(Salvatore Augello) Chi credeva che il Ministro La Russa stesse per militarizzare l’Italia, deve disilludersi, poiché un’altra è l’operazione che viene fatta. Innanzi tutto, questa posizione in merito all’utilizzo dell’esercito generalizzato, serve a soddisfare gli istinti bellici e militaristi del ministro, che pensa che l’esercito sia buono sia per le operazioni umanitarie, sia per ripulire Napoli, sia per l’ordine pubblico” che per aumentare la sicurezza.

 Il tutto poi, si risolve nell’uso di un gruppo di militari, ancora non è chiaro il numero a tuttora mobilitato, per essere utilizzati nei centri di prima accoglienza, nelle città prima fra tutte Roma, Milano e Napoli, ma anche Palermo, Catania e Caltanissetta. A Roma però, Alemanno non vuole che i militari offendano la vista dei turisti, pe4r cui vengono dislocati in periferia, a Palermo hanno fatto la loro comparsa al mercato storico della “Vucceria”, a Caltanissetta, passando l’altro giorno davanti al centro temporaneo di accoglienza di Pian Del Lago, si poteva assistere ad una lite cruenta, senza che vi fosse l’ombra di un militare di qualsiasi arma, che si desse la pena di intervenire. Ma, l’operazione ha dato i suoi frutti di immagine, se in un comune come Gela, il vice presidente del consiglio comunale, chiede l’intervento dell’esercito, contro i giovani violenti che non lasciano dormire gli abitanti del quartiere San Giacomo ed altri. Come mai la Polizia, i Carabinieri, i Vigili Urbani, non riescono ad avere ragione nei confronti di queste bande di giovani violenti che disturbano la quiete dei cittadini sia di giorno che di notte ? Ed ancora, davvero si pensa che l’esercito possa risolvere il problema? Quali potere ha in più ? Fa più paura delle forze dell’ordine o basta presidiare il territorio perché la delinquenza diminuisca? O un’altra deve essere la linea di condotta dello Stato? Noi propendiamo per quest’ultima ipotesi. Lo stato deve affermare la propria presenza non certo militarizzando il territorio, ma garantendo la certezza della pena per i giovani violenti che hanno bisogno di una “lezione”, vanno aperte le patrie galere per questa gente, non basta presidiare il territorio, non è la presenza dei militari che deve fare paura, è lo Stato che deve affermare in altro modo la propria presenza, magari non permettendo impunemente la violazione delle sue regole, che sono il fondamento di una società che i rispetta. Magari, il ministro la Russa, invece di promettere militari dappertutto, compreso nei cantieri edili, si batta per evitare i tagoli al bilancio delle forze dell’ordine, che non sono messe in condizione di adempiere alle loro funzioni istituzionali, perché manca la benzina o manca la carta, o manca altro materiale indispensabile al buon funzionamento delle strutture. C’è certo una bella contraddizione, se da un canto si promette e si minaccia l’uso dell’esercito, e dall’altro si taglia pesantemente il bilancio delle forze dell’ordine. Lasciamo stare gli stipendi inadeguati pr le forze di polizia, lasciamo perdere la guerra agli assenteisti, ma vogliamo fare funzionare meglio la macchina della giustizia, mettendo i custodi ed i garanti della stessa in condizione di funzionare, in condizione di lavorare con un minimo di sicurezza, innanzi tutto sicuro di non ritrovarsi davanti la stessa sera, il giovane arrestato la mattina? Il decreto sicurezza, non ha certo risolto alcun problema, ma è servito a fare una operazione di immagine di un governo che vuole dimostrare di mettere in mostra i propri muscoli, contro i Rom, i Sinti, i diversi, e non è in grado di contrastare frotte di giovani, che con buona pace dello Stato, della legge, dei decreti, continua a spacciare, a drogarsi, a scippare, a molestare, stuprare, dando questa grave immagine di insicurezza alla gente per bene, che chiede solo di potere vivere in pace e con tranquillità. Non militari, ma un maggiore rispetto del ruolo grave quanto importante delle forze dell’ordine che sanno certamente fare il loro dovere, che si sacrificano per il bene della società, solo che hanno bisogno di una macchina dello Stato che funzioni bene e li metta in condizione di lavorare con adeguatezza di mezzi e nel pieno rispetto delle regole democratiche e dei crismi della sicurezza e del prestigio di cui hanno certamente bisogno.