(Antonina Cascio) - Il lavoro in emigrazione –mai stato facile- é tornato adessere quasi impossibile. Ché esempio dare d’italianitá? Che promesse fare su un futuro rapporto tra emigrati e paese? Come sostenere una rete che affonda in mare per il peso delle bugie, degli attacchi verbali e delle norme approvate in Parlamento contro di noi emigrati?

In veritá le norme approvate dalla maggioranza parlamentare vanno contro il popolo italiano, vanno contro il paese, vanno contro un futuro sicuro e ben posizionato. Ma gli italiani che abitano la penisola (e le isole) sembra essere stati irretiti dalla potente ed attrattiva energia negativa del premier. Avete visto mai in un film -certamente la natura é tanto lontana da noi cittadini che soltanto potrebbe essere su un film- un serpente che si avvicina alla vittima immobilizzata dalla paura? Questa é l’immagine che si ha all’estero degli italiani ed il premier serve a dare la nota di umore sui notiziari della sera. Vedere Berlusconi -mio figlio mi dice sempre che lui e Menem non dovrebbero essere mai nominati, né sui giornali, né alla TV, che solo il loro nome porta gíá sfortuna e vergogna- ripetere ridendo che lui, nel proprio 25% che ha di gay, é una lesbica, rattrista il cuore di molti emigrati. Sappiamo che lui non rispetta né gays né lesbiche, non rispetta le leggi né i magistrati, non rispetta l’Italia né gli italiani, ma nemmeno rispetta sé stesso ed ha perso l’abitudine di guardarsi allo specchio della propria coscienza che riflette il ridicolo. Allora, ché dire agli immigrati, ed ai loro discendenti quando vogliamo realizzare un’attivitá per celebrare i 150 anni , 150 anni di ché cosa? Rispondono. Non possiamo dire di democrazia, che dovrebbe quest’anno compiere 65 anni che non sarebbe giusto festeggiare perche da tre anni quasi la democrazia non esiste in Italia. E poi c’é l’altra incognita difficile di dipanare: ché cosa dobbiamo festeggiare gli emigrati se a 150 anni dall’inizio della storia dell’unificazione noi non siamo mai entrati, purtroppo, in questa storia e non se ne parla nemmeno a scuola? Ieri sentivo dire alla TV di Buenos Aires ,Argentina : “che esempio di cultura dobbiamo cercare in un paese il cui premier parla cosí al suo popolo, in un paese dove, come esempio- purtroppo vero- la capitale - cioé Roma - ha soltanto 4 teatri importanti contro i piú di cento che ne ha la Capitale dell’ Argentina?” Sapete voi italiani della penisola che tanto disprezzo sentite per gli “stranieri” che vengono a visitare la” culla della cultura”, quelli del Sud che non portano dollari né euro, né sterline, ma soltanto pesos, ma che sono stati la stragrande maggioranza del turismo che anno dopo anno porta ricchezza all’Italia, sapete ,dico, che ora non ci vogliono andare perche si parla di guerra nel Mediterraneo e si parla dell’Italia immersa in questa guerra? Come vi dicevo, lavorare in emigrazione é tornato difficile. Noi siamo anche in crisi economica ed i nostri pesos non danno la libertá di muoverci per questi grandi territori come infatti si muovono quelli che, senza lavorare per l’emigrazione, ma lavorando per Berlusconi, continuano a ricevere tanti euro, ancora non abbiamo scoperto in cambio di ché e che csa, e continuano a seminare contro la grande nazione che l’Italia fú e che senza dubbio doveva essere discesa dal vero primo mondo perche é piú utile frammentata, rotta, stuprata, povera e irrispettata. Continua ad essere un sito strategico dentro il Mediterraneo e disturbava alcune altre potenze. O non l’avete capito ancora?