Promosso dal “Comitato italiani nel mondo e per la promozione del sistema paese” della Camera dei Deputati, si è svolto oggi il seminario “La rete delle comunità d’affari italiane all’estero per una nuova internazionalizzazione”. È stata un’occasione certamente utile per approfondire strumenti e metodologie in grado di aumentare il livello di competitività in un quadro globale in continuo fermento attraverso il confronto tra operatori economici e commerciali all’estero, rappresentanti di Assocamerestero, esponenti di governo e parlamentari italiani. Intervenendo nel dibattito, ho sottolineato l’esigenza di elevare rapidamente il livello di attenzione per i mercati per cogliere le opportunità di investimento nel mondo. Credo sia indispensabile un più convinto atteggiamento di ascolto per far tesoro di esperienze ed indicazioni che ci aiutino a definire nuovi quadri regolatori in settori strategici e ad accrescere l’ attenzione per le questioni legate alla fiscalità, visto che il modello OCSE è ormai superato. Sulla stessa lunghezza d’onda è intervenuto anche Gianluca Renzini (Allfunds Bank), che ha sottolineato come l’ Italia abbia bisogno di un quadro normativo e fiscale semplificato e di una migliore cultura finanziaria. Il nostro obiettivo deve essere quello di sviluppare una nuova cultura d'impresa anche attraverso la formazione dei nostri giovani. Una funzione tanto particolare quanto necessaria possono svolgere le Camere di commercio italiane all’estero. Esse sono le nostre antenne nei territori e rappresentano, affiancate all'ICE, una vera occasione di sviluppo e di crescita. Una funzione che ha riconosciuto lo stesso responsabile della Direzione Sistema Paese del MAECI, Ministro Vincenzo De Luca, affermando che la presenza delle Camere rafforza l’opportunità di inserimento locale delle imprese italiane, nel quadro di un rilancio della diplomazia economica e della crescita. Un punto centrale è l’azione di coordinamento politico della promozione del nostro sistema all’estero, oggi frammentata in troppi dicasteri e molteplici deleghe. È da prendere atto con soddisfazione che alcuni strumenti operativi, come le direzioni generali dei ministeri, stanno operando una convincente innovazione, mettendo insieme promozione linguistico-culturale, ricerca scientifica e tecnologica con la promozione del sistema Paese a livello economico e commerciale. Altri spunti significativi sono venuti da altri interventi: Emanuele Gatti (Fresenius Medical Care, Germania) ha evidenziato il ruolo delle Camere estere al servizio del Paese, in particolare, per lo scouting degli investimenti in Italia; Louis Roquet (Investissement Quebèc) ha richiamato le opportunità offerte dal mercato Nord americano ove è possibile investire in un ambiente favorevole; Nicola Fogolin (Philip Morris) ha sottolineato l’esigenza di un corretto contesto regolatorio in presenza di innovazioni; Pieluigi Petrone (Petrone Group) ha ribadito la capacità delle Camere nella ricerca di nuovi sbocchi di mercato in forza della loro caratteristica di essere antenne nei territori e trampolino per Italia. Da questi e da altri interventi sembra evidente che occorra moltiplicare gli sforzi per avere un’azione più coordinata nella promozione all’estero, anche per sostenere e sostanziare la diplomazia economica. On. Marco Fedi