PER IL GOVERNO RENZI LA LINGUA E LA CULTURA ITALIANA SONO UNA PRIORITÀ DEL PAESE. NECESSARIA UNA RIFORMA DEL SISTEMA
“Che bello poter imparare l’italiano, che bello poter crescere con un metodo italiano, è bello e importante mantenere viva la nostra cultura fuori dall’Italia per la crescita delle future generazioni”. Con queste parole, analoghe a quelle che aveva usato durante la visita a scuole italiane in Australia e Argentina, il Presidente Renzi ha commentato l’inaugurazione di un istituto italiano a Chicago, nel corso della sua recente permanenza negli Stati Uniti. Non si è trattato di espressioni di circostanza, di cui in passato si è fatto largo uso e abuso, dal momento che a qualche giorno di distanza, a conclusione del corso di formazione politica organizzato dal PD per un selezionato gruppo di giovani dirigenti, Renzi ha ribadito: “La riforma dell’insegnamento della lingua italiana all’estero, sulla quale il Governo si è impegnato ad intervenire attraverso una delega nella Buona Scuola, la ritengo una priorità per il Paese”. Nelle settimane precedenti, il Ministro Gentiloni e il Sottosegretario Amendola, sia in sede parlamentare in risposta anche a una nostra interrogazione urgente che in occasione dell’insediamento del CGIE, hanno confermato il loro impegno a reintegrare al più presto i 2,5 milioni per i corsi di lingua sottratti inopinatamente per una rimodulazione di spesa. Siamo ad un punto, dunque, in cui si ha la fondata sensazione, più di una speranza, che la classe di governo stia finalmente assumendo il tema della promozione della lingua e della cultura italiane all’estero come una leva strategica, come una priorità non delle politiche migratorie, ma “del Paese”, come ha detto Renzi. Sarebbe forse legittimo da parte nostra esprimere grande soddisfazione nel vedere riconosciuto un punto essenziale che ha guidato il nostro lavoro da quando gli eletti all’estero sono presenti nel Parlamento nazionale. E sarebbe doveroso dare atto dell’impegno che in questo campo hanno profuso in passato il CGIE, i COMITES, le associazioni, le Regioni, gli enti gestori, il personale diplomatico e gli operatori, soprattutto nel fronteggiare la lunga emergenza degli anni di crisi legata al ridimensionamento della spesa pubblica. Preferiamo sottolineare, piuttosto, che questo indiscutibile e prezioso punto di svolta negli orientamenti politici e culturali debba trovare il suo sbocco coerente in una organica riorganizzazione del settore che dia coerenza, unitarietà, flessibilità e autonomia di programmazione e gestione all’intervento. In questo senso da tempo abbiamo dato il nostro contributo di idee e proposte, presentando disegni di legge che contengono ipotesi di riforma del settore. Lo stesso ha fatto il CGIE nella scorsa consiliatura. Essi possono essere di utile riferimento per la svolta epocale da più parti invocata. Una svolta che metterebbe il nostro Paese, anche in questo campo, nella condizione di essere più moderno, più veloce e più competitivo a livello internazionale. Secondo le stesse parole di Renzi, uno dei decreti che il Governo dovrà emanare in esecuzione della Buona Scuola potrà diventare un passaggio fondamentale per porre le basi per una riforma generale. L’essenziale è che vi sia sulle soluzioni e sugli strumenti che si preparano un metodo di condivisione e di consultazione degli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero e un pieno e diretto coinvolgimento del Parlamento e degli eletti all’estero. Ci auguriamo anche che iniziative di rilancio di altri soggetti, come la Dante Alighieri, pur auspicabili e positive, possano essere inquadrate, almeno per quanto riguarda gli impegni degli interlocutori pubblici, in un disegno generale volto a valorizzare l’insieme dei soggetti e delle strutture attraverso le quali l’Italia promuove la sua lingua e la sua cultura nel mondo, e con esse la sua immagine e il suo prestigio. Confidiamo che gli Stati generali della lingua italiana che avranno una loro importante replica a ottobre a Firenze, si collochino in questo orizzonte riformatore del Governo in modo da essere un’utile tappa di avvicinamento al traguardo della riforma.
I deputati PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi.