(Antonina Cascio) La normale rotazione voluta dal Ministero Affari Esteri, ha portato al cambiamento del Console Generale d’Italia a Mendosa, e l’arrivo del nuovo Console Generale Pietro Tombaccini. Per conoscerlo meglio, la nostra rappresentante a Mendosa Atonia Cascio, è andato a fare una chiacchierata con lui, dalla quale, ha riassunto il presente articolo intervista.

 Dopo pochi minuti il console d’Italia in Mendoza mi riceve. E il 24 settembre 2008 e sono le 10 di una bella giornata.Siamo puntuali tutti e due. Il console è arrivato ai fini gennaio a Mendoza ma è per mè, e per molti della colletività una figura consueta, che ha partecipato dai primi giorni alle nostre attività. Dalla Festa in Piazza a febbraio, fino ad un pranzo informale, passando per quelle attività che sono ufficiali ed obbligate per un console. Pietro Tombaccini è un ragazzo, sposato da poco e con un solo e primo figlio nato a Mendoza il giorno del Patròn Santiago. Seduto di fronte a mè, il suo entusiasmo soltanto mi ricorda questo.Perchè dalla serietà e risponsabilità con le quali intraprende il suo lavoro, è facile dimenticarne l’età.E veramente un uomo deciso non soltanto ad imparare a Mendoza il suo mestiere, ma a lavorare e farlo bene, mettendoci la sua forza, la sua capacità e le sue esperienze. Parliamo in un primo momento delle risorse che ha mandato il Governo Italiano per il 2008 , riguardo il contributo di solidarietà che si dà a tanti italiani nati in Italia e ridotti ad una critica situazione.Il console ha le cifre esatte, il controllo della situazione, e malgrado un piccolo ritardo necessario in un primo momento, ha la soddisfazione di aver compiuto il totale delle richieste(450) con le finanze quasi a posto. Quando domando per i suoi progetti mi parla di un Consolato in piena funzione, dove tutte le risorse siano occupate al massimo.E parla anche della parte strutturale, ormai diventata inadeguata per la situazione:una regione consolare, la del Cuyo(Mendoza, San Juan e San Luis), più vasta del territorio italiano, dove è vero che la popolazione di origine italiana piu grande si trova a Mendoza, ma lo stesso si deve arrivare alle altre provincie ed a nuemrose città.Sebbene si tratta di un edificio piccolo già, per la quantità di cittadini che accolge e le persone che ci lavorano, il console è riuscito a trovare posto, agevolando la situazione, mettendo ordine nell’archivio e utilizzando in maniera adeguata ogni spazio.D’accordo con il suo progetto, se si riesce nel futuro a informatizzare l’archivio e ad aggiornare le tramitazioni di cittadinanza, di sicuro ci sarà più posto in un tempo non tanto lontano. In questo momento l’agenzia consolare si prepara a ricevere due persone che integreranno l’organico, che hanno fatto l’esame a Mendoza e si preparano al prossimo lavoro e una persona che arriverà da Roma chissà verso marzo. Il console non arrischia ancora una data esatta del giorno nella quale aprirà un’altra volta l’iscrizione all’ufficio cittadinanza proprio per questo motivo. Ancora deve seguire il lavoro della gente di quest’ufficio, una volta integrati tutti, per capire quanto tempo ci vorrà per finire con le tramitazioni che aspettano. Mi fà vedere una buona quantità di “carpetas” su un armadio, che sono già pronte alla sua firma.Giorno per giorno il console controlla e firma questi documenti.Mi spiega che l’arretrato è diminuito perchè ci sono persone che siccome hanno già nell’archivio la loro storia familiare e manca la cittadinanza a una persona o rama di questa famiglia, questi accertamenti permettono accellerare i passi.Anche per quelli che sono figli diretti e non hanno ancora altra famiglia. Parliamo dopo del Progetto Casa del Riposo, e di come si è interessato a questo progetto. Tombaccini capisce che la gente abbia certi dubbi su alcuni progetti che sembrano faraonici, più che altro basati questi dubbi sulla storia delle proprietà che la collettività ha perso negli ultimi anni, come l’ospedale italiano, o come la Società Cristoforo Colombo, in via di recuperazione. Ma mi presenta con frontale chiarezza e accertate riflessioni la personale certezza che la Casa del Riposo sia un progetto positivo. Partendo del fatto