Non è facile parlare di Emanuele Macaluso, che ancora studente, poco più che adolescente aderì al PCI clandestino nel 1941 dopo essere stato avvicinato da Luzzo Boccadutri. Ho scelto di farlo oggi che cade il centenario della nascita del PCI, proprio perché Macaluso è stato un simbolo di quel partito

per il quale spese tutta la sua vita. Ero ragazzino quando lui, già segretario della Camera del Lavoro di Caltanissetta, carica che ricoprì dal 1944 al 1947, percorreva la provincia di Caltanissetta guidando le battaglie dei minatori, nei duri scontri con i padroni e con la mafia. In quel periodo venne diverse volte a Serradifalco, dove una forte lega dei minatori ed un agguerrito gruppo di giovani dava filo da torcere sia ai padroni che alla mafia. Da allora, cresciuto e dopo avere aderito al PCI nel 1960, ebbi modo di vederlo diverse volte anche a Serradifalco dove qualche volta venne a comiziare per qualche festa de l’Unità. Uomo delle istituzioni e nello stesso tempo uomo di partito aperto al confronto, attraversò da protagonista tutte le istanze della politica, da segretario generale della CGIL regionale a segretario regionale del PCI, da membro dei comitato centrale a componente della segreteria nazionale, da deputato regionale a deputato nazionale ed a senatore. Uomo di cultura scrisse molti libri, fu direttore de L’Unità ed editorialista di molti prestigiosi giornali. Ricordo di averlo incontrato la seconda volta che andai a Botteghe Oscure. Era la fine di ottobre del 1972 ed ero in partenza per la mia prima missione in Belgio. Come usava allora, ero passato dalla direzione del PCI per incontrare Giuliano Paietta che mi avrebbe detto cosa avrei dovuto fare in Belgio. Mentre ero nella sala d’aspetto in attesa di essere autorizzato ad andare nell’Ufficio di Giuliano Paietta allora responsabile del settore emigrazione, vidi passare Emanuele Macaluso che raggiungeva il suo ufficio. Gli andai dietro rischiando di essere bloccato dalla sicurezza, che si fermò solo perché Macaluso sentendosi chiamare si voltò e mi vide facendomi segno di avvicinarmi. Parlammo per pochi minuti del mio motivo per cui ero a Roma, si complimentò con me augurandomi buon lavoro, mi chiese notizie dei minatori di Caltanissetta e ci salutammo. Sarebbero passati molti anni prima di rivederlo a Campofranco in un incontro con i minatori in occasione della campagna elettorale del 1992. Altri anni sarebbero passati prima di rivederlo a San Cono in occasione della presentazione del libro di Salvatore Bonura “lotte rubate”, che ripercorre la vita e l’impegno di un altro dirigente comunista: Salvatore Rindone. Quanti ricordi affiorano alla mente quando ti viene di pensare a uomini come Emanuele Macaluso e quando se ne va un uomo che ha segnato la storia e non solo quella del PCI. Uomo libero affermò sempre le sue idee confrontandosi con tutti e sperimentando strade nuove in politica, come quella che portò al milazzismo in Sicilia. Macaluso lascia un grande vuoto nella sinistra ed una grande tristezza in chi lo ha conosciuto. Uomo di principio, seguì il PCI in tutte le sue evoluzioni nel PDS e nel DS, ma non condivise l’operazione PD, al quale non aderì mai, senza per altro risparmiare le sue critiche che spesso esternava attraverso i suoi “corsivi” e senza perdere mai di vista le vicende politiche del nostro Paese ed anche di altre nazioni. E’ con uno di questi corsivi pubblicato sul suo profilo facebook EM.MA che voglio chiudere questo mio breve ricordo, un corsivo che dimostra quanto fosse attento alla politica e quanto severo con il PD e quanto rimase esterrefatto per quel voto del PD al Parlamento Europeo che equiparava il comunismo al nazismo. Addio Emanuele, mancherai a chi ti ha conosciuto ed apprezzato e mancherai a tutta la sinistra.(Salvatore Augello 21 gennaio 2021)

*PD, QUEL VOTO È UNA VERGOGNA:*

Lo voglio dire anch’io: quel voto sulla Risoluzione del Parlamento europeo che, di fatto, equipara nazismo e comunismo, è semplicemente una vergogna. E dico anche, senza alcuna remora, che i deputati europei del Pd che hanno votato a favore dovrebbero vergognarsi davvero. Aggiungo che mi sarei aspettato dal presidente del Parlamento (che non prende parte alle votazioni, per prassi) delle parole nette su quel tema e non balbettii o frasi accomodanti. Con quella Risoluzione si vuole dare un colpo alla Storia. Cancellarla. In Italia c’è voluta una ferma presa di posizione dell’Anpi per rammentare agli sprovveduti che ci sono stati milioni e milioni di morti da parte sovietica nella lotta contro il nazismo e quel testo del Parlamento, votato disinvoltamente dai deputati anche del Pd, nulla di ce a questo proposito. Devo ricordarlo io il ruolo che ha avuto l’esercito dell’Urss, l’Armata Rossa, nella liberazione dell’Europa da Hitler? C’è un versante italiano di questa vicenda che non si può tacere. Ci sono stati centinaia e centinaia di italiani uccisi dai fascisti e dai nazisti. E moltisuo profili facebook dirigenti comunisti. Tanti hanno pagato con il carcere a cominciare da Antonio Gramsci. In galera sono finiti comunisti come Pajetta, Terracini, Scoccimarro, Secchia, Li Causi e tanti altri. Ripeto: erano co-mu-ni-sti! Vogliamo confondere le vittime con i carnefici? Da italiano io mi ribello. E, dunque, lo ripeto ancora una volta, con le mie scarse forze: grave è stato quel voto a favore, grave che il Pd si sia prestato a questa macelleria della Storia. *(Emanuele Macaluso, 23 settembre 2019)*