imperatore Carlo V d'Asburgo. Gli artigiani del luogo, in tale occasione, realizzarono un apposito piccolo trono, che viene tuttora conservato nella Basilica di S. Maria Maggiore e che è appunto ricordato come sedia di Carlo V. Nel 1700 a Nicosia si contavano 24 Baroni, due Marchesi, un Conte e più di 260 famiglie nobili. Essendo città demaniale c'era un gran numero di chiese ed istituti religiosi: agli inizi del '700 si contavano 84 chiese, sei conventi e quattro monasteri.
Sotto i Borbone nel 1817 Nicosia divenne sede vescovile (prima dipendeva dall'arcidiocesi di Messina), con l'erezione a cattedrale della Chiesa di San Nicolò. Sotto Vittorio Emanuele II di Savoia, Nicosia divenne capoluogo di circondario e tale rimase fino al 1927, quando passò dalla provincia di Catania alla nuova provincia di Enna.

La città vanta un considerevole patrimonio artistico e naturalistico ereditato dal suo passato di città demaniale, tra cui il soffitto ligneo dipinto (sito nella Cattedrale di San Nicolò e attualmente non accessibile); due Chiese, Santa Maria Maggiore (nel 1825) e San Nicolò (nel 1967), sono state erette a Basilica Minore. Oggi tra le viuzze della città si possono scorgere bellissimi palazzi nobiliari e molte chiese con opere di interesse storico - artistico tra cui la Chiesa di San Vincenzo Ferreri con dipinti di Guglielmo Borremans (anno 1717), la Chiesa di San Calogero con dipinti di Filippo Randazzo e la Chiesa di San Biagio con meravigliosi stucchi rococò. Nel territorio si contano due Riserve Naturali, Monte Campanito-Sambughetti e Monte Altesina .

Fa parte della città di Nicosia la frazione di Villadoro. Dagli ultimi anni Nicosia è sede di numerose manifestazioni estive.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Cattedrale

La cattedrale di San Nicolò in Nicosia, dedicata a san Nicola di Bari, fu edificata intorno al 1340 come ampliamento di una preesistente cappella e ha subito notevoli trasformazioni nel corso dei secoli. Il 17 marzo 1817, con bolla di Pio VII, fu eretta a cattedrale, ed è stata insignita dello status di basilica minore il 19 giugno 1967 da papa Paolo VI. È stata dichiarata Monumento Nazionale con R.D. del 21 novembre 1940.

Presenta un portale maggiore di stile gotico-normanno, adornato da una ornamentazione di motivi romanici in cui predominano le foglie d'acanto. Il portico che guarda a nord, verso la piazza Garibaldi, coperto da un tetto spiovente, è invece opera degli scultori Gabriele di Battista e Andrea Mancino, che lo realizzarono nel 1489-90.

L'interno presenta il trittico marmoreo "Redentore" e la "fonte battesimale", scultura in marmo con raffigurazioni di "Adamo ed Eva nell'Eden" di Antonello Gagini, e il san Bartolomeo di Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto.

Al di sopra dell'attuale volta a botte, affrescata dai fratelli Manno di Palermo nel 1810, si conserva il tetto ligneo dipinto dell'arte pittorica siciliana del '400.

