(Antonina Casscio) - Penso in giorni come questo all’epoca nella quale essere maestra era importante. Tu lo sentivi e la società ti faceva sentire che il tuo ruolo era fondamentale. Insegnare ai bambini, guidarli verso l’utilizzo adeguato e sano delle proprie capacità e risorse intellettuali, inculcare nei loro cervelli l’idea di democrazia, di giustizia, di rispetto per gli altri.
Io non sono di quelli che dichiarano che i tempi passati furono migliori. Ogni tempo ha le sue difficoltà , prodotte della realtà sociale mondiale. Ma se ci fu un tempo migliore riguardo all’educazione forse quello degli anni sessanta - settanta, quando ancora si capiva che soltanto l’educazione poteva portarci verso un futuro di uguaglianza e di risorse condivise senza egoismi e senza la cecità che porta l’ambizione di avere nelle mani i soldi, nemici di ogni capacità di capire la realtà . I soldi sono brillanti di colori, falsi come le pietre che Cristoforo Colombo portò per farle vedere agli indiani e regalargliele. Mentre noi corriamo dietro questa fantasia di conquistare il mondo con un pugno di Euro, o Dollari o Pesos, la terra viene distrutta giorno per giorno, le risorse sono nelle mani di pochi imbecilli che non sanno mantenere e salvaguardare il potenziale, milioni di bambini muoiono prematuramente di fame e/o di malattie provocate dalla fame, milioni nascono condannati a una vita ferocemente inumana e brutale. E per questo che in giorni come questo mi vergogno un poco di più. Oggi è il giorno del Maestro in Argentina, in onore ad un uomo che sbagliò come tutti sbagliamo ma che fece dell’educazione e dei diritti del suo popolo la sua meta personale. Domingo Faustino Sarmiento morì senza soldi, fuori dalla sua terra, l’Argentina, l’11 setembre 1888. Come lui ho dedicato tanti anni ai bambini, come tante mie compagne di lavoro. Spero che l’amore che in una stretta di mano, in una carezza, in un abbraccio abbiamo dato a questi bambini, sia servito almeno per migliorare il loro amore per la vita, perchè di sicuro, la vita stessa non abbiamo potuto migliorargliela. E questo il sentimento d’impotenza che questa società ci provoca. Una società che ha due debiti: uno con quelli che soffrono situazioni di estrema indigenza, l’altro con le loro maestre, che soffrono l’impotenza di non poter cambiare questa situazione.(ne ha tanti di più di debiti, lo so). Ma sono sicura che basterebbe pagare un poco del primo, per scontare enormemente gli interessi del secondo. Buona giornata del Maestro agli argentini ed a tutti quelli del mondo.