Mercoledì 29 giugno l’Associazione Democra- tici Parigi, in collaborazione con il Comites Parigi, ANPI Francia, Inca France e Acli France e con l’aiuto fondamentale del PD Italiani nel Mondo ha ospitato presso la libreria La tour de Babel la presentazione del sontuoso volume Il Telero di Carlo Levi: da Torino un viaggio nella Questione Meridio- nale, in compagnia di Domenico Cerabona (Fonda- zione Amendola), Peppe Provenzano (vice presidente della Svimez) e del professor Giovanni Cerchia (Uni- versità del Molise). Questo appuntamento é solo uno di un percorso che porterà la Fondazione Amendola a fare tappa in diverse capitali europee, e arriverà a conclusione con la donazione di una copia del Telero alla comunità ebraica di Bruxelles. Per molti di noi Carlo Levi è una memoria scolastica, l’autore di quello strano romanzo-biografia che è Cri- sto si è fermato a Eboli . Levi era molte cose, solo in apparenza contraddittorie: ebreo torinese di nascita, medico di formazione, antifascita convinto che subì confino ed esilio, pittore talentuoso che si definì qui a Parigi, appassionato e affascinato osservatore del Meridione d’Italia, amante ricambiato della terra di Lucania. La bella serata di una fredda estate parigina è trascorsa in compagnia del Levi politico, ma è il pit- tore che ha dato la cornice della riflessione. Il Telero del libro presentato è infatti un dipinto monumetale (3,2 x 18,5 m) intitolato Lucania ‘61 e realizzato per rappresentare la Basilicata alla Mostra delle Regioni durante l’esposizione Italia ‘61, tenutasi a Torino in occasione del centerario dell’Unità d’Italia. È un’opera complessa, ma che è soprattutto fatta di volti, i volti degli abitanti di Tricarico, paese che diventa simbolo di tutta la Lucania e del Sud stesso. Prima di dipin- gere, Carlo Levi viaggia in quei luoghi con l’amico fo- tografo Mario Carbone, per documentare la realtà popolare di quella regione che aveva conosciuto de- cenni prima per avervi vissuto il confino. Dagli scatti fotografici, Levi riprende espressioni e atteggiamenti per ritrarre un popolo e spunti per il suo messaggio politico: il dipinto è infatti dedicato al poeta e attivista Rocco Scotellaro, di cui è rappresentata la vita attra- verso tre momenti salienti - l’infanzia, la vita pubblica segnata dall’orgoglio e dalla speranza per l’avvenire della propria terra, la morte per infarto a soli trent’anni. Accanto alla gente di Basilicata e a questo suo rappresentate eccellente riconosciamo poi altri per- sonaggi: Umberto Saba, Giuseppe Zanardelli, Fran- cesco Saverio Nitti , Carlo Levi stesso... tutti testimoni partecipi della vita di Rocco Scotellaro, tutti uniti da una fratellanza intellettuale e politica, nel segno della possibilità di riscatto di un’intera comunità. E’ questo desiderio di rinascita e risveglio che segna la nostra serata dedicata a Carlo Levi. Il suo sguardo sulla Basilicata non è mai interesse pietista per una regione di miseria irredimibile e misteriose tradizioni, ma passione per una terra che occupa il centro di un discorso politico che si fa nazionale, nel solco del- l’antifascismo più vero: la ricerca di giustizia, libertà, sviluppo per tutti. La “questione meridionale”, ieri come oggi, non è chiusa, perchè il Mezzogiorno è tor- nato ad essere indietro rispetto al resto d’Italia, e la sua storia rappresenta la migliore metafora della re- altà dell’Italia di oggi: è il nostro presente di emigra- zione, delle partenze dei giovani (laureati e non), di luoghi e momenti di riuscita e orgoglio (Matera capi- tale europea della cultura 2019), di mafie e ordinaria malamministrazione, dei bilanci riusciti a metà delle iniziative dello Stato. E oggi come allora Levi ci regala l’esempio di un intellettuale lucido che esamina in profondità la realtà meridionale e offre a tutto il Paese una nuova prospettiva politica. (MASSIMILIANO PICCIANI E SARA VILLA * PD Parigi)