di Mariella Policheni (da Corriere Canadese del 18 Maggio 2023)
TORONTO – Non per malattie incurabili. Nemmeno per patologie gravi. Neppure per disabilità che non possono essere alleviate. Quel che è oggetto di discussione adesso è il suicidio assistito per i senzatetto.
Sembra incredibile ma da un recente sondaggio di Research Co. è emerso che un terzo dei canadesi è favorevole al suicidio assistito per il fatto che la persona è povera o senzatetto. L’indagine demoscopica si prefiggeva lo scopo di scoprire quanto fossero a loro agio i canadesi con lo stato attuale del regime MAID (assistenza medica in caso di morte) del paese. A partire da marzo 2021, il Canada è diventato uno dei pochi paesi al mondo a legalizzare il suicidio assistito anche nei casi in cui un paziente non ha una malattia terminale. Da allora, un canadese può essere ritenuto idoneo per il MAID semplicemente perché è affetto da una “condizione medica grave e irrimediabile”. Research Co. ha rilevato che il 73% degli intervistati è favorevole alla legislazione attuale mentre solo il 16% si oppone. I sondaggisti hanno anche constatato che un numero non trascurabile di canadesi è favorevole al suicidio assistito nei casi in cui non è presente nessuna condizione medica di alcun tipo. Se l’unica afflizione di un canadese fosse la “povertà”, il 27% ha affermato che non avrebbe nulla in contrario nel legalizzare l’accesso di quella persona all’assistenza medica per porre fine alla sua vita. Un altro 28% ha considerato l’essere “senzatetto” un requisito appropriato per poter chiedere di morire con l’assistenza di un medico. Infine il 20% delle persone che hanno preso parte al sondaggio pensa che chiunque dovrebbe poter richiedere il suicidio assistito per qualsiasi motivo. In altre parole, un quinto degli intervistati sostiene che “l’assistenza medica in caso di morte dovrebbe essere sempre consentita, indipendentemente da chi la richiede”. Mentre la maggior parte dei paesi richiede l’approvazione di un medico, il Canada si distingue per la relativa mancanza di controlli sulla procedura: il suicidio assistito può essere approvato e somministrato da infermieri. Il Canada sta anche registrando un tasso di decessi assistiti alle stelle. Numeri alla mano si può facilmente scattare una istantanea della situazione nel nostro paese: nel primo anno in cui la morte assistita è stata legalizzata, solo 2.838 canadesi hanno optato per il suicidio assistito, nell’ultimo conteggio del 2021, questo numero era salito a 10.064, con un aumento del 32,4% rispetto all’anno precedente. La pratica di indirizzare o raccomandare il suicidio assistito si è diffusa anche ben oltre i tradizionali confini del sistema sanitario. In particolare, nonostante misure simili si siano rivelate profondamente controverse in Belgio, un pioniere nella legalizzazione del suicidio assistito il MAID veniva regolarmente praticato all’interno del sistema carcerario canadese. Tuttavia, come emerge dai sondaggi dell’Angus Red Institute e di Research Co. la maggioranza degli interpellati ha mostrato esitazione all’idea di includere nelle categorie che possono usufruire del suicidio assistito, i cittadini la cui unica condizione è la malattia mentale. In questo caso solo il 31% degli intervistati dell’Angus Red Institute ha ritenuto che fosse una buona idea. Tra gli interpellati da Research Co., a essere favorevoli al MAID per i malati di mente è stato il 43% mentre il 45% non supporta questa idea. La morte assistita per i malati di mente avrebbe dovuto diventare legale a marzo, ma il governo ha deciso di fare un passo indietro rimandandone l’approvazione al 2024 in modo di potersi “preparare”. Le leggi sull’assistenza medica nella morte – che il prossimo anno potrebbero essere estese per includere le persone affette da disturbi mentali – accendono il dibattito tra i canadesi. A questa categoria potrebbero venire incluse, con il plauso della maggior parte delle persone, gli individui più poveri e i clochard. La società, così facendo, metterebbe a nudo il suo cinismo: anche chi si trova in una situazione di particolare vulnerabilità che adeguate politiche sociali potrebbero risolvere, sarebbe candidabilie per il suicidio assistito.
FONTE: https://www.corriere.ca/canada/suicidio-assistito-senzatetto-canadesi-favorevoli/