TÄGERWILEN - "Superata la prima fase elettorale per rinnovare i Comitati degli italiani all’estero (Com.It.Es) i nuovi componenti eletti in questi organismi, assieme alla rappresentanza delle associazioni più significative presenti sul territorio, dovranno rinnovare il Consiglio degli italiani all’estero (CGIE). Questi organismi intermedi sono istituiti da una legge della Repubblica italiana, messa a dura prova dai tempi e dalle dinamiche politiche, che come sta succedendo per le istituzioni italiane, ha spinto gli ultimi due governi a promuovere un rinnovamento anche delle istituzioni che interessano gli italiani all’estero". Con questa premessa Michele Schiavone, nella sua veste di componente del Consiglio di Presidenza del CGIE, interviene a commentare le modalità di rinnovo del prossimo Cgie. "La legge dei Comites e quella del CGIE, perciò, - afferma - non possono sottrarsi a questo processo di riforma della rappresentanza, tant’è che nella nuova legge di riforma elettorale, "l’Italicum", approvata questa settimana alla Camera dei deputati, in maniera originale e singolare, è prevista la partecipazione degli studenti Erasmus. I buoni propositi di innovazione istituzionale per gli italiani all’estero, già avviati o in itinere, però, - secondo Schiavone - devono spingere il Parlamento italiano ed il legislatore a ragionare in uno spazio temporale di medio-lungo periodo tale da dare consistenza e affidabilità alla rappresenta del Com.It.Es. e del CGIE, partendo da assunti e norme concrete licenziate dal Parlamento". "È errato – per Schiavone - affidarsi alla contingenza e alle soluzioni miracolistiche. Anche perché, nella stessa pastoia dei tagli e delle soluzioni al ribasso, rischiano di finire anche i senatori della repubblica e tra loro in primis gli eletti nella ripartizione estero. Con gli aggiustamenti estemporanei, che hanno ridotto la partecipazione elettorale dei Comites ad una pura e semplice testimonianza, si è snaturata la rappresentanza. Lo stesso effetto prodotto dalle elezioni dei Comites rischia di produrre la riduzione a 65 rappresentanti dei componenti del CGIE, perché senza toccare l’essenziale della legge vigente, questa scelta ha il solo obiettivo di teorizzare il risparmio. La distribuzione irrazionale dei pani e dei pesci, spinta dalla paura di sfamare chi grida di più, è figlia di una logica antica del dividi e impera". "Oggi, - chiosa - fino a quando non ci sarà una nuova legge del Comites e del CGIE, è opportuno e giusto rinnovare il CGIE rispettando i dettami della legge vigente". (aise)