Come ha impietosamente spiegato in uno dei suoi ultimi post su Fb il sindaco di Parma Pizzarotti, con il voto di ieri nella Giunta per le autorizzazioni del Senato - che ha negato ai giudici di poter procedere nei confronti del Ministro Salvini a proposito del caso della nave Diciotti - il Movimento 5 Stelle ha compiuto la sua parabola.

Le metafore, le vignette, le frasi celebri di ieri rispetto a quelle di oggi, a segnalare la distanza siderale tra i propositi originari e i comportamenti reali, si rincorrono nel web e agitano gli animi e gli umori di molti elettori che avevano scommesso sulla voglia di cambiamento radicale del Movimento. L'alleanza con la Lega si sta trasformando ogni giorno di più in una vera e propria sudditanza. La "governabilità" (la paura di perdere il potere) è stata eretta a totem assoluto delle decisioni dei parlamentari grillini, i "paletti" che il Movimento 5S pone al partner di governo - dall'assurdo No al completamento della Tav ai dubbi, legittimi ma tardivi e confusi, sull'autonomia differenziata delle regioni - sono sempre più simbolici e servono paradossalmente a Salvini per dimostrare all'opinione pubblica la sua egemonia sul governo. E allora il Pd? Direbbe qualche amante degli hashtag in rete. Allora il Pd deve tornare rapidamente in gioco, parlare ai delusi della sinistra e dei 5S, mettersi al servizio di un nuovo campo di forze - sociali e culturali, civiche e politiche - che non vogliono assistere inermi e impotenti al disastro verso il quale questo governo sta portando l'Italia. La situazione economica sta rapidamente peggiorando, come testimoniano i dati ISTAT sugli ordinativi e la produzione industriale. Il Governo giallo-verde, in una interminabile e sfinente campagna elettorale anche al suo interno, anziché preoccuparsi di prendere decisioni vere per sostenere la crescita e la creazione di buona occupazione, continua a mandare messaggi che producono isolamento sul piano internazionale e grande incertezza tra risparmiatori e investitori. Si avvicinano scadenze elettorali importanti che possono influenzare in un senso o in un altro il futuro dell'Europa e che coinvolgeranno su scala territoriale migliaia di amministrazioni locali. Le recenti elezioni abruzzesi ci dicono che la competizione - tanto più di fronte alle difficoltà del M5S - torna ad essere chiaramente tra centrodestra (sempre più destra-destra) e centrosinistra. E che un campo democratico e progressista nuovo, largo, inclusivo può essere disegnato solo da un Pd che cambia e prende sul serio questo lavoro di tessitura e di ricostruzione. Nicola Zingaretti si è candidato per fare - insieme a tante e tanti altri - questo lavoro di ricostruzione e di unità. Ed è per questo che io - insieme a tante e tanti altri - ho deciso di sostenerlo. Faccio un appello a tutto il Pd: lavoriamo per un grande successo delle primarie del 3 Marzo, diamo a tutti gli elettori e le elettrici che vorranno la possibilità di trovare nel loro comune o quartiere un gazebo o un circolo in cui poter votare, pubblicizziamo al massimo questa straordinaria occasione di partecipazione. In tempi di farse dai risvolti inquietanti - il voto online nella piattaforma Rousseau sul caso Diciotti - e di selfie nelle piazze di Salvini (attento all'ironia dei ragazzi, Ministro, è più forte delle tue finte divise!) un grande movimento di donne e uomini in fila ai seggi il 3 di Marzo sarebbe il più bel modo per dire ai cittadini, a partire dai più deboli e indifesi, che siamo tornati e siamo pronti a fare la nostra parte, con loro e per loro. (Marina Sereni)