Ci sono azioni e vicende che in una società democratica non possono e non debbono lasciare indifferenti. La posta è alta e ne va del pericoloso tentativo di cancellare valori inalienabili quali la libertà di stampa. Ecco perché desta meraviglia e preoccupazione il parere negativo espresso dai consiglieri di maggioranza del COMITES di Montevideo espressi dal MOVIMIENTO ASOCIATIVO ITALO URUGUAYO (MAIU),
fondato da certo Lamorte già coordinatore del MAIE in Uruguay, che ora lavora in proprio oppure in accordo con quale MAIE che prima aveva il compito di coordinare. A ben vedere, però, ci troviamo di fronte ad una palese appropriazione di ruoli non previsti dalla legge. Tra i compiti dei COMITES, infatti, pur essendoci quello di esprimere pareri non vincolanti su diverse materie, tra cui quella su giornali editi e diffusi all’estero, la legge dice anche quali sono gli accertamenti da fare in materia. Per memoria nostra, ricordiamo qui quali sono questi controlli previsti:
a) anzianità di costituzione dell’impresa e di edizione della testata di almeno due anni maturati prima dell’annualità per la quale la domanda di contributo è presentata; (Gente d’Italia nasce nel 1999)
b) periodici editi e diffusi all'estero con testi scritti almeno per il 50 per cento in lingua italiana (condizione ampiamente soddisfatta);
c) inserire nella testata che gode del contributo dello Stato (anche questa condizione assolta all’interno delle pagine del giornale.
Diventa davvero difficile capire come si arriva alla decisione di esprimere parere negativo per un organo di stampa ampiamente diffuso in mezzo alla comunità italiana dell’America Latina e non solo, presente anche nelle edicole, che per altro rispetta tutte le caratteristiche volute dalla legge. Perché allora il nuovo COMITES arriva alla infelice decisione di esprimere parere negativo? Un parere che mira chiaramente a limitare l’informazione in mezzo alla comunità della circoscrizione consolare e non solo? Questo parere negativo, arriva dopo che è stato impedito alla stampa di assistere allo spoglio delle schede votate, cosa del tutto inusitata. Tutti questi elementi portano alla considerazione che non solo viene utilizzata in maniera difforme la funzione di un organo che nasce per rappresentare gli interessi ed i diritti della comunità, ma che è evidente che siamo di fronte ad un attacco alla libertà di stampa, valore che sta alla base della democrazia e che fa parte di quei valori che non sono alienabili e che abbiamo il dovere di difendere. L’Unione Siciliana Emigrati e Famiglie (USEF), il Coordinamento delle Associazioni Regionali Siciliane dell’Emigrazione (CARSE condannano questo attacco alla libertà di stampa e chiedono a chi di dovere di ripristinare il diritto della comunità ad avere una informazione obiettiva e libera.
Salvatore Augello 23 febbraio 2022