(Aurora Bomprezzi) È una scuola nata 77 anni fa, ha ricevuto il suo nome dagli italiani emigrati nell’epoca fascista. La scuola doveva trasmettere la lingua e la cultura italiana ai loro figli e ai discendenti , nel primo momento si fecero venire insegnanti madrelingua perchè qui a Mendoza, Argentina non si insegnava l’italiano e di conseguenza non c’erano insegnanti in grado di trasmettere quello che volevano i genitori.

Oggigiorno funziona in due sedi staccate, una a Guaymallén-Mendoza e l’altra nella Capitale. Nella prima sede c’è la scuola nido e la scuola elementare, a giornata piena. I bambini entrano alle 8 del mattino ed escono alle 17.00 . Ricevono tutte le conoscenze in lingua spagnola e poi dopo il refettorio iniziano con la lingua italiana, si insegnano tutte le materie in entrambe le lingue, l’italiano supera altamente lo spagnolo per quanto le insegnanti sono tutte universitarie, hanno fatto i loro studi all’Università Nazionale di Cuyo ed offrono un insegnamento di alta qualità. La scuola è amministrata da una Commisione di genitori( generalmente professionali) ed è guidata didatticamente dalla direttrice per l’elementare e l’asilo nido e dal direttore per la scuola media e superiore. La sede della scuola media e superiore si trova in un edificio demaniale che il Consolato d’Italia in Mendoza, affitta alla scuola a un prezzo bassissimo e conveniente per la stessa. È una scuola privata, senza sovvenzioni della provincia e riceve la sovvenzione che corrisponde oggigiorno alla parità. Nella media e superiore dove ho lavorato per ben 22 anni, si consegna alla fine dell’8º anno il diploma di licenza media (pari all’italiano). Logicamente questa scuola non ha e non ha avuto mai l’infrastruttura della “Vittorio Montiglio” di “Las Condes” in Cile, ma offre anche una degna biblioteca, un laboratorio di informatica a disposizione degli alunni, didatticamente è efficente ed ha personale capacitato, gli sport però li devono praticare in uno stadio che si affitta con quel proposito. I ragazzi della 5º superiore quando finiscono gli studi secondari generalmente fanno un viaggio in Italia per conoscere “dal vivo” l’arte , la cultura, la musica, il teatro ecc. di cui tanto hanno sentito parlare durante i loro studi, per parlare la lingua con i madrelingua e questo è tanto desiderato che la scuola ha istrumentato il pagamento dall’asilo di una rata speciale per questo viaggio che rimborsa al momento dello stesso. Non si capisce allora che essendoci queste scuole in sudamerica e altre in Perù, Venezuela, Brasile, ecc. il governo italiano continui tagliando la lingua, la cultura su tutti i programmi per gli italiani all’estero. Hanno perso la sensibilità e come dico sempre hanno dimenticato che gli italiani all’estero viviamo e vogliamo vivere ancora con un legame con questa lontana patria che amiamo anche se i governanti non ci vogliono.