GANCI: LA STORIA
GANGI (Ganci in siciliano) è un comune italiano di 6 677 abitanti della città metropolitana di Palermo, in Sicilia.
La cittadina fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia ed è stata proclamata "Borgo dei borghi 2014".


Nel territorio di Gangi i ritrovamenti più antichi risalgono alla età del bronzo antica, nell'epoca caratterizzata dalla cultura di Castelluccio, come testimoniato da necropoli costituite da tombe a grotticella rinvenute nel sito di Serra del Vento e nelle contrade Regiovanni e Zappaiello, a circa dieci chilometri dall'attuale centro abitato. A lungo fu identificata con la leggendaria città cretese di Engyon. Accreditati eruditi, studiosi di ieri e di oggi collocano Engio proprio dalle parti di Gangi (località di Gangivecchio o di Monte Alburchia). Alcune evidenze archeologiche appaiono confermare ciò. Un'accreditata storiografia, di lunga data, scrive della distruzione del paese avvenuta nel 1299 ad opera di Federico III durante la guerra dei Vespri. Fu ricostruita su un monte vicino: il Marone. I primi documenti storiografici attestano l'esistenza di Gangi (allora ubicata nel sito originario di contrada Gangivecchio) nel XII secolo. Fu poi compresa nei possedimenti della contea di ganci: nel 1195 Enrico VI di Svezia, che nell'anno precedente aveva sottomesso la Sicilia e ne era stato incoronato re, assegnò alla famiglia de Craon, nella persona della contessa Guerrera, le divise pertinenti alla contea, i cui confini furono definiti includendo il territorio di Gangi. Dal XIII secolo la contea di Geraci passò sotto la dominazione dei nobili Ventimiglia.
Dalla fine del XV secolo, Gangi, come il resto della Sicilia ormai parte dell'Impero spagnolo, fu soggetta all'Inquisizione. Qui fu torturato e giustiziato il priore dei benedettini di Gangivecchio.
A metà del XVI secolo i censimenti e i riveli indicano un numero di circa 4000 abitanti, un migliaio di abitazioni e altrettanti nuclei familiari.. Nel 1572 circa fu fondata la compagnia dei Bianchi che accoglieva gli elementi socialmente ed economicamente più in vista della società gangitana.
Nel 1625 un esponente dei Graffeo acquistò dai Ventimiglia il territorio di Gangi, ottenendo nel 1629 il titolo di Principe di Gangi per concessione di Filippo IV di Spagna. Il titolo rimase ai Graffeo fino al 1652, quando passò per dote matrimoniale al principe di Valguarnera, la cui casata conservò il titolo fino al XIX secolo.. Nel Settecento furono fondate delle Accademie. La più nota fu quella degli Industriosi interna al mondo massonico. Fu costruita la Chiesa della Badia annessa al monastero delle benedettine su progetto di don Cataldo La Punzina arciprete della Chiesa di San Nicolò. Dal punto di vista socio-economico si comincia a diffondere l'enfiteusi riguardante anche alcune terre della chiesa.
Il 1º gennaio 1926 il prefetto Cesare Mori compì quella che probabilmente fu la sua più famosa azione, e cioè quello che viene ricordato come l'assedio di Gangi, roccaforte di numerosi gruppi criminali. Con numerosi uomini dei Carabinieri e della Polizia fece rastrellare il paese casa per casa, arrestando banditi, mafiosi e latitanti vari. I metodi attuati durante quest'azione furono particolarmente duri e Mori non esitò a usare donne e bambini come ostaggi per costringere i malavitosi ad arrendersi.


