(Antonina Cascio) - Un mese fa, a Palermo, giusto alla Sala Gialla del Parlamento Siciliano, abbiamo celebrato i 40 anni di USEF. In questo vecchio Palazzo reale, battezzato come Palazzo Normanno, rappresentanti USEF venuti da diverse parti del mondo abbiamo ricordato la nascita dell’associazione che ci raggruppa, nel contesto di un simbolico testimone della storia della Sicilia e della sua autonomia come unità “nazionale”,

nel senso di identità culturale, sociale, economica, politica. Dopo la celebrazione, le due giornate seguenti sono state dedicate al dodicesimo Congresso USEF, dentro le mura dell’antica Villa Niscemi di Palermo, un’altro classico simbolo di sicilianità. Un Congresso USEF che, come osservatrice il più obbiettiva possibile (ricordando sempre però che la obbiettività totale non esiste), posso dire dopo partecipare ad altre tre opportunità di riunione di rappresentanti USEF, una di loro l’undicesimo Congresso e l’altra il Congresso dei Giovani USEF, che questa riunione è stata la più seria, la più impegnativa dal punto di vista dei partecipanti, un appassionato nucleo di giovani e non tanto giovani, che non si lasciarono sfuggire l’opportunità di partecipare, di ascoltare, di dialogare e di crescere imparando gli uni dagli altri. Una delle tematiche del Congresso è stata l’ urgenza, la necessità ineludibile di accudire all’organizzazione della sede principale, cioè , quella di Palermo, di collaborare con la Direzione e con il Segretario Generale nel sostenimento di questa sede e delle sue attività. Lasciando il fatto che la Regione ,con i suoi problemi politici attuali e con le sue claudicazioni permanenti da quasi vent’anni verso l’emigrazione ed i suoi richiami, non collabora per niente con questa situazione economica che concerne non soltanto all’USEF ma a tutte le associazioni regionali come ben denunciato parecchie volte dal CARSE; lasciando da parte questa preoccupante situazione, dicevo, sarebbe logico pensare che le file dell’USEF a Palermo ed in tutta la Sicilia, dovrebbero allinearsi accanto al presidente Lauricella ed il segretario generale Augello, per far sì che la marcia dell’associazione a livello organizzativo , amministrativo e visuale (parlo del giornale INTERNET) fosse talmente straordinaria da richiamare l’attenzione del mondo dell’emigrazione e del Governo della Regione sul fatto di quanti benefici porta l’USEF alla Sicilia. Purtroppo, questo non si vede ancora (vorrei essere ottimista e pensare che un mese è poco tempo per organizzare la mente ai cambiamenti votati). Ma non possiamo fermarci qui. C’è il fatto di quelli che siamo all’Estero, che dobbiamo anche noi allinearci. Come? Semplice, Scrivendo per la rivista, senza essere giornalisti diplomati, basterebbe comunicare in un semplice linguaggio le attività svolte ogni mese Ma ci sono queste attività? Non sempre, è vero, ma sono tante più di quelle che conosciamo. Qui vorrei ricordare il mio semplice esempio dell’uovo e la gallina posto ai presenti al Congresso durante il mio breve intervento diretto a segnalare la basilare, urgente e innegabile necessità di conoscere quello che facciamo e di farlo conoscere. L’autonomia è ed è stata una particolare caratteristica della Sicilia e di noi Siciliani. Una particolare caratteristica che sebbene fece e sostenne la nostra unione come “nazione”, produsse a volte anche l’interesse di farci credere che eravamo invincibili, a grandi nazioni che volevano il nostro appoggio strategico e la nostra separazione dell’Italia che ci avrebbe fatto talmente deboli da diventare giocattoli nelle loro mani. E per questo che noi a Mendoza ieri abbiamo ricordato l’Autonomia Siciliana, autonomia senza separazione dal potere nazionale. Si è fatto a Palermo, a Santiago del Cile e in quanti posti più? Sicuramente molti. Ma ancora non lo sappiamo e sarebbe un bel primo passo averne idea attraverso l’informazione dei propri interessati. Al Congresso, il dodicesimo, abbiamo votato altre cose: il tesseramento, la collaborazione tra noi, la possibilità di avanzare nell’uso della tecnologia moderna, etc. Tutte cose che richiedono ricordare cha autonomia non significa INDIVIDUALISMO. Ricordare che all’USEF c’è posto per tutti, che ognuno ha una caratteristica o una qualità speciale e che se non siamo capaci, si non riusciamo a fare lavoro di squadra, addio USEF, come addio autonomia siciliana. Sarebbe buono per tutti chissà conoscere le parole che Mariela Quiroga Intelisano, architetta delegata a questo congresso dai giovani USEF di Mendoza per il suo intenso e frequente lavoro di due anni, mi ha detto alla fine delle attività di Palermo:” Io amavo già l’USEF ed ero disposta a lavorarci, ma ora, che ho visto quello che l’USEF può muovere, quanta gente può convocare, quante realtà diverse, sono disposta a metterci la vita”. Una percezione che chissà un cuore nuovo, una mente che si risveglia ad una realtà che non conosceva, può percepire meglio di quelli che già ci sono da tanti anni.