(Antonina Cascio) - Poco tempo fa, in un mio articolo, ho accennato alla superbia, dietro la quale i superbi nascondono un grande senso d’inferiorità e la paura verso lo sconosciuto. La superbia è una caratteristica degli argentini che vanno per il mondo pensando che siano i migliori del Sud America,

 il popolo più intelligente e più bello di questo continente perché un crogiolo di razze, ecc, e sono finalmente insopportabili. Facciamo un'analisi, dietro questa superbia, c’è la paura d'essere diverso, di appartenere ad un paese dove tutti guardano verso l’Europa come la perfezione umana ma che nella sua storia ha il sangue degli indigeni sterminati( ma non totalmente per fortuna) e dei negri portati dall’Africa e dopo mandati alle piccole guerre locali a morire e finalmente cacciati verso l’Uruguay i pochi restanti. Quello che gli argentini non sanno è che la loro fortuna è stata proprio quella di avere nella loro genealogia il sangue di queste due razze sterminate, lo spirito di libertà e di godersi lo spazio avendo sempre presente la natura, la mancanza d’interesse alla proprietà della terra, perché la terra c’era ed era di tutti, l'ingenua e semplice visione della vita e del mondo che si è persa purtroppo poco a poco. Noi italiani siamo anche superbi, superbi dell’origine millenaria, della cultura che ci trasciniamo dietro, la cultura della lotta quotidiana per un pezzo di pane, quella di fare una pietra diventare una statua ed un rozzolo, una piccola briciola di terra che pende di un monte, in un ricco orticello, la cultura della difesa del proprio con la vita se è necessario. Magnifica cultura che può essere molto utile agli emigrati in una terra sconosciuta, infatti, che ha fatto che gli emigrati prosperino e s’integrino dove vanno, alla cultura locale e riescano a crearsi un futuro. Quando si va in Italia si vede che quelli che sono rimasti sono superbi di se stessi al punto di disprezzare quelli che siamo partiti e torniamo vestiti come persone, senza freccia ne arco, parlando un italiano diverso, senza le sfumature che arricchiscono la lingua corrente e locale, disprezzando le nostre scelte, gli esiti, le capacità acquisite, etc. Certamente dietro questo atteggiamento c’è la paura dello sconosciuto, il dubbio di pensare che chissà anche loro od i loro genitori debbano partire, il timore di essere disprezzati per le loro scelte, per le loro abitudini, per la loro situazione attuale. Finalmente, come gli essere umani andiamo per il mondo cercando problemi, non basta la superbia dell’origine o della particolare situazione economica, sociale, etc. C’è anche la superbia ancora degli uomini verso le donne, che devo dire che purtroppo è ancora più notevole in Italia. Quella stupida storia di un dio che ha creato prima l’uomo e dopo, per il suo personale godimento la donna, è ancora in giro troppo spesso nei cervelli italiani. E' per questo che troviamo tante donne sommerse in situazioni estremamente penose, e vergognose, che escono sole per andare a lavorare, ma che per andare persino a messa devono essere accompagnate del marito per non apparire come spregiudicate e spudorate. Ma dietro queste situazioni, troviamo invece uomini insicuri, che hanno paura di perdere la loro posizione, e che si lasciano dominare dai pregiudizi che sono le stesse donne a incentivare per non perdere alla loro volta lo stato quo. Si vede anche da noi, nel Sud America. Ma non così spesso come in Italia. Chissà perché lo spazio è sempre un ambito di crescita e libertà. La superbia , l’ignoranza, l’insicurezza, sono tutte sorelle della stessa famiglia. Si dovrebbe cacciarle via della nostra vita. Nessuno ha più valore di nessuno, non c’è essere al mondo che sia meritevole più di altri a quello che ha diritto per la sua condizione umana. E se guardiamo intorno e riflettiamo, vedremo che non siamo mica tanto più intelligenti degli altri, siamo chissà diversi, abbiamo chissà obbiettivi e sogni diversi, ambizione diverse. E meritiamo tutti il rispetto degli altri.