Magari si trattasse di esagerazione e non vera percezione delle conseguenze di certi atteggiamenti dei rappresentanti dello stato , nel mio caso in Argentina. Oggi sono andata a riscuotere la mia pensione, sono pensionata da due anni, e non ho trovato un soldo in banca. Andata al ANSES (organismo responsabile) non hanno saputo spiegarmi che è successo. Già il primo giorno utile del mese ci ero andata, come in questi due anni ero abituata a fare, e allora mi hanno detto che come conseguenza del passaggio di una delle compagnie private (che pagavano le pensioni del 50% dei pensionati fino a dicembre), allo stato, lo stipendio da questo mese mi sarebbe stato pagato alla fine del mese, cioè il 26, perché sono una fortunata che non riscuote la minima. E perciò allora, perderò da ora un’altro mese di stipendio che già di uno me lo pagavano in ritardo. Adesso saranno due i mesi di ritardo, allora ho pensato: Ma chi lo sa? Il mio stipendio sarà stato depositato in banca domani o dovrò ancora far lunghe attese, parlare e spiegare il mio caso davanti a mille impiegati che mi ascoltano imperturbabili e che alzano di spalle? Ma quando è incominciata questa storia? Da quando sono in ostaggio dallo stato argentino? Se volete ve lo racconto, così capirete perchè quando parlo dell’Italia attuale trovo dei paralleli. A 12 anni avevo la migliore media di voto della classe (cosa che mi aveva consentito l’anno prima, di avere la possibilità di entrare a studiare alla Università del Cuyo l’inglese, il francese e l’italiano, che studiai, ed il tedesco che mia mamma non mi lasciò studiare), ero nella settima elementare e avrei potuto partecipare ad una borsa di studio ma non è stato possibile perchè non ero Argentina e la legge non mi permetteva di avere la cittadinanza fino ai 18 anni. Per lo stesso motivo non ho potuto portare la Bandiera Argentina essendo stata allieva della scuola argentina dalla prima classe. A 16 anni, all’università del Cuyo, mi offrirono una borsa di studio per andare a Disneylandia, negli Stati Uniti a studiare l’inglese in una scuola media per un anno, ma, peccato, non ero ancora argentina, impossibile! Ho lavorato dopo per più di 8 anni come insegnante precaria, mentre frequentavo altri corsi di studio, dopo mi sono dedicata al giornalismo fino a quando per bisogno ho dovuto mollare e finire la pratica di cittadinanza che se non ce l’avevo lo stato non mi permetteva essere insegnante titolare in una scuola argentina. Il primo mese di lavoro non me lo pagarono dicendo che sarebbe depositato alla cassa dei pensionati. Al momento di pensionarci tutti quelli che siamo stati accolti nel sistema in quel tempo abbiamo saputo che ci avevano rubato un mese di lavoro, tant’è così che incominciando le classi il 1º marzo ed essendo stati nominati a dicembre del anno precedente, figuriamo tutti come entrati nel mese di aprile. Misteri dell’ almanacco occidentale e cristiano che usavano i militari. In quei tempi, ogni mese ci prendevano il 14% dello stipendio per la pensione che sarebbe arrivata dopo 25 anni di lavoro per un importo pari all’82 % dello stipendio attivo. Anni dopo, per due anni dovemmo versare il 16% con lo stessa motivazione.. Quando ero giornalista avevo lo stesso guadagno, perciò tutti dicevano con due lavori quanti soldi avrai come pensionata?! Invece dopo si stabilì per legge che due lavori non sono cumulabili e i contributi versati come giornalista ancora non so come e dove andranno a finire, forse arriverà un giorno in cui si possa avere diritto a riscuotere una percentuale, (permettetemi di sognare!). Nel frattempo il Governo incominciò a consigliarci di passare alla pensione privata e minacciò d’incominciare a passare gli impiegati dello stato senza consultazione preventiva, cosa che in molti casi fece. Allora io passai ad una assicurazione privata la mia pensione. Ma dopo il 2001 cambio la moda e si operò contro le privatizzazioni (e mi sembra abbastanza giusto) ma anche contro i privatizzati (ch’eravamo stati presi in ostaggio dal governo di Menem, o fu Berlusconi? No, no, scusatemi, è vero che mi trovavo in Argentina¡). E allora andare in pensione fu per tutti noi un pellegrinaggio che altro che il senitero di Santiago! Finalmente quando la mia pensione era già sicura ma ogni giorno più svalorizzata, ricomparve lo stato dicendo che doveva salvarci dalle mani di questi ladri privati e che prenderebbe i nostri stipendi e tutte le pensioni nelle sue mani per dare il meritato 82% rivalutabile ai docenti. Il resto lo sapete già . Non soltanto non ho l’82% rivalutabile, ma mi hanno fregato un’altro mese di pensione ed il mio stipendio ancora non arriva Sono unilateralmente dichiarato ostaggio dello Stato. O del “Sistemaâ€, la cosa misteriosa alla quale si deve accusare la gran quantità di errori che si abbattono su di noi argentini e per di più pensionati. Qualsiasi somiglianza col futuro d’Italia e dei pensionati italiani, chiedetela a quelli dell’estero. Si sa che il spezza sempre dove il punto è più debole.