ACCADEMIA DEGLI INDUSTRIOSI DI GANGI


Ruggiero Di Castiglione scrive che nella seconda metà del Settecento, numerosi liberi muratori erano attivi in centri e consessi siciliani, tra cui l'Accademia degli Industriosi di Gangi, fondata dal barone Francesco Benedetto Bongiorno, la quale si riuniva proprio nel palazzo nobiliare di famiglia a Gangi. Nel primo giorno di ciascun mese (fatta eccezione per i periodi di ferie e di villeggiatura), gli accademici industriosi (con a capo Gandolfo Felice Bongiorno, principe dell'Accademia, protetti dall'arcivescovo giansenista di Messina Gabriello Maria Di Blasi) svolgevano la loro propaganda filogiansenistica (mediante accademie aperte a tutta la cittadinanza), in base a un calendario liturgico accademico (pubblicato in Rime degli Accademici Industriosi del 1769). Giuseppe Fedele Vitale era segretario dell'Accademia degli Industriosi di Gangi, accademico etneo sin dai tempi dei suoi studi in medicina a Catania, oltre che accademico ereino, del buongusto e arcade. L'Accademia dei Pastori Etnei era un noto centro di reclutamento di massoni e di divulgazione del pensiero latomico, e cioè massonico, che si riuniva a Catania, presso il palazzo nobiliare del "fratello" Ignazio Paternò Castello che l'aveva fondata. Si trattava della casa frequentata da Giuseppe Fedele Vitale, durante il suo soggiorno a Catania. Le finalità e il linguaggio massonico sono ben presenti a Palazzo Bongiorno: in alcuni chiari simboli (il Tabernacolo, il Tetragramma luminoso, il riferimento a Dio Uno, la testa del Pellicano, il Delta con l'occhio) visibili negli affreschi, nell'impianto iconografico dell'affresco la "Clementia Mundi: il VITRIOL", nell'affresco "Sic floret decoro decus: il comportamento decoroso nelle relazioni interpersonali, secondo Grazia Ragione e Giustizia". Quest'ultimo affresco, riprendendo il motto ("Sic Floret decoro decus": "Così la bellezza rifulge per decoro") e i temi fondamentali della statua del "Decoro" della Cappella Sansevero di Napoli (fatta realizzare dal noto massone napoletano Raimondo di Sangro), si collega all'altro affresco di Palazzo Bongiorno "Iustitia et Pax osculatae sunt: il comportamento decoroso nelle relazioni interpersonali, secondo Grazia Ragione e Giustizia, genera la Pace sociale, mediante il Cuore". Evidentemente era uno strumento di diffusione e propaganda della dottrina massonica su basi gianseniste. I due mondi verso la metà del Settecento marciavano insieme e si incrociavano in una prospettiva anticurialista.
MONUMENTI E LUOGHI D'INTERESSE
ARCHITETTURE RELIGIOSE
CHIESA MADRE DI SAN NICOLÒ
La chiesa madre del paese sorge sulla piazza del paese ed è intitolata a San Nicola di bari. Sorse nel XIV secolo, con una struttura a navata singola poi ampliata nel corso del XVI e XVII secolo con la creazione di altre due navate.
All'interno sono custodite alcune statue di Filippo Quattrocchi, oltre al Giudizio Universale di Giuseppe Salerno.
SANTUARIO DELLO SPIRITO SANTO
Fu edificato dapprima come chiesa di Santa Caterina, inglobando una edicola raffigurante Cristo Patocratore (datata fra il XIII e il XIV secolo) che ne divenne il catino absidale. Nel 1576 la chiesa fu oggetto di modifiche architettoniche e intitolata allo Spirito Santo. Nel Settecento gli interni vennero ridefiniti in stile tardo barocco.
ABBAZIA DI GANGI VECCHIO
Sorse nel 1363 come monastero benedettino di Santa Maria di Gangi Vecchio su un insediamento fortificato di epoca romana evolutosi in età tardo antica. Nel 1413 al monastero viene concesso il titolo di abbazia. Per almeno due secoli l'abbazia fu la realtà monastica benedettina più importante della Sicilia centro-settentrionale. Nel XVI secolo la struttura venne ristrutturata con una nuova facciata e furono realizzati diversi affreschi dal pittore Pietro de Bellio. Abbandonato dai monaci nel XVII secolo, diventò in epoca successiva residenza privata.