Altri luoghi di culto

  • Chiesa di Santa Croce[13]
  • Chiesa di Santa Lucia[14]
  • Chiesa di Santa Maria dell'Itria di Contrada San Giacomo
  • Chiesa di Santa Maria Odigitria di Contrada Magnana[15]
  • Chiesa di Sant'Agostino di Contrada Murata
  • Chiesa del Calvario
  • Chiesa del Sacro Cuore
  • Chiesa del Santissimo di Largo Duomo
  • Chiesa del Santissimo Salvatore di Largo Santissimo Salvatore XII secolo[16]
  • Chiesa della Madonna del Carmelo 1125[17]
  • Chiesa della Madonna del Rosario
  • Chiesa della Sciabica
  • Chiesa delle Grazie
  • Chiesa di San Benedetto
  • Chiesa di San Biagio e monastero dell'Ordine benedettino[18]
  • Chiesa di San Calogero
  • Chiesa di San Cataldo e convento dell'Ordine dei frati predicatori di San Domenico[19]
  • Chiesa di San Domenico
  • Chiesa di San Felice
  • Chiesa di San Filippo Neri
  • Chiesa di San Francesco d'Assisi
  • Chiesa di San Francesco di Paola 1605[20]
  • Chiesa di San Giacomo
  • Chiesa di San Giuseppe
  • Chiesa di San Paolo Apostolo
  • Chiesa di Sant'Agata[19]
  • Chiesa di Sant'Andrea
  • Chiesa di Sant'Antonino, tempio riedificato sotto il titolo di «San Rocco»[21]
  • Chiesa di Sant'Antonio Abate
  • Chiesa di Sant'Eligio
  • Chiesa Biblica Cristiana Nicosia (UCBC)
  • Missione Evangelistica "Nuova Pentecoste"
  • Oratorio della Santissima Trinità

Nel 1852 sono documentate ben 44 chiese (14 nel rione di Santa Maria e 30 in quello di San Nicolò),[22] un numero imprecisato di sodalizi, fratellanze, compagnie, confraternite, congregazioni, opere pie, unioni o aggregazioni. Già in epoca sveva era documentata una delle casazze più prolifiche dell'intera isola.[23]

Altri monumenti e luoghi di interesse

  • Castello normanno, ormai in rovina.
  • Palazzo Falco
  • Palazzo Cirino (che contiene al suo interno l'affresco "Il giudizio di Paride" del pittore Natale Attanasio)
  • Palazzo Marrocco
  • Palazzo Nicosia
  • Palazzo La Via
  • Palazzo La Motta di S. Silvestro
  • Palazzo Vescovile del XVIII secolo
  • Torre campanaria della Cattedrale di San Nicolò (di origine araba)

Gastronomia

Prodotti tipici sono nocattoli, braccialetti, pizzillati e mestazzole (mustaccioli).

Eventi e Tradizioni

Gli eventi e le tradizioni sono legati sia alla tradizione contadina, di ispirazione medievale e soprattutto alle celebrazioni religiose. Tra questi, sono rilevanti il Corteo storico "Carlo V visita Nicosia", che si svolge nel mese di agosto; L'Infiorata “Nicosia in fiore” nel mese di giugno; “Calici sotto le stelle”, che si svolge il primo sabato d'agosto.

Dal punto di vista religioso si ricordano i presepi di cui Nicosia si popola nel periodo natalizio; il cosiddetto "Scontro" che avviene la domenica di Pasqua, in Piazza Garibaldi, quando le confraternite portano in tripudio le statue della Madonna e di Gesù risorto che, grazie ad un congegno meccanico, affiancatesi si abbracciano.

Le Casazze ebbero origine a Genova: il termine deriva dal nome di alcuni edifici (casacce) dove ebbero sede le compagnie dei disciplinanti o flagellanti, formatesi nel capoluogo ligure intorno al 1260. Erano processioni figurate, con personaggi in costume d'epoca divisi in gruppi simboleggianti episodi dell'Antico e del Nuovo Testamento.

A Genova l'usanza si è perduta all'inizio del XIX secolo, ma è sopravvissuta a Savona e in altri paesi liguri, nonché in Sicilia, ove si era diffusa nel Cinquecento grazie alle strette relazioni commerciali tra Genova e Palermo.

In Sicilia, la diffusione di tale rappresentazione fu conseguenza e parte integrante dell'opera di latinizzazione del rito religioso operata dai governanti nei confronti di un popolo isolano pesantemente legato al rito ortodosso bizantino e, fra le varie Casazze, quella di Nicosia era certamente la più grandiosa, come riferisce S. A. Guastella nel suo libretto di utili cognittioni (sec. XVII)

Degne di attenzione sono la festa in onore del compatrono San Felice da Nicosia che si svolge l'ultima domenica di agosto e quella in onore della Madonna dell'Aiuto (terza domenica di settembre), quest'ultima da sempre nota per la grande folla che nutre al suo seguito, che la rende la processione più partecipata dopo quella del venerdì Santo. (da vikipedia - le foto sono presen da google)