(Antonina Cascio) - Oggi c’è la neve a Mendoza. Senza dubbio è una giornata straordinaria, di strana bellezza come di solito è una città sotto la neve, che in questo caso, non troppo spesso, arriva fino al cemento delle strade urbane. Oggi è una giornata speciale anche per la Repubblica Argentina. Una di quelle giornate che si ricordano anche 100 anni dopo, se si ricordano.

O al meno si valorizzano a pieno 100 anni dopo averne visto il risultato dentro la società che” abitiamo”. Nella mattinata di oggi, al Parlamento nazionale argentino, a Buenos Aires, è stata approvata la legge che permette il matrimonio tra la gente dello stesso sesso (sarà così la definizione?), cioè, tra i gay, malgrado l’insistente lavoro della chiesa e dei settori di estrema destra che hanno mosso dei mezzi importanti e forti senza esito, per fortuna. Dalla TV ho potuto godermi alcuni discorsi dei Senatori -era al Senato la discussione della legge il quale numero non ho potuto trovare nè alla pagina del Senato nè su nessuna informazione d’Internet!!! - e tra tutti i senatori mi è piaciuto moltissimo il discorso del socialista Rubén Giustiniani. Certamente mi provoca un pò di orgoglio la sua origine italiana, di quegli italiani arrivati a Santa Fè, una provincia dove il socialismo ha avuto sempre una grande importanza, ma sopratutto mi è sembrato un discorso serio e ben argomentato, detto con calma , basato su riflessioni democratiche e senza aggressioni nè insulti, cosa che non si può dire di alcuni altri ( maggiormente della destra). Ma è logico se si pensa, che va di moda supplire la incapacità di produrre argomenti con l’agressione verbale ed anche manuale.. Giustiniani, capo della “bancada (gruppo) socialista”, ha spiegato che è impossibile, dal punto di vista legale , negare un diritto alla gente “diversa”. Con questo criterio si negava alle donne il diritto al voto, cioè alla cittadinanza, alla condizione di essere umani. Le donne sono diverse, senza dubbio, diverse degli uomini -ha spiegato- e questa diversità le donne non vogliono certamente perderla. Ma sono anche uguali, hanno gli stessi diritti (anche se ancora ci vogliono anni di lotta perche questi vengano totalmente rispettati). L’uguaglianza di fronte alla legge, sottolina Giustiniani è per tutti, anche per le minoranze, cioè i “diversi” ,e non può essere messa in relazione con la loro diversità o con la poca o molta uguaglianza di caratteristiche personali o sociali. Col criterio dell’obbligo a essere uguali per aver l’uguaglianza di diritti, si potrebbe arrivare - immagino io- al fatto che i diritti non siano gli stessi per i più bassi, o per i nani, o per quelli che sono più grossi, o troppo magri. Giustiniani si è posta dopo la domanda :”quali sono le cose naturali” .Quando una unione è naturale? Quando ’è tra un uomo ed una donna e produce dei figli? Allora, ha spiegato l’oratore, la società argentina ha un 60% di famiglie “innaturali” nelle quali la maggior parte non hanno la mamma, il papà ed i figli, e purtroppo quello che manca di più è il padre. Finalmente, dopo una lunga e dura discussione, che vide anche lacrime ed insulti, la legge venne approvata con una maggioranza di 33 voti contro 27. La legge, che era già stata approvata alla Camera dei Deputati, entrerà in vigenza immediatamente. Ma ci vorranno tanti anni perché tutta la gente capisca che l’unico pericolo in una società, è quello di mantenere un gruppo umano, una sua parte importante, fuori dallo stato di diritto, a soffrire e patire le differenze antidemocratiche di una ingiusta segregazione. L’Argentina è il primo paese latinoamericano a promulgare questa legge . Speriamo che presto ci seguano altri paesi di Latinoamèrica e del mondo. Bisogna non avere paura dei diversi. Lo dice una, una che è stata e sarà sempre diversa: emigrata italiana, in un paese lontano dalla sua Patria, venuta da bambina e segregata (anche se col tempo in modo più lieve) dalle due società. In Italia, in Sicilia, mi chiamano “americana”, e qua mi dicono “gringa” o “tana”.