CHIESA DEL SANTISSIMO SALVATORE
La chiesa sorse nel XVII secolo su un edificio intitolato a San Filippo, e fu oggetto di ristrutturazione nei secoli successivi. All'interno sono custodite alcune opere tra cui il dipinto "Spasimo di Sicilia" di Giuseppe Salerno, datato 1612, le statue dell'Angelo Custode (1812) e di San Filippo Apostolo (1813) opera dello scultore Filippo Quattrocchi. Gli affreschi della volta sono opera di Salvatore Lo Caro, eseguiti nel 1810.
CHIESA DI SAN PIETRO O DELLA BADIA
Costruita nel XIV secolo, nacque come oratorio di San Pietro ad uso dei frati benedettini e in seguito delle monache di clausura. Nel XVIII secolo, ad opera dell'arciprete don Cataldo La Punzina, l'edificio fu ricostruito dalle fondamenta. Alla fine anni degli anni Venti del Settecento iniziarono i relativi lavori. Sulla volta sono presenti affreschi allegorici, raffiguranti Fede, Carità e Giustizia, realizzati da Joseph Crestadoro nel 1796.
CHIESA DELLA MADONNA DELLA CATENA
Sorta tra il XIV e il XV secolo, prende il nome da un evento ritenuto miracoloso avvenuto a Palermo nel 1392, rappresentato in bassorilievo presente all'interno, sul piedistallo della statua in marmo dedicata alla Madonna. Nel 1647 venne ultimato il portale in pietra.
CHIESA DI SAN CATALDO
Edificata nella prima metà del secolo XIV, presenta una navata centrale e due navate laterali, più piccole. Il portale presenta la data dell'ultimo rifacimento, avvenuto nel 1884. All'interno sono conservate diverse opere fra cui il Martirio dei diecimila Martiri di Giuseppe Salerno del 1618, la statua lignea di San Cataldo di Berto de Blasio, datata 1589 e la Madonna degli agonizzanti di Filippo Quattrocchi.
CHIESA DI SAN PAOLO
Edificata nel XV secolo come oratorio di S.Paolo, fu ristrutturata nel 1812, come documentato dalla data incisa sull'altare, assumendo l'attuale struttura a tre navate. Degno di nota è il sistema di serliane che sostiene la navata centrale.
CHIESA DI SANTA MARIA DI GESÙ
Risalente al XV secolo, è composta da una sola navata. Al suo interno si trovano alcune opere di Filippo Quattrocchi fra cui l'L'Annunciazione di Maria Vergine, considerata il suo capolavoro. Alla fine del Seicento si stabilì di costruire una guglia sulla sua torre campanaria, oggi non più esistente per problemi di tenuta strutturale. Nel Settecento e nel secolo successivo Gangi e le Madonie furono colpite da diversi sciami sismici in grado di minacciare la stabilità degli edifici laici e religiosi.[24]
CHIESA E CONVENTO DEI CAPPUCCINI
Il Convento dei Cappuccini e la Chiesa di Santa Maria degli Angeli sono due strutture adiacenti, edificate tra il 1695 e il 1710, che insieme formano un unico fabbricato. La chiesa è a pianta rettangolare e contiene fregi e decorazioni lignee, opera dei frati del convento.[5]


ARCHITETTURE CIVILI
PALAZZO SGADARI
Palazzo Sgadari è un edificio ottocentesco appartenuto alla famiglia omonima. Ospita il Museo Civico, la Pinacoteca Gianbecchina e il Museo delle armi.
PALAZZO BONGIORNO


ARCHITETTURE MILITARI
IL CASTELLO DI GANCI
Il castello di Gangi sorge fra la fine del XIII e i primi decenni del XIV secolo ad opera di Enrico Ventimiglia e viene completato probabilmente dal nipote Francesco I Ventimiglia, conte di Geraci e signore di Ganci. Il castello non fu dimora abituale per i Ventimiglia, che preferirono quello di geraci e quello di Castelbuono. L'edificio, molto simile a quello di Castelbuono, appartenne alla famiglia Ventimiglia sino al 1625, anno in cui passò in possesso della famiglia Graffeo e qualche anno dopo alla famiglia Valguarnera.
Nel corso del Seicento, l'antico maniero subì numerose trasformazioni, tali da renderlo più un palazzo che un castello. Sede dei Principi di Ganci, venne abitato dai Graffeo e saltuariamente dai Valguarnera in periodo estivo, sino a metà Settecento. Successivamente l'edificio rimase in stato di abbandono e venne utilizzato come carcere e poi come scuola, finché non venne acquistato dalla famiglia Milletarì, che tuttora lo utilizza come abitazione privata: parte dell'antico castello è anche proprietà della famiglia Ventimiglia di Monteforte, discendenti dall'antico casato madonita. L'edificio, sito nell'alto di una cresta che da più di 1000 m di quota sovrasta l'abitato e domina le due valli del torrente Rainò.
Il castello, o meglio, l'ala che ne rimane presenta fondamentalmente invariato il suo impianto trecentesco, ma la stessa cosa non può dirsi della facciata che, volta a sud-ovest sulla piazza Valguarnera, si eleva con due piani. L'ampio fronte contenuto fra due torri, apparentemente di epoche differenti, è scandito da due ordini di aperture, con robusto portale bugnato a piano terra, a sua volta sormontato dall'unico balcone del prospetto): l'impianto della facciata, così come lo scalone interno che conduce ai piani superiori, furono opera della famiglia Graffeo a metà del Seicento. Dalla parte opposta, coerentemente alle sue funzioni difensive, si affaccia sullo strapiombo settentrionale del monte Marone.


TORRE DEI VENTIMIGLIA


La cosiddetta "torre dei Ventimiglia" è una antica torre feudale in stile tardo gotico, oggi campanile della adiacente chiesa madre di San Nicolò, edificata nella prima metà del XIV secolo sotto la signoria dei Conti di Geraci. Solo tra il XVI ed il XVII secolo venne inglobata dall'edificio religioso. Appartenne tra l'età medievale e quella moderna anche ai cavalieri di Malta. La torre si eleva su due piani, più un terzo aggiunto in epoca ottocentesca. Nel XX secolo, la torre è interessata da restauri, completati infine nel 2005.Oggi erroneamente è stata identificata e classificata come torre civica.
TORRE CILINDRICA
Poco distante dall'area che ospita il convento dei Cappuccini, la torre viene detta anche “saracena”. Di origine medioevale, ha le caratteristiche di una torre per il controllo del territorio. Sono ancora oggi visibili l'arco di accesso e le merlature.

CASTELLO DI REGIOVANNI


L'edificio, oggi fabbricato rurale, si trova a pochi chilometri a sud del centro abitato, addossato ad una cresta rocciosa, alla quale è direttamente collegato: alcuni ambienti sono scavati nella stessa struttura rupestre. La fortezza fu in epoca medioevale oggetto di diversi assedi nel contesto delle ribellioni contro gli aragonesi.
MASSERIA FORTIFICATA DI BORDONARO SOPRANO
A pochi chilometri da Regiovanni è la masseria fortificata di Bordonaro Soprano, a circa 800 metri di altezza. La torre merlata è tuttora esistente, a differenza delle mura e degli edifici, oggi diroccati.

GEMELLAGGI
È gemellato con il comune di Palazzolo Acreide e Pianezza.
RICONOSCIMENTI
Gangi è stato inserito nella lista dei “I borghi più belli d’Italia” , primato che condivide con altri diciassette borghi siciliani. Dal 2012 è entrato a far parte dei Comuni "Gioiello d'Italia", unico comune siciliano ad aver avuto attribuito l'importante titolo dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento per gli affari regionali, turismo e sport e dall'Anci.
Il 20 aprile 2014, dopo quasi due mesi di votazioni on line all'interno della trasmissione Rai Alle falde del Kilimangiaro, Gangi è stato proclamato Borgo dei Borghi, il più bello tra i Borghi d'Italia.
(da wikipedia, le foto sono prese da google)