(Antonina Casscio) Ogni paese ha le sue leggende, storie antiche che si raccontano di generazione in generazione e che anche i libri raccolgono ogni tanto. Negli ultimi anni del secolo scorso ed in quelli che sono passati di quello in corso, tra le caratteristiche apparse nelle città c’è

 un altro tipo di leggende: le leggende “metropolitane”, che appartengono ai diversi gruppi. Ad esempio i ragazzi che escono di notte e svolgono una attività notturna, hanno le loro leggende, quelli che raccolgono la spazzatura ne hanno altre, i medici, anche hanno le loro leggende e gli infermieri, ancora altre. Tra le leggende che circolano dentro la comunità italiana in Argentina, quella piu pazza, o, se volete, più spassosa, veramente ingenua e fantasiosa, è quella che dice che i presidenti delle associazioni, riscuotono in Euro grosse somme di denaro che sperperano regalandole alle persone delle loro associazioni che scelgono a piacere. Così risultano sospettati non soltanto i presidenti, ma anche alcuni dei soci ,cioè, vengono sospettati quelli che lavorano. Tra le leggende che circolano tra i membri della nostra collettività c’è anche quella che dice che i figli dei pensionati italiani eredano la pensione. Queste idee che nascono nei cervelli che l’invidia riscalda con la febbre pericolosa delle malattie trasmesse da un virus immortale, dividono la collettività e spaccano l’unione delle istituzioni che hanno bisogno invece di unirsi per lottare in favore dell’interesse comune. Su questo punto, per l’ignoranza delle persone, ci sono quelli che pensano di potere avanzare nel realizzare il proprio profitto, invece indietreggiano perché situazioni come questa non favoriranno la crescita delle persone, né la crescita delle associazioni dove lavorano, che hanno bisogno, invece, di profondo sentimento di umanità e di risponsabile atteggiamento democratico. C’è molto da imparare ancora tra gli italiani emigrati, sopratutto le leggi del paese che hanno abbandonato da parecchi anni e che sono pubblicate dopo la partenza, più puntualmente dopo la guerra e la liberazione, insieme alla storica decisione di dichiare l’Italia una democrazia, condizione che si deve coltivare e cercare di mantenere anche a pagare ancora prezzi alti. Chissà se questa crisi, alla fine, non finirà per unirci di più, per farci ascoltare di più gli altri e per sorridere ai compagni che ogni giorno, malgrado le storie e le leggende senza fondamento, continuano a lavorare per migliorare il rapporto tra le comunità italiane e tra loro e l’Italia. Antonia Cascio.