AMSTERDAM - “La cultura criminale e violenta [in città] assume gradualmente tratti italiani”: a scriverlo sono i sindaci di Rotterdam e Amsterdam in una lettera discussa ieri sera al Parlamento olandese. Una lettera che ha sconcertato i membri di Inclusiva Olanda, un gruppo di persone attive nell’aiuto dei connazionali nei Paesi Bassi, parte del Comites Olanda.

“Nella missiva, come riportato anche da quotidiani nazionali come Het Parool e la testata locale 31mag, si leggono frasi che non possono lasciarci indifferenti e che vanno, come spesso accade, a interessare temi sensibili come l’associazione dell'Italianità con il fenomeno mafioso”, spiegano. “Frasi come “La cultura criminale e violenta [in città] assume gradualmente tratti italiani” ci lasciano basiti, rivelando non solo un paragone poco calzante viste le caratteristiche della criminalità organizzata locale, ma soprattutto l’ignorare da un lato quanto il governo Italiano ha fatto e sta facendo per la lotta alle Mafie, e dall’altro vanificare, dal punto di vista mediatico, gli sforzi fatti ogni giorno per cambiare la percezione culturale di questo luogo comune”. Per questo, Inclusiva ha deciso di scrivere a sua volta ai sindaci di Rotterdam e Amsterdam, facendosi portavoce del disagio di chi, italiano in Olanda, vede le istituzioni alimentare “un luogo comune doloroso e molto differente da quel che è la realtà”. Di seguito il testo integrale della lettera. “Come INCLUSIVA, un gruppo nato per dare un aiuto concreto alla comunità italiana, attualmente parte del COMITES (comitato degli Italiani all’estero) troviamo decisamente inappropriato ed offensivo nei confronti della comunità italiana nei Paesi Bassi quanto scritto nella vostra lettera alla tweede Kamer, in particolare per la dichiarazione: “Wij dreigen terecht te komen in een criminele en geweldscultuur die geleidelijk Italiaanse trekken krijgt” (“La cultura criminale e violenta [in città] assume gradualmente tratti italiani”). Non solo si assegnano nell’immaginario collettivo responsabilità fattuali delle attività criminali nel Paesi Bassi, che poco hanno attinenza con il fenomeno mafioso italiano, ma sono per larga parte frutto della criminalità locale (Mocro maffia, per esempio) ma vanno ad annullare, sul piano mediatico, tutti gli sforzi della nostra comunità per distaccarci da un luogo comune che non ci appartiene. Dispiace vedere che le istituzioni olandesi, che voi in parte rappresentate, alimentino un luogo comune doloroso e molto differente da quel che è la realtà. Oltretutto si evidenzia una palese ignoranza storica: proprio nei giorni in cui vengono ricordate due delle più efferate stragi di mafia italiane, avvenute 30 anni fa, un’affermazione del genere implica non conoscere quanto lo stato italiano abbia reagito a quelle stesse stragi, e come la mafia in Italia è oggi un debole ricordo rispetto alla criminalità locale olandese. Reazione, quella della lotta alla mafia, nelle modalità adottate dall’Italia, che è stata recepita e presa ad esempio in tutto il mondo per la sua efficacia nella lotta al crimine organizzato. Se il vostro obiettivo è un approccio che dia risultati nella lotta alla criminalità organizzata, siamo sicuri che le istituzioni italiane vi possono aiutare”. (16/06/2022 aise)