Chi per comodità pensa che l’emigrazione italiana sia un capitolo chiuso, si sbaglia di grosso. Un errore grossolano che serve solo a coprire le responsabilità di quelle istituzioni che non riescono a dare risposte credibili e soluzioni accettabili alle varie problematiche che l’emigrazione ancora presenta. Non è solo per quello che sta succedendo dopo il clamoroso fallimento delle così dette primavere arabe, che hanno generato esodo di massa di intere popolazioni, guerre infinite, terrorismo dilagante. Migrazioni e terrorismo che hanno aperto più di un problema all’Europa, quali ad esempio quello relativo alla ospitalità per gente che a migliaia ogni giorno raggiunge le coste siciliane, quando non viene inghiottita dal mare divenuti da tempo una tomba liquida che ha inghiottita migliaia di uomini, donne, bambini. Che dire del terrorismo che colpisce a sorpresa nel nome di un dio che sicuramente si offende di essere così strumentalizzato da delinquenti che nulla hanno a che vedere con la religione, e che negli ultimi tempi, come fiere ferite, generano i così detti lupi solitari che colpiscono creando panico e morte. Ma quando parlamo di emigrazione, rivolgiamo la mente ai tanti giovani che a migliaia lasciano la Sicilia ed il Mezzogiorno alla ricerca di un lavoro, di uno spazio fisico dove ricostruire o costruire un futuro che in Italia si delinea sempre più lontano ed incerto. Altro che capitolo chiuso quindi, ma ferita ancora aperta e sanguinante. “Emigrazione italiana, un triste capitolo mai chiuso” è il titolo dato ad una conferenza che si è tenuta il 21 aprile scorso a Saint Nicolas (Liegi) in Belgio ed alla quale hanno preso parte diversi oratori. La conferenza, frutto di un impegno corale che ha visto in prima file oltre all’Amministrazione Comunale di Saint Nicolas, la FILEF, l’USEF, il COMITES, La Comune di Bruxelles ed altri enti e personalità, ha avuto un grande successo di pubblico che non si è stancato di ascoltare le numerose relazione e gli interventi che si sono susseguiti. Ha aperto i Lavori Giuseppe Chiodo, presidente dell’USEF di Saint Nicolas e della FILEF Locale, che dopk avere spiegato i motivi di quella manifestazione ed avere ringraziato il pubblico e tutte le personalità ed associazioni intervenute, passa la parola ad Angelo Santamiaria, componente del CGIE che assolve al compito di moderatore. A sua volta Santamaria, dopo avere introdotti interessanti spunti al dibattito, cede la parola all’Assessore alla cultura di Saint Nicolas, Patrik Ceccato, che elogia le organizzazione che si sono fatte carico dell’organizzazione di una iniziativa così importante come quella che si sta realizzando. Nel suo intervento, Ceccato vuole ricordare, peer la lunga collaborazione intercorsa, l’USEF che si è sempre fatta promotrice di interessanti iniziative in mezzo alla comunità. Nel suo intervento, invece Giuseppe Maniglia, Presidente del COMITES di Liegi e responsabile del patronato INCA locale, che illustra alcune delle nuove difficoltà cui deve fare fronte il patronato per difendere gli interessi della comunità e per contrastare le nuove leggi ristrettive emanate dal governo belga. Tra le altre cose, lancia un appello agli italiani ad iscriversi all’AIRE, per non perdere i diritti politici in Italia. Si susseguono gli interventi di parecchi degli intervenuti, tra cui ASebastianmo Greco dell’USEF di La Louviere, Salvatore Arnone componente dell’Ufficio di Presidenza dell’USEF di Palermo, che sottolinea la differenza esistente tra l’emigrazione di una volta, che sapeva già dove andare ed in linea di massima cosa trovava e quella di oggi che parte all’avventura senza una meta precisa, con il solo obiettivo di trovare un lavoro dignitoso. In questo dovrebbe essere più attivo il ruolo del consiglio comunale degli immigrati, uno strumento politico utile, che dovrebbe entrare subito in contatto con i nuovi arrivati, offrendo loro orientamento, supporto e consigli utili. Per Eleonora Medda, coordinatrice dell’INCA in Belgio e componente del CGIE, sottolinea gli spunti importanti che vengono dall’iniziativa. Si dichiara anche convinta che la crisi non finirà così presto come si vuole fare intendere, mentre ritiene opportuno un maggiore utilizzo dei mezzi e dei riferimenti a disposizione come ad esempio i patronati, che anche in Italia dovrebbero farsi carico di fornire elementi di conoscenza a che intende partire per l’estero. Si augura anche una maggiore sinergia tra i vari enti, in modo da ottimizzare i mezzi disponibili e raggiungere maggiori risultati positivi. Nuovi accordi bilaterale vengono implorati da più parti, poiché la nuova situazione che si va sviluppando in Europa, richiede maggiori garanzie per chi si muove all’interno dell’Unione in cerca di lavoro. A concludere i lavoro, è il Presidente dell’USEF Sen. Angelo Lauricella, che comincia con il sottolineare l’ampiezza del fenomeno della nuova emigrazione, che vede agni anno spostarsi più di centomila giovani non solo in cerca di quel lavoro che non trovano in Patria, ma anche per una migliore e maggiore riconoscenza e valorizzazione delle loro capacità di ricercatori, di professionisti, di intellettuali, che in Italia sono condannati alla precarietà più assoluta, mentre all’estero trovano sbocchi e soddisfazioni importanti che gratificano la loro preparazione e gli sforzi fatti a scuola. Così come scappano in cerca di lavoro giovani che si affacciano sul mercato del lavoro, un mercato che da troppo tempo ormai non offre alcuna possibilità che va dal lavoro precario al lavoro nero senza garanzie. Ma ciò non basta, dice Lauricella, la situazione in Medio Oriente, le guerre delle primavere fallite, l’ISIS, il terrorismo, continuano ad alimentare il grande movimento migratorio che dai così detti paesi del terzo mondo, spingono a centinaia di migliaia uomini, donne, bambini verso l’Europa sfuggendo guerre e fame, torture e stenti. Una triste strada che somiglia molto a quella che la nostra emigrazione percorse parecchi anni fa e che oggi sta a testimoniare che non c’è davvero nulla di nuovo sotto il sole, tranne le migliaia di persone inghiottite dal mare diventato una insaziabile tomba di disperati. Questo pone l’Europa davanti ad interrogativi pressanti, che richiedono una risposta. Una risposta che vada in aiuto alle nazioni esposte a questo nuovo irrefrenabile esodo come la Grecia ma principalmente l’Italia. E’ l’Europa che deve farsi carico di quello che succede nel mondo, che deve contrastare con forza il terrorismo, che deve trovare il mezzo di fermare questa diaspora che arricchisce mercanti senza scrupoli, mercanti che forniscono armi senza pensare il danno che fanno o mercanti che speculano sul bisogno della gente di fuggire da questo inferno pagando a caro prezzo un viaggio che spesso costa loro anche la vita. Su tutte queste nuove problematiche dobbiamo interrogarci e trovare soluzioni nuove e di successo, se volgiamo aiutare i nostri giovani che continuano a lasciare case ed affetti percorrendo la vecchia strada dell’emigrazione e se vogliamo fare la nostra parte per venire in soccorso ai nuovi milioni di disederati, di disperati in cerca di pace, lavoro, serenità. La manifestazione è stata quindi chiusa da Giuseppe Chiodo, che ancora una volta ha ringraziato tutti i presenti e le autorità intervenute. (Salvatore Augello)