(fonte Sicilia informazioni) Finita la telenovela del pacchetto sicurezza e della mondezza napoletana, il governo annuncia la

 rivoluzione Gelmini nella scuola e Alfano nella giustizia. Nonostante il gran da fare, trova il tempo di aggiustare l’Alitalia. Gli italiani in vacanza nella Repubblica federale tedesca si accorgono che l’ortofrutta made in Italy da quelle parti costa di meno, ma l’agenda del governo è già piena, bisogna ripassare fra qualche tempo. Intanto godiamoci i risultati del pacchetto sicurezza: possiamo dormire con le porte aperte, meno che nei conventi dove i frati prendono botte da orbi da sconosciuti – e mettere tenda dove vogliamo, ma non nelle periferie romane, dove se siete con moglie e fidanzata vi potrebbe capitare di essere costretti ad assistere al suo stupro. Ciò è dovuto all’inventario dei delinquenti che alloggiano nei campi rom, ormai sotto controllo, alle manette ai clandestini che riescono a uscire indenni dalla traversata del Canale di Sicilia, e ai soldati che affiancano poliziotti e carabinieri indifesi nelle principali piazze italiane. E’ vero, nelle strade si continua a morire a grappoli perché non ci sono soldi per controllare le strade con uomini e macchine, ma nei cantieri di lavoro, grazie al fatto che le ferie ne hanno chiuso alcuni, il numero dei morti è diminuito. Non si può avere tutto e subito. Il governo non è andato in ferie, o meglio c’è andato, ma è come se non ci fosse andato: il Cavaliere le ha trascorse le sue ferie in Sardegna mano nella mano con la moglie Veronica ad eccezione di una puntatine nell’arcipelago greco, dove ha comperato una villetta sul mare a buon prezzo, così se si trova da quelle parti sa dove andare. Durante il soggiorno nella Costa Smeralda, la stanza dei bottoni si è trasferita con lui. Così, aiutato da un sacco di nuovi amici, trovati senza sforzo nel mondo finanziario, ha risolto in quattro e quattro otto, come aveva promesso, l’annosa questione Alitalia, fonte di spreco di denaro pubblico da un quarto di secolo. Non solo ha messo insieme la cordata italiana per salvare la compagnia di bandiera, alla faccia degli scettici, ma ha potuto selezionare i suoi componenti, anche se per interposta persona. C’è stata una fila davanti alle porte di Alitalia, Un autentico miracolo se fino a qualche mese fa appariva blasfemo perfino l’invito a trattare l’argomento rivolto ai poteri forti. Come c’è riuscito il Cavaliere? Chi non gli vuole bene sostiene che ha regalato la parte buona di Alitalia ai soliti noti della finanza italiana e lasciando il resto la cosiddetta bad company, quella piena di debiti e di personale da licenziare, ai contribuenti italiani. Ci vorrà una barca di soldi per tenere in vita la bad company seppure per pochi giorni, e un’altra barca di soldi per dismetterla con personale e aerei. Non tutti la vedono così, beninteso. C’è chi è convinto che Colaninno, Tronchetti Provera, Passera E gli altri, siano dei patrioti ed abbiano accettato di strappare allo stranieri in agguato la flotta aerea italiana per evitare che quelli trasportassero i passeggeri a Parigi o altrove invece che Roma, Firenze o Venezia. E’ stato il patriottismo, non altro, a guidare la scelta del Cavaliere per mettere insieme la cordata. Non è l’unico successo intascato da Berlusconi. Il Ministro dell’istruzione, Gemini, presto ad appena tre mesi dall’insediamento, giorno più giorno meno, potrà inaugurare la scuola della buona condotta e dei grembiulini, che dovrà fare dimenticare il bullismo e le malefatte del’68 e del buonismo di sinistra, cause di tanti guai per professori, insegnanti, meridionali e non. Il Ministro potrà vantare uno straordinario risultato: meno risorse, meno professori, ed una scuola migliore. Grazie ad un escamotage suggerito dall’ufficio semplificazioni appena istituito: i soldi risparmiati verranno concessi, appena possibili, agli insegnanti rimasti in cattedra. Nel frattempo, però, il numero delle ore di lezione, a seconda del tipo di scuola, subiranno delle decurtazioni. Niente paura, l’equazione tempo trascorso in classe e profitto è un luogo comune da smantellare assieme ai virus del ’68. In buona sintesi: meno soldi, meno professori, meno ore di lezione, ma scuola migliore. Una rottura con il passato. Il bilancio sarebbe monco se non si facesse cenno alla rivoluzione in corso nell’amministrazione della giustizia. Incassato il lodo, che equivale ad una lode del Presidente del Consiglio, grazie ad una idea geniale - il dissotterramento delle carte della bicamerale fatte dal centrosinistra – il Ministro della giustizia, ha scritto il manifesto della giustizia giusta; invero si tratta di appunti, ma c’è già tutto quello che il Premier vuole leggere, come aveva promesso: rivoltare come un guanto la giustizia, sciogliere l’esercito delle toghe rosse attraverso la separazione della carriere, la fine dell’obbligatorietà dell’azione penale (sostituita da un indirizzo politico del Parlamento), una riforma della disciplina interna. Il Ministro annuncia nuove regole per il processo civile e penale, al fine di accelerarne i tempi e dare efficienza all’iter processuale, nonostante i tagli consistenti degli investimenti nel settore. Come farà? Sono fatti suoi, verrebbe di rispondere, ma non è così. Sono fatti nostri. Non resta che avere fede. Se la Gemini, che non fino a pochi giorni fa, non aveva avuto modo di occuparsi della scuola ed ha fatto miracoli, bisogna confidare in Alfano che, essendo avvocato, i tribunali li conosce. E i magistrati pure; quando li ha incontrati per la prima volta da Ministro, a Palermo, ha detto loro: il vostro programma è il mio. Il Presidente dell’ANM, Palamara, in una intervista a Siciliainformazioni, ha confessato che in realtà il loro programma, quello dell’ANM, è assai diverso. Vorrebbe farlo sapere ad Alfano ma non ci riesce. Si rimane perplessi, ascoltando le sue parole. Non passa giorno che il Ministro non invochi dialogo, dialogo, dialogo. Con chi? L’ANM ha creduto che fossero loro i destinatari del dialogo, il Ministro ha cercato invano di parlare della sua rivoluzione a Berlusconi senza fortuna. Ma ora è tutto risolto, il Premier ha trovato il tempo per leggere gli appunti, e anche la macchina della giustizia si metterà in moto. L’opposizione, naturalmente, attende l’autunno per dire la sua. Anche sull’ortofrutta? Probabilmente sì, l’unico miracolo cui abbiamo assistito finora riguarda proprio l’ortofrutta. La verdura e la frutta prodotta in Italia costa meno in Germania, Francia e Belgio che in Italia. Come fa a costare di meno se per portarcela ci vogliono un sacco di soldi?