(Antonina Cascio) - Diventa sempre più duro e difficile lavorare in emigrazione senza l’appoggio del Governo Italiano e senza lo stimolo delle attività culturali o politiche, o degli ormai lontani viaggi di turismo sociale per conoscere la terra d’origine. Malgrado questo, l’USEF di Mendoza ha trovato fino adesso la formula della collaborazione,
il lavoro di squadra, concordando con varie istituzioni di Mendoza ed anche del Governo mendozino delle attivitá che siano d’interesse trasversale come i fumetti, la musica, la gastronomia ed il divertimento delle persone che ci si avvicinano. E incominciando a persirrere la strada degli accordi con altri governi ed istituzioni argentine.: Santa Fé, Rosario, Mar del Plata, etc. Anche i ragazzi USEF di Cordoba seguono questa strada e cercano uno spiraglio di trasversalitá dentro la societá che li ha visti crescere. In questo mondo dell’emigrazione italiana, alcuni impiegati dei consolati che vengono dall’Italia trovano di essere i destinatari dei finanziamenti italiani, non trovano sia troppo alto il loro stipendio in relazione a quello dei connazionali grazie ai quali prendono questo stipendio, ma trovano che sia troppo alta la spesa di pagare una publicitá per una attivitá preparata dagli italiani di seconda generazione -cioè noi- per un concerto dove il musicista suona a titolo gratuito. Credono stia bene pagare il biglietto e l’albergo a volte a esponenti di seconda e terza categoria che vengono dall’ Italia a farsi una passeggiata da queste parti, perchè quelli sono veri italiani. E questi sono i funzionari onesti che almeno manifestano le loro opinioni “fascistoide†direbbe un mio amico, in faccia. Non ne parliamo di quelli che si avventurano a collaborare con personaggi poco raccomandabili. Mi son trovata pochi giorni fá a tradurre un comunicato nel quale il parlamentare PD, Fabio Porta, ci raccontava come la pensa la Ministro del Lavoro: non ci sono soldi per i pensionati che hanno lavorato in Italia e pagato i contributi ma che ora sono in Brasile, Cile, etc. I soldi non bastano per gli emigrati. Se ne sono andati? Peggio per loro! “Curnutu e bastuniatu†diceva mia nonna. E la democrazia dov’é? Perche in questa Italia non la trovo. Difficile scorgerla in queste condizioni. Come si può parlare bene della mia terra se essa ci abbandona? Come alzare la Bandiera dell’emigrazione italiana, una emigrazione della quale la sua propia madre, la Patria, non trova mezzi da dedicare a loro? La speranza degli emigrati che seguono la politica con attenzione, si é risvegliata e posata sulle possibilitá che grazie alla vittoria di Crocetta (PD) in Sicilia, si apre una speranza nuova per il futuro dei siciliani all’estero. Noi speriamo un pó piú di attenzione, la ripresa della comunicazione e della collaborazione con le associazioni siciliane (quelle che lavarono davvero e non quelle che sono soltanto una targa per alcuni “padroni dell’emigrazione†cresciuti all’estero); la possibilitá di fare ascoltare la voce degli emigrati attraverso la Consulta finalmente riunita. Insomma, abbiamo bisogno di alcuni segnali nuovi, che ci facciano sperare che nel futuro tra la Sicilia ed i nostri paesi di scelta, ci sará un rapporto diretto, intelligente, soddisfacente per le parti, un rapporto di collaborazione e di utilizazione delle risorse che da anni mettiamo a disposizione degli italiani e dei siciliani che sembrano ciechi, sordi e muti e vengono da queste parti soltanto a cercar voti in favore di personaggi impresentabili, senza tenere spesso in considerazione le persone per bene che si aspettano almeno un pó di rispetto e offrono il dono del lavoro gratuito e tante possibilitá di crescita per i paesani.