L'insegnamento della lingua e cultura italiane nel mondo è a serio rischio. "Dove stiamo andando?" Il presidente della Commissione Scuola e Cultura del Cgie, Graziano Tassello, pone la questione alla riunione plenaria del Consiglio generale. Sfuma la possibilità che i corsi di lingua e cultura italiane all’estero possano continuare.

Perché questo accada, infatti, il Governo dovrebbe fare un dietro front sui tagli al capitolo Italiani all’Estero, e non sembra affatto che l’Esecutivo italiano abbia queste intenzioni. Cosa fare allora? Certo è che, senza soldi, “sarà sempre più difficile garantire la continuità dei corsi e dello studio dell’italiano”, ha detto il Presidente della Commissione Scuola e Cultura del Cgie, Graziano Tassello, nel corso della riunione plenaria del Consiglio generale. Anche perché – continua - è difficile capire “quale sia la strategia del nostro Paese riguardo alla promozione della sua lingua nel mondo”, così come è “altrettanto complicato azzardare un possibile scenario futuro”. Dunque, i soldi mancano e manca anche una soluzione alternativa che possa evitare la chiusura dei corsi per risorse esaurite. Allora, forse – si domanda ancora il Presidente della IV Commissione – “è in atto un vero e proprio cambiamento che inaugura una nuova fase nella politica di diffusione di cultura italiana nel mondo”. Siamo insomma in una “fase terminata?”, perché, se è così, “è arrivato allora il momento di capire dove stiamo andando”. Come a dire che qualche soluzione bisogna pur trovarla, nella consapevolezza, però, che il “fai da te” rischia di buttare al vento quel lavoro di “coordinamento raggiunto spesso con fatica”. Finora, intanto, il dialogo con il Governo sembra impossibile un po’ su tutti i versanti ed è difficile – denuncia ancora Tassello - “comprendere la razionalità di questi tagli”. Manca la razionalità, appunto; manca il senso di volersi “privare di una risorsa unica e di un tema vitale per l’Italia, quale è la diffusione delle proprie lingua e cultura nel mondo. Una risorsa che è alla base della propria identità e della nostra integrazione all’estero. Perché solo con un’identità ben salda – dice ancora Tassello - noi possiamo integrarci nei Paesi di accoglienza, mantenendo una parte importante di noi e il nostro legame con l’Italia, altrimenti è più corretto parlare di assimilazione che di integrazione”. Di fronte ad una tale situazione, il Presidente della Commissione Scuola e Cultura richiama alla necessità di una tavola rotonda, in grado di affrontare le difficoltà, “divenute insopportabili”, in cui si trovano oggi gli enti gestori e gli attori dell’insegnamento della lingua italiana nel mondo. Per questi ultimi, infatti, diventa impossibile garantire dei minimi standard di qualità dei corsi e delle iniziative. L’insegnamento della lingua italiana è dunque a rischio, anche perché i tagli mettono in discussione pure le convenzioni con quegli Stati, come l’Australia, che vorrebbero inserire l’italiano tra le loro prime lingue di studio. (di Anna Daniele – ADL)