Navigatore di nobile stirpe, fu uno dei personaggi più importanti nella storia e nella cultura della città di Vicenza e il primo italiano che calpestò il suolo cileno. La Regione di Magellano, i suoi abitanti, la sua fauna, flora e geografia rappresentano la prima porzione di territorio cileno scoperta dalla civiltà europea. L’incontro fisico tra il Cile e la spedizione del portoghese Magellano,

così come l’incontro intellettuale tra il Cile e Antonio Pigafetta, cronista italiano e autore della “Relazione del Primo Viaggio in Torno al Mondo”, avvenne il 28 novembre del 1520. Nonostante ciò, le informazioni relative alla sua nascita e a parte della sua vita sono tuttora incomplete e non del tutto esaurienti. Di lui infatti si sa che nacque a Vicenza intorno al 1485 e che morì a Malta nel 1536, combattendo contro i turchi. Studioso di matematica, astronomia, filosofia e geografia, trascorse la giovinezza a Roma, sotto la tutela di Monsignor Francesco Chiericato. Lì imparò le lingue e iniziò a frequentare i circoli di conversazione, i cui principali argomenti erano i viaggi marittimi e le conoscenze geografiche. Nel 1519 Pigafetta è a Barcellona al seguito di Monsignor Francesco Chiericato, nominato ambasciatore della Santa Sede alla corte di Carlo I, e nella città spagnola chiede e ottiene da Carlo V il permesso di partecipare alla spedizione di Magellano come membro dell'equipaggio. Due carte infatti giocano a suo favore: la raccomandazione di Monsignor Chiericato e il beneplacito reale. Non bene accettato da quest'ultimo, il Pigafetta seppe conquistarne gradualmente la stima, fino a diventare il suo uomo di fiducia “criado sobresaliente” ed ebbe il merito di documentare la prima epica circumnavigazione della terra. I suoi appunti riempiono quaderni pieni di curiosità. A lui dobbiamo le prime descrizioni della Patagonia e degli aborigeni che la popolavano: li descrive come “Patagones” con la faccia dipinta di rosso e i loro “patagaos” (piedi) enormi (3). Grazie ai suoi appunti siamo venuti a conoscenza delle sofferenze e delle privazioni cui furono sottoposti gli spedizionieri, così come di tutti gli incidenti, le tempeste, i naufragi, le insurrezioni, le lotte e le morti che si succedettero nei tre lunghi anni di navigazione. La nave “Santiago” fu disalberata dopo aver scoperto la foce del fiume Santa Cruz, la “San Antonio ” disertò e tornò in patria. La “Concepción ” fu abbandonata e bruciata nell’isola di Babom e solo la “Victoria ”, facendo onore al suo stesso nome, portò a termine la missione (4). La sorte volle tuttavia che il 27 aprile 1521 Magellano venne ucciso dagli indigeni dell'isola di Cebu, nell'arcipelago delle Filippine, e Pigafetta fu ferito nel tentativo di salvarlo. Morto Magellano, Pigafetta fu accettato dall'equipaggio come nuovo capo. Tornato in patria con soli diciassette superstiti della spedizione, presentò la sua "Relazione del Primo Viaggio in Torno al Mondo" a Carlo V, un’opera che oggi è considerata uno dei più preziosi documenti sulle grandi scoperte geografiche del XVI secolo. Terminata nel 1525, divenne ben presto famosa per l'accuratezza dei dati riportati e resta tuttora uno dei documenti più vivi, profondi e obiettivi della storia delle esplorazioni. Nel suo diario Pigafetta dà un nome alle numerose specie di piante, tra cui la palma "Pigafetta" che ancora oggi ha il suo nome. Nel 1524 entrò a far parte dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, prese i voti e nel 1530 si recò a Malta, dove morì nel 1536, combattendo contro i turchi.