(Antonina Cascio) - Il mondo gira. La guerra in Libia continua e nel frattempo, Obama, il presidente di colore che forse per qualche illusorio ritorno all’ era di Martin Luther King, tanti hanno creduto rappresentasse la salvezza dalla fame e dall’ingustizia sulla terra ,oltre ad essere il salvatore dello spirito americano ,(USA), delle vergogne ad esso legate come il suo forte individualismo sia come nazione e come individui,
si fa un giretto per l’America Latina. Anche questo chissá per quale innoccente coincidenza! Certamente il petrolio continua ad essere la pÃu preziosa fonte di energia per gli americani e per il mondo, avendo conto che non ci vogliono maggiori sforzi per avere il petrolio.Basta soltanto arriva al “cuore†dei rappresentanti dei paesi dove il petrolio c’é ancora e nell’America Latina, guarda caso, ce n’é abbastanza da quello che sappiamo. Gira in questi giorni sul facebook il video della sessione dell’ ONU nella quale una ragazza canadese, 19 anni fa, ha svergognato tutti i rappresentanti dei paesi del mondo. Certamente tutti si sono commossi al richiamo di piú giustizia, di protezione della natura e dell’uomo, di maggior distribuzione della ricchezza, ma nessuno di loro ha fatto niente per migliorare la situazione. Al contrario, vedete come siamo ridotti: il Giappone distrutto da disastri che non si sa se e quando si potranno superare; in Libia si fa la guerra per il petrolio e muoiono quelli che non hanno avuto libertá e non ne avranno, anche se Ghedaffi se ne va, deve garantirsi la energia per gli Stati Uniti e per l’Europa e questa urgenza non va tanto d’accordo con la giustizia e la democrazia. In America Latina...le cicatrici escono al sole ma non si sá se potremo guarire. Paesi come il Venezuela, l’Ecuador, Nicaragua, Messico, il Perú, Bolivia, il Brasile, stanno ancora incominciando a farci conoscere i loro “desaparecidosâ€. Siamo stati noi in Argentina ed i Cileni, a parlarne per primi, ad aprire il mondo della memoria e del dolore, le nostre mamme e le nostre nonne hanno fatto un lavoro esemplare, ebbero la forza di sostenersi ed arrivare ai posti piú lontani del mondo, a far conoscere le nostre pene a personaggi importanti, capi di stato e d’istituzioni di carattere democratico e mondialmente importante. Ma tutta l’America Latina é una grande ferita aperta da dove gridano tanti indigeni, tante donne, tanti bambini e tanti giovani che non hanno voluto altro, da duecento anni -o da prima, coi primi colonizzatori- che la libertá, una vita meno dura , un pó di pane ed un lavoro onesto per i loro connazionali. Per risposta hanno ricevuto il carcere, la tortura e la morte, ma non una morte comune, la disapparizione. Anni fa, quando AlfonsÃn incominció questa lotta per i diritti umani, una lotta interrotta da Menem e da quelli che lui rappresentava-amicissimi di quelli che oggi portano l’Italia alla fine della sua presenzia mondiale- una vecchia signora mi diceva che anche i revoluzionari avevano ammazzato gente. Io ho sempre dato l’esempio dell’Italia, un paese che ha portato quelli che ammazzavano o erano possibilmente colpevoli di fronte ad un tribunale giusto, che se lo meritavano li mandava in carcere . E lÃ, la loro famiglia, se voleva , poteva andarli a trovare, fare visita, aspettarli fino alla fine della loro condanna Sarebbe lo stesso oggi? Spiegavo che , in certi stati degli Stati Uniti, dove c’e´la pena di morte, il criminale, anche quello che ha ammazzato la propria madre o il proprio figlio, é seppellito in una tomba che la famiglia conosce e dove puo , se vuole, rendergli omaggio, come essere umano. I desaparecidos, provocano un castigo che nessun essere umano merita; non sapere dove sono i suoi morti, non sapere nemmeno se sono giá morti o chissá vivi ancora, e sapere che é lo stato, quello che deve proteggere i suoi cittadini, a compiere questo ruolo diabolico, inumano. Ieri, noi argentini, abbiamo ricordato come da alcuni anni facciamo, il funesto giorno nel quale questa politica di stato prese corpo e lo faremo per rendere omaggio ai desaparecidos, alle loro famiglie, a tutti noi, che abbiamo subito questa sporca e denigrante politica.