(Aurora Bomprezzi) - Come figlia di emigrati conobbi la nostalgia, il rimpianto e l’attacco alle tradizioni da piccola, ricordo che nelle lettere che si scrivevano a mia nonna, sempre c’era la richiesta della S.benedizione, mio padre la chiedeva, anche mia madre ed io in quelle tre o quattro righe che mia madre mi faceva ricopiare perché non sapevo scrivere in italiano.

Ero convinta che avevamo una protezione speciale con questa S.Benedizione e che così nulla ci sarebbe successo. La risposta di mia nonna invariabilmente era “Che Iddio vi benedica a tutti, grandi e piccoli” ed io quando la leggevo mi sentivo felice, già ero protetta contro qualsiasi male. Certo non sapevo quanta ignoranza e discriminazione c’era intorno a noi. A quell’epoca gli italiani e i loro figli non erano ben visti, perchè erano educati, si mimetizzavano con l’ambiente, non richiamavano l’attenzione, erano intelligenti senza vantarsi, erano responsabili sempre portavano i compiti in tempo e forma e allora ci guardavano con la coda dell’occhio e se avevano l’occasione si burlavano di nascosto. Nella prima classe dell’elementare, io non sapevo scrivere in spagnolo e già avevo l’interferenza dell’italiano “dialetto” che scrivevo e leggevo a casa (le lettere della nonna e delle zie) e a scuola avevo difficoltà perchè mio padre e mia madre non sapevano scrivere in spagnolo, e in più avevo un insegnante che non so per quale ragione odiava agli italiani e sono stata discriminata, mi chiamavano “la gringuita” e si burlavano tanto la maestra come i miei compagni quando io comettevo qualche errore alla lavagna. Parlo d’ignoranza perchè questa insegnante, se fosse stata intelligente si sarebbe accorta che invece di ridermi in faccia doveva insegnarmi a leggere e scrivere in spagnolo e non godere con i miei sbagli e farmi sentire discriminata e diminuita. Ricordo aver detto sottovoce tante volte “nonna aiutami, la S.benedizione” perchè a sei anni, si credono a queste cose. Dopo anni mi sono accorta che questa richiesta di protezione era una tradizione, una formula vuota di contenuto, che chissà per quale ragione mia mamma non ce l’ ha trasmessa. Quanto ho espresso mi ha fatto mettere nei panni degli emigrati che oggigiorno si trovano in Italia e soffrono continuamente la discriminazione, i “vu compra”, persone che sono costrette a vendere ninnoli, borsette ed altre cose, quando chiudono i negozi, sopra un pezzo di stoffa per le strade e li guardano di sbieco e se qualcuno compra e per farsi vedere che sono “pietosi”. E poi ci sono le polache e le rumene che fanno da “badante” agli anziani, sono persone necessarie perchè le italiane questo lavoro non lo vogliono fare, ma sono viste come persone di seconda categoria ed io mi domando perchè? . La xenofobia e la discriminazione sono difetti degli italiani che io particolarmente non vorrei vedere.