che c’è già una costruzione, su un terreno che è proprietà della Fondazione Casa del Riposo, offerto in donazione dal Municipio di Guaymallèn, lui studiò la situazione che l’è sembrata adeguata per continuare i lavori, in modo di non perdere quello già fatto e di portarlo avanti. Il progetto è stato presentato alla colletività il passato 4 giugno quando si ha fatto la celebrazione del giorno della Reppublica al Teatro Independencia di Mendoza. Si cerca di avere nel futuro un Centro Integrato che sia Centro di Giorno e Casa di Riposo. Siccome parliamo di una fondazione che non ha fini di lucro ed il suo bilancio deve essere più o meno alla pari, lui crede che si dovranno cercare accordi col Municipio o con la provincia od altre istituzioni, per offrire e “vendere” alcuni servizi a prezzo mercato ed arrivare ad avere un equilibrio finanziario. Il Consolato, ad esempio, potrebbe in questo momento accordare con la Casa del Riposo invece che con altre istituzioni, già che ci sono 5 ò 6 anziani riocverati in diversi posti. Questo , riflette il console, ci porta al fatto che la popolazione nata in Italia , nella nostra collettività, sta invecchiando e che la Casa del Riposo sarà dunque, necessaria a Mendoza. Parliamo della Cristoforo Colombo e Tombaccini mi espressa la sua opinione, secondo la quale è vero che sarebbe buono recuperare questo bene per la collettività , ma si dovrebbe prima di continuare, conoscere l’appoggio che darà la collettività al progetto,si dovrebbe fare un dibattito sul fatto che le attività si dovranno spostare verso Godoy Cruz. Il console mi domanda quale è la mia oppinione e le spiego che ci sono attività come i corsi di lingua che chissà non si riuscirebbe a spostare ma sì le attività culturali e sociali. Anche sui corsi di lingua ha il console Tombaccini l’opinione che dobbiamo riflettere e ridimensionare la quantità e la qualità dei corsi per non sprecare risorse. Riguardo questo, credo io, in concordanza con l’idea del console,che ci dovrebbe avere un pò piu di propaganda e si dovrebbero adeguare i corsi alle diverse professioni che la gente intraprende. Torniamo a parlare del lavoro in Consolato. Il funzionario mi spiega che ancora si devono finire le circa 20.000 cittadinanze che sono in attesa, dopodiché si potrà organizzare la riapertura vera delle pratiche di cittadinanza. Lui crede che dovrà arrivare la fine del 2009 per questo. Nel frattempo si dovrà finire con il lavoro sulla documentazione presentata da tanti anni, ci saranno le elezioni dei COMITes , e lui dovrà, come già detto, recarsi a San Juan, San Luis, Villa Mercedes, San Rafael, ecc. a partecipare delle attività preparate dalla collettività e dal Consolato perche il lavoro di un console si svolge anche fuori Consolato e deve essere attento alle richieste di tutta la regione. Dunque, segnala Tombaccini, il primo anno è stato per migliorare e riorganizzare l’utilizzazione delle risorse a livello interno.Il secondo anno, una volta arrivati al completo, con l’aiuto dei digitatori che organizzeranno l’archivio informatico, essendo a pleno regime si potrà conoscere la capacità di lavoro futura del Consolato e riaprire la possibilità d’iniziare le pratiche all’ufficio cittadinanza. Per chiudere la intervista il console mi segnala che il mese d’ottobre sarà ricco di attività culturali patrocinate dal Consolato d’Italia:una mostra sul barocco il 18, uno spettacolo di danza siciliana il 19, ma per primo,il 12 ci sarà un grande evento organizzato a beneficio della Casa del Riposo. Sarà alla Fuente de Los Continentes nel Parque General San Martìn dove si è organizzata una maratona. Quelli iscritti potranno, pagando 10 pesos, collaborare al Progetto Casa del Riposo e `partecipare al sorteggio di un automobile e di una motocicletta. All’organizzazione di questo evento, oltre le autorità della Fondazione Casa del Riposo, e la gente della collettività, il console ha coinvolto anche le autorità del Governo di Mendoza ed altre istituzione publiche e private. Pietro Tombaccini non sembra aver paura delle parole, le ascolta e le pronuncia senza esitare quando ci vogliono. Mi auguro da lui un tratto produttivo e positivo nella storia consolare di Mendoza