Roma - “Giovani italiani in Australia. Un ‘viaggio’ da temporaneo a permanente”. Questo il titolo della ricerca della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana (Editrice Tau) presentata il 19 aprile a Roma. Con 14.138 visti vacanza-lavoro concessi a cittadini italiani – tra i 18 e i 30 anni – il 2014-15 conferma il costante flusso di arrivi in Australia dall’Italia: negli ultimi dieci anni più di 81.500 giovani italiani. Negli ultimi ventiquattro mesi due nuove tendenze si sono delineate: per il secondo anno consecutivo si riscontra una flessione nel primo visto di arrivo (-16,6%, 10.751 visti) e una crescita del secondo visto richiesto da chi è già presente in Australia, (+7,5%, 3.387 visti). Quest’ultima caratteristica si lega al voler rimanere in Australia complice, sicuramente la difficile, negativa e pesante congiuntura economica e occupazionale italiana soprattutto per i giovani. Nel 2014-15 l’Italia si posiziona, nella categoria di visto vacanza-lavoro, al sesto posto per numero totale di visti e quarta nazione europea, portando la presenza dei giovani italiani in Australia al 7,0% del totale nazionale, preceduta, se prendiamo in considerazione i valori assoluti, solo dai britannici (44.703; -1,0%), taiwanesi (26.648; -9,2%), tedeschi (26.327; -1,8%), coreani (25.589; -4,8%) e francesi (23.375; -9,1%). La presenza di giovani maschi italiani è la più elevata tra tutte le nazionalità. Ogni 100 giovani italiani, infatti, 66 sono ragazzi e 34 sono ragazze (66,0%), più di Francia (57,0%) e Germania (47,0%) dove addirittura è maggiore la presenza femminile come pure per le nazioni del Nord Europa (Svezia, Norvegia, Finlandia) e dell’Estremo Oriente (Giappone, Hong Kong e Taiwan). Dal confronto europeo, l’analisi del primo visto vacanza-lavoro dimostra anche che i giovani italiani sono più “anziani” rispetto ai coetanei francesi e tedeschi, nella fascia d’età compresa tra i 26 e i 30 anni. Una volta giunti in Australia, alla scadenza del primo o del secondo visto vacanza-lavoro, alcuni giovani italiani decidono di proseguire il loro viaggio trasferendosi in Nuova Zelanda per un ulteriore anno. La Nuova Zelanda rappresenta quella meta facilmente raggiungibile dall’Australia che consente ai giovani italiani di pianificare, ancora per qualche anno, una vita lavorativa lontano dall’Italia che stenta a riprendersi dalle difficoltà. Le testimonianze raccolte hanno svelato che una parte dei giovani italiani con visto vacanza-lavoro (circa l’8%) si trova adesso in Nuova Zelanda. Un movimento continuo che inserisce, a pieno titolo, i giovani italiani nella cosiddetta “generazione vacanza-lavoro”. Il visto Student è riservato alle persone che si dedicano alla propria formazione ma viene usato, sempre più spesso, dai giovani italiani come un visto di transito per prolungare la permanenza in Australia. Con 5.602 visti studente concessi in Australia a cittadini italiani e un aumento percentuale del +24,3% rispetto all’anno precedente, il 2014-15 conferma un trend di crescita che ha visto arrivare in Australia, negli ultimi dieci anni, 25.000 italiani per acquisire lo status di studente. L’Italia è la prima nazione europea per numero totale di visti studente rilasciati in loco (3.103 visti), precedendo Regno Unito (1.717), Francia (1.164) e Spagna (1.065), e la quarta nazione a livello mondiale per il numero di visti ELICOS assegnati per corsi di inglese, preceduta solo da Colombia, Arabia Saudita e Corea del Sud. (NoveColonne ATG)