ROMA - “Darsi una prospettiva” che trovi spazio in “una riforma, essenziale per parlare al futuro della rappresentanza” in grado di “rivolgersi all’ampio mondo degli italiani all’estero, comprese le giovani generazioni e gli oriundi”. Questo l’obiettivo del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero sintetizzato dal segretario generale Michele Schiavone che abbiamo incontrato oggi, ultimo giorno di lavoro per il nuovo Comitato di Presidenza, riunito per la prima volta alla Farnesina. Un Cdp più snello – nove i consiglieri che lo compongono, contro i 16 del decennio appena passato – che ha tanta voglia di fare, di essere “protagonista” nel senso più attivo del termine, forte dell’esperienza della “mitica Silvana Mangione”, dice Schiavone, e della competenza dei “nuovi colleghi, persone validissime che hanno delle esperienze sul territorio”, ora alle prese con procedure nuove, è vero, anche se “tante cose le vivono già”, e comunque hanno uno “spirito e una volontà” di “fare bene”, che “ho riscontrato in tutta la plenaria”, Lungo e impegnativo l’ordine del giorno che ha guidato i lavori del Cgp convocato da lunedì al Ministero degli Esteri: i consiglieri hanno ascoltato la relazione del governo del sottosegretario Amendola e sono stati a loro volta auditi dai Comitati di Camera e Senato. Primo obiettivo, la riforma della rappresentanza: “il nostro impegno sostenuto dal Governo – spiega Schiavone - ci sollecita a promuovere delle linee guida, delle proposte che saranno contenute in un documento di indirizzo da presentare entro la fine dell’anno al Parlamento”. “Noi faciliteremo questo percorso con un coinvolgimento “dal basso” – come proposto da Amendola e Gentiloni – perché la rappresentanza sia uno strumento reale e spendibile nei nostro Paesi di residenza ma anche in Italia, così che il Paese diventi attento verso le presenze e le possibilità offerte da questi ambasciatori, come ci definiscono, all’estero, portatori di storie, esperienze, professionalità”. Dunque, il Cgie ha l’obiettivo di “coinvolgere tutti i soggetti che si cimentano e lavorano a contatto con gli italiani nel mondo. Stiamo cercando di elaborare anche un questionario che ci permetta di coinvolgere nella riforma Comites, associazioni e soggetti” che si occupano di italiani all’estero. Questo “indipendentemente dal risultato del referendum di ottobre”. Questo Cdp è stato anche l’occasione per “capire se eravamo ancora in grado di coinvolgere le regioni” e, aggiunge Schiavone, “siamo stati positivamente sorpresi visto che sono venuti a Roma rappresentanti di 8 consulte regionali”, cioè Basilicata – che ora le coordina – Liguria, Marche, Abruzzo, Emilia Romagna, Veneto, Umbria e Provincia di Trento, “assenti giustificate” Sicilia e Calabria che hanno comunque “mostrato interesse”. “Dialogando con loro – riferisce Schiavone - ci siamo resi conto di una loro esigenza di fare sintesi, di promuovere l’aspetto territoriale all’estero anche al di fuori del bacino di rappresentanza regionale. Su questo pensiamo che finalmente sia maturata l’idea di un’italianità all’estero che va oltre i confini regionali. Se riusciremo a dare gambe a queste idee, ci saranno ulteriori possibilità per tutte le regioni di potersi presentare anche in ambienti commerciali e culturali, o della ricerca con proprie rappresentanze, facilitando l’impiego minimo di risorse”. Un tema, questo, che “ci ha responsabilizzato ancora di più, visto che la legge istitutiva del Cgie prevede la convocazione della Conferenza Stato Regioni Province autonome e Cgie ogni tre anni”. “Appena riusciremo ad essere più presenti, chiederemo di calendarizzare questa conferenza per poter iniziare ad avviare progetti”, continua Schiavone, in un “percorso di medio e lungo termine, perché le situazioni che si vivono oggi all’estero sono dettate dalla capacità dei singoli e in base al sostegno che le associazioni ricevono dalle regioni”. “Ci siamo resi conto di quanto siano efficaci questi interventi”, sottolinea Schiavone, citando l’impegno della Basilicata in Veneuzela: “da anni questa regione ha rapporti con alcune città, anche attraverso accordi di partnership, che mettono a disposizione fondi per interventi di carattere sociale, che diventano sussidiari all’intervento diretto dello Stato”. Il Cdp, come accennato, è stato ascoltato in due separate audizioni anche dai Comitati di Camera e Senato: è stata una “interlocuzione abbastanza interessante rispetto alle questioni e alle criticità di oggi”, spiega Schiavone. “Da tempo abbiamo richiesto il recupero dei fondi per il capitolo dei corsi di lingua e cultura”, precisa Schiavone, citando le rassicurazioni avute in merito da Gentiloni in plenaria e da Amendola ancora una volta nell’audizione di ieri in Senato. “I due comitati sono convinti che il recupero dovrà avvenire nell’immediato, ma se ne avrà certezza a metà giugno, poi si passerà alla chiusura del bilancio”. Con i parlamentari “abbiamo discusso della riforma della rappresentanza, degli stati generali sulla lingua italiana a Firenze, temi che noi stiamo seguendo e che dovranno essere portati a termine con una vigilanza tale da permetterci di risolvere alcuni aspetti finanziari a copertura dei tagli”. Oggi, ultimo giorno di lavoro, il Cdp ha “discusso di editoria, cioè modalità, tempistica e criteri per i fondi che la Presidenza del Consiglio destina alla stampa periodica all’estero, e tratteremo la questione patronati. Discuteremo anche di aspetti circa il rinnovo dei contratti per alcuni funzionari assunti in loco”, mentre si è già discusso “degli accordi bilaterali tra Italia e Svizzera, ma anche con altri Paesi di confine, in cui lavorano, in totale, 300mila frontalieri”. Il segretario generale si dice quindi “molto contento di come si sono svolti i lavori”. C’è “la volontà di rimettere in moto il Cgie per portarlo su nuove spiagge e rilanciare una prospettiva che faccia della rappresentanza intermedia uno strumento valido per interloquire con gli organismi dello Stato”. Oggi pomeriggio, una piccola delegazione del Cdp è al Coni per un incontro sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024, cui sono stati invitati anche diversi delegati del Coni all’estero. Insomma, il Consiglio generale torna a farsi attivo su diversi fronti, il più importante è quello della rappresentanza. In questo caso, la tabella di marcia prevede un “documento stilato entro l’autunno, da consegnare al Parlamento, credo prima di due comitati e poi l’Aula. Noi abbiamo assunto l’impegno di formulare più di una proposta”, che verrà consegnata a Comitati e Governo “entro fine settembre”. “Il Governo vorrebbe approvare la nuova legge prima possibile”, visti gli “scompensi” del recente passato, con un Cgie in carica 10 anni invece di 5. Il Consiglio generale vuole essere “credibile” e “percepito come strumento serio ed efficiace” perché solo così riuscirà a coinvolgere “nuovi protagonisti” e “diventare uno strumento interlocuzione con le istituzioni”. Con le continentali ancora in stand by per mancanza di soldi – “saremo a regime “a condizione che”” dice Schiavone – nel futuro del Consiglio generale c’è, dunque, un grande lavoro da fare sul territorio per arrivare preparati ad una (ancora ipotetica) plenaria straordinaria – da finanziare anche “con altre risorse, altri contributi, perché il capitolo al momento è vuoto” – da convocare in autunno e ricominciare, così, a discutere sul futuro della rappresentanza. (m.cipollone\